Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

UNA CLASSE POLITICA DI STALKER (di Franco Marino)

Ieri ho scritto un articolo sui narcisisti con penna e siringa. Oggi ne scrivo un altro, descrivendo un altro aspetto, quello dello stalker. E anche qui la cosa va distinta tra ciò che comunemente si pensa dello stalking e cosa effettivamente è. Nella gran parte dei casi, le accuse di stalking si rivelano infondate ma solo dopo che il malcapitato si vede buttare praticamente giù la casa alla ricerca di qualcosa che possa incastrarlo. In un meccanismo che, seguendo la narrazione ufficiale, è molto ben delineato. Gli stalker sono sempre maschi, le vittime sono sempre femmine. L’uomo che denuncia uno stalking appare ridicolo, se lo denuncia una donna, è invece sempre verità intangibile. Anche quando questi l’ha solamente corteggiata.
In sostanza, qualsiasi maschio normale che, seguendo la scala degli incel, abbia una valutazione che va dal “sei” in giù, è soggetto almeno una volta nella vita ad essere accusato – di solito, falsamente – di stalking. E la gran parte delle donne non appartenente alla categoria delle strafighe, descrive una situazione in cui è vittima di stalking, quando è palese il sottile autocompiacimento di avere uno stalker alle calcagna perché in qualche modo dimostra all’interlocutore che la fanciulla ha un’appetibilità, e anche perché lei per prima sa che quel presunto stalker non passerà mai alle vie di fatto.



Ma anche qui, come nel narcisismo, quando lo stalking è reale, è una cosa pericolosissima. Chiunque fosse a conoscenza del mio aspetto gioviale, molto “pane e vino”, gradevole ma non un bel tenebroso da copertina, potrebbe legittimamente sorridere all’idea di me vittima di stalking, ma ebbene sì, è successo: sono stato vittima di stalking. E posso garantirvi che si tratta di un’esperienza da incubo. Il predatore (nel mio caso, una predatrice) non accetta il rifiuto, non concepisce l’idea che tu possa semplicemente non gradire le sue attenzioni, rifiutare la sua persona e mette in atto strategie persecutorie che partono, tutte, dal medesimo meccanismo alla base del narcisismo: io ho deciso che voglio te perché merito te e non concepisco minimamente l’idea che tu possa rifiutarmi.
Soltanto che, diversamente dal molestatore classico, lo stalker, essendo una persona spesso molto più intelligente della media, specialmente da quando ci sono i social, mette in atto abilissimi meccanismi di ingegneria sociale che di per sé non costituiscono reato. Non è reato aggiungere su facebook amici e parenti della vittima. Come non lo è neanche scrivere di gastronomia e guarda caso andare presso tutte le pizzerie e le gastronomie che sono nei pressi di casa sua. Atteggiamenti in teoria normali ma che in pratica partono dal meccanismo di fondo malato: quella persona non mi vuole e devo convincerla a tutti i costi che, in fondo, se mi conoscesse bene, vorrebbe solo me. Cosa che una persona razionale non penserebbe mai, anzi capirebbe benissimo che atteggiamenti come questo non fanno altro che spaventare e dunque allontanare lo spasimato dallo spasimante.

E come nel narcisismo, quando lo stalker è al potere, le conseguenze sono devastanti. Al governo noi abbiamo una manica di stalker che rientrano in pieno nell’identikit. Di gente convinta che se noi ascoltassimo solo le loro voci, ci convinceremmo che sono persone meravigliose, fantastiche, dedite al Bene e che qualcuno ci stia ingannando. Ecco dunque la lotta alle fake news che, pur con qualche ragione di fondo, parte dall’erroneo presupposto che la gente non ami la classe politica ufficiale perché legge le fake news, senza neanche immaginare che in realtà la gente è semplicemente schifata. Ecco la pretesa di convincere i riottosi al vaccino che vaccinarsi sia un atto d’amore, come se l’amore si conquistasse con la violenza e non con il corteggiamento, accettando dunque la prospettiva di un rifiuto. Che però non viene contemplata. Ed ecco dunque le minacce. “Dobbiamo stanare i non vaccinati”, “dobbiamo rendergli la vita difficile”. Ecco i pedinamenti attraverso le app specifiche. Ecco il tentativo di far passare come normali cose che non sono normali affatto come il green pass. Tutti comportamenti in cui è palese la natura persecutoria. Ma che vengono descritti come atti d’amore, per il bene delle vittime. Che sempre secondo il Leviatano fattosi stalker, non sono individui senzienti ma ignoranti. Come se una potenziale vittima di stalking avesse bisogno di una laurea in psicologia per capire che il suo corteggiatore è uno psicopatico. Ecco dunque, di fronte alle paure della vittima, cercare di dipingerla come paranoica quando semplicemente essa ha capito perfettamente il meccanismo che lo stalker sta disegnando.

Lo stalking è esattamente il meccanismo per cui il persecutore, convinto di detenere qualità particolari che, esistenti o meno che esse siano, tuttavia non possa essere rifiutato. Mettendo con ciò in atto comportamenti che estorcano il consenso della vittima. E laddove l’impresa non riuscisse perché la vittima persiste nel rifiuto, passare alle vie di fatto, fino alla violenza finale, salvo poi stupirsi che la vittima possa reagire violentemente. Non vi ricorda qualcosa che sta accadendo da due anni a questa parte?
A meno che, come nel precedente articolo, non sia la reazione violenta che si voglia. E anche in questo caso, allora, questo articolo si sarà rivelato più inutile di quanto non lo sia già di suo.

FRANCO MARINO
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FRANCO MARINO

2 commenti su “UNA CLASSE POLITICA DI STALKER (di Franco Marino)

  1. Tanto ormai…ci hanno catalogati, come negazionisti, e,violenti…e visto,che insistono, tanto vale fare Noi…opera di stalking verso loro.

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