Il Detonatore

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NON FATEVI ILLUSIONI: NON SE NE ANDRANNO CON LE BUONE (di Franco Marino)

La vita di un uomo occupa mediamente 70-75 anni. Naturalmente, poiché nei paesi civilizzati un po’ di storia viene studiata, sappiamo che c’è stato un passato e, asteroidi permettendo, ci sarà anche un futuro. Ma la tendenza ad identificare l’intera realtà del mondo nell’immensità dello spazio e del tempo con la durata della nostra vita, ci porta a pensare che certe cose presenti oggi, lo siano sempre state o lo saranno sempre. E tutto questo, non solo è falso ma è anche antistorico. Anche se questa percezione ha indotto molti pur valenti storici come Fukuyama per esempio a pensare che la storia fosse finita. E’ falso e antistorico pensare che la democrazia sia una conquista definitiva. L’umanità per decine di migliaia di anni si è fondata su capitribù che sottomettevano i membri e che, per occupare altri spazi e appropriarsi delle risorse, dovevano sopprimere altre tribù. Tutto questo si chiama “Stato”. E quando una tribù non è forte a sufficienza da sopprimere tutte le altre, tutto ciò si chiama democrazia. Che non è altro che l’equilibrio tra la consapevolezza della tribù dominante di non essere forte a sufficienza per dominare le altre tribù e la consapevolezza da parte delle tribù dominate di non essere forti a sufficienza da ribellarsi alla tribù dominante.

Affrontare quanto ci sta accadendo con lo schema che “tutto ciò non è costituzionale” e dunque sperare in un’uscita democratica da questa situazione, significa non aver capito che, non da oggi ma dal Marzo del 2020, c’è una tribù che vuole schiacciare tutte le altre. Essendo, per ora, la più forte, questa rappresenta lo Stato. Ci sono altre tribù che non accettano di essere schiacciate e che, dunque, hanno un’unica alternativa: ribellarsi e dimostrarsi più forte dello stato. Ma la ribellione non presuppone solo avere più uomini, più forti fisicamente di quelli della tribù dominante. Richiede anche di garantire una protezione a coloro di cui la tribù dominante non vuole più occuparsi. E’ la mancata presa di consapevolezza della questione che porta le rivolte a fallire. Se Puzzer organizza una grande manifestazione di portuali e l’unica cosa che riesce ad ottenere è un DASPO, il motivo è che prima ancora di portare la gente a protestare, bisogna darle da mangiare.
Se la vaccinazione, specialmente col Super Green Pass, toccherà percentuali vicinissime al 100%, ciò si dovrà soprattutto al fatto che molti si vaccineranno perché costretti. Se quei vaccinati/ricattati avessero un’organizzazione che permetta loro di sopravvivere, di lavorare, in sostanza di vivere anche senza doversi vaccinare, nessun provvedimento del governo avrebbe effetto.

Questa è una delle ragioni per cui mi tengo lontano da ogni manifestazione: sono controproducenti. Sicuramente sono un termometro della vitalità della protesta ma sono anche il chiaro segnale della sua disorganizzazione.
Davvero credete di potervi fidare dei tanti capipopolo di cui è piena la Rete – e nel momento in cui ve lo dico, chissà quanti ve ne vengono in mente – che vogliono fare breccia nel cuore dei disperati? Ognuno di voi avrà sicuramente il suo influencer di riferimento che ogni giorno, col suo megafono digitale, su Facebook, su Twitter, su Telegram, urlerà slogan contro il governo brutto e cattivo. Ma, presto (e l’esperienza grillina ve lo conferma) farete le tragica scoperta che questi signori o sono dei fessi, o sono dei narcisi o sono tutti collusi col sistema. E che hanno usato la vostra disperazione per conquistarsi una platea digitale attraverso la quale scalare posizioni in politica o nei talk-show. E che, una volta al potere, scopriranno quanto sia più eccitante ricevere 20.000 euro al mese e un lauto vitalizio, che preoccuparsi di voi.
Come capirete se una rivoluzione è seria? Il giorno che vi darà da mangiare. Che vi darà una copertura sanitaria. Che darà una scuola ai vostri bambini. Allora avrete la consapevolezza che è nato un nuovo stato. Perché a sostituire lo stato totalitario che ci sta vessando non può certo essere Puzzer. Può essere soltanto un altro stato.

Milioni e milioni di persone hanno creduto che fosse possibile cambiare il sistema democraticamente. Ovviamente i cittadini comuni hanno fallito, isolati completamente, privati con qualche trucco di ogni potere reale, e in questo la classe politica crede di avere vinto. Lo potete vedere da come hanno esultato alle ultime elezioni, nonostante ovunque, persino nelle zone dove in teoria avrebbero stravinto, abbiano dimezzato i propri voti. Perché in realtà, tutto quello che si è comunicato a chi ha votato i partiti di protesta è molto semplice. “Questo sistema lo abbiamo inventato noi. Davvero, poveri illusi, pensavate di cambiarlo con le buone? Non lo sapete, che solo la violenza ci toglierà da qui?”
Il punto è esattamente questo. E non fatevi illusioni. Perché, come vi dico sempre da vent’anni, non se ne andranno con le buone.

FRANCO MARINO
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4 commenti su “NON FATEVI ILLUSIONI: NON SE NE ANDRANNO CON LE BUONE (di Franco Marino)

  1. Per me organizzare una protesta è organizzare una alternativa allo stato.
    Quando lo dico sembra che stia parlando cinese.
    Questo articolo mi conforta.

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