IL GRANDE BLUFF DELLA POLEXIT (di Franco Marino)

In queste ultime settimane impazza la querelle Polonia contro Unione Europea e puntualmente possiamo leggere i commentatori mainstream – sia il mainstream europeista che quello fintosovranista – guardare la vicenda, puntualmente, dal lato sbagliato, come già avvenne in Grecia quando confusero un referendum che semplicemente sottoponeva l’accettazione delle misure della Troika con una sorta di Grexit. Che nelle alte sfere del giornalismo lo facciano in malafede, questo è palese. Il problema è che molti lettori in buonafede ci cascano e allora dobbiamo fare una scrematura di tutte le balle, partendo dalla balla regina. E dunque da cosa stia davvero accadendo in Polonia fino ad arrivare all’assetto dell’Unione Europea stessa e cercando di capire cosa l’UE non sia davvero, ma ci dicono che sia. Ma soprattutto cosa ci dicano che l’UE sia ma non sia davvero.
Partiamo dal secondo punto: ossia ciò che l’Unione Europea non è ma ci dicono che sia. Quando in un determinato territorio, un gruppo di persone è forte a sufficienza da imporsi sugli altri gruppi, abbiamo uno stato. Dunque, l’Unione Europea, per quanto possa autocelebrarsi, dotarsi di un parlamento, di un potere esecutivo (la commissione europea) e di un potere giudiziario, istituzionalmente è il nulla. Uno stato propriamente detto, per ogni potere esecutivo ha delle forze armate in grado di imporsi su qualsiasi altro gruppo armato presente nel territorio in cui ambirebbero ad essere competenti. Viceversa la sua volontà è semplicemente una pura emissione di fiato e di carta. L’UE non ha nulla di tutto questo e, teoricamente, se un domani l’Italia volesse uscire dall’Euro, tecnicamente non incontrerebbe ostacoli. In qualsiasi momento potremmo ricominciare a stampare la lira e creare una banca nazionale totalmente pubblica e farci quel che vogliamo. Sul piano istituzionale, l’UE non potrebbe fare nulla. Ha un esercito? Ufficialmente no. Ha una polizia? Nemmeno. Non ufficialmente almeno, sebbene molti scrivano che in realtà questo esercito e questa polizia ci siano, cosa che al momento, ufficialmente, non è.
Questo, ribadiamo, se ci limitassimo a considerare l’Unione Europea per quello che non è, istituzionalmente.
Il vero problema della storia è ciò che l’Unione Europea è davvero ma non ci dicono. Mentre i commentatori istituzionali ci dicono che è l’unione di paesi che dopo essersi scannati per secoli, ad un certo punto hanno detto “Ma sì, scurdammoce ‘o passato, simm Europa paisà”, nella realtà l’Unione Europea e tutto il suo caravan serraglio non sono che l’evoluzione dell’accordo di spartizione tra americani e sovietici all’indomani della fine della seconda guerra mondiale. Il cui scopo era semplicemente trasformare l’Europa in un insieme di stati clienti degli americani e sovietici. Se tutto ciò non ci è sembrato è perché gli americani, avendo l’interesse a che il blocco occidentale europeo non finisse sotto l’orbita sovietica, hanno finanziato e protetto militarmente l’Europa per quarantacinque anni, nel frattempo indebitandola finanziariamente. Crollata l’URSS, gli americani hanno deciso di prendersi tutto il piattino così come ovviamente, se a crollare fossero stati gli americani, lo stesso piattino sarebbe finito ai sovietici.
Abbiamo così chiaro il primo punto. L’Unione Europea non è che il garante degli interessi americani in Europa. Il suo unico scopo è impedire che le nazioni europee recuperino la propria libertà militare ed economica. Ma tutto questo non viene raccontato perché metterebbe in luce come i paesi europei abbiano negli Stati Uniti di fatto un nemico. Cosa che obbligherebbe ad una reazione, ad una scelta di campo. Che ovviamente gli Stati Uniti non vogliono. E’ probabile – anche se non lo darei per scontato – che gli americani virino verso un sostanziale isolazionismo come sembrerebbe dalle ultime loro scelte politihe ma è logico che nel frattempo cerchino di portarsi via dall’Europa quante più provviste possano, dopo averle date ai paesi europei per tanti anni. E sia chiaro, non potrebbero fare altrimenti. Hanno un debito enorme e se non lo facessero, semplicemente fallirebbero. Mentre all’orizzonte è comparsa la Cina ma soprattutto è ricomparsa la Russia. Le quali oltretutto detengono un bel po’ di debito americano che potrebbero rilasciare quando vogliono, facendo fallire l’impero americano. Ma per mascherare questa realtà pura, semplice e banale, ci si è inventati l’onnipotenza della finanza, dei mercati, delle elite, dei globalisti. Talmente onnipotenti che Putin in pochi anni li ha sbattuti tutti in galera mentre con Jack Ma, patron di Alibaba, sappiamo benissimo la fine che fanno i ricchi imprenditori cinesi quando si mettono contro il Partito Comunista del posto. Se Russia e Cina avessero avuto un debito americano, tutto ciò non sarebbe stato possibile. Ma avendo debiti bassissimi, tutte le speculazioni finanziarie americane si traducono in un sistematico nulla di fatto. Tradotto, la finanza e le elite contano qualcosa solo quando uno stato non è autosufficiente.
Chiarito questo, ci si rende conto che i paesi europei – compresa la Germania – sono *tutti* nei guai. Perché hanno, ciascuno, chi più chi meno, un debito enorme che ci rende schiavi della finanza americana e ci impedisce quelle scelte che davvero ridarebbero sovranità ai paesi. E quel debito è a Wall Street dove risiedono tutti i finanzieri che hanno speculato contro le economie e le monete dei singoli paesi affinché si piegassero e fossero costrette ad accettare un ingresso nell’UE che tutti i politici davvero assennati di quegli anni definirono folle. Tra cui c’era anche quel PCI che, caduta l’URSS, si convertì alla narrazione europeista.
La tanto temuta Troika, che per come è strutturata non è che la longa manus degli americani, è l’espressione di questi mercati. Se la Troika decide che un paese debba fallire, quel paese fallisce. Tanto per essere chiari, è la Troika ad ispirare non solo l’economia ma anche la subcultura e tutta la monnezza arcobalenata che ogni giorno tormentano il dibattito pubblico. E c’è la Troika anche dietro il complotto Covid.
Mettersi contro la Troika è possibile solo con un’alleanza robusta su base europea, meglio ancora se con la protezione – ovviamente non disinteressata – della Russia o della Cina. Meglio se di entrambe. E non è detto che poi la destinazione sarebbe migliore. Passi per la Russia che è un paese sostanzialmente europeo ma passare dagli USA alla Cina significherebbe passare da un padrone perfido ma sostanzialmente a noi vicino sul piano culturale ad un altro padrone i cui costumi sono totalmente incompatibili con quelli occidentali.
Questo lungo preambolo è necessario perché la questione della Polonia non va affrontata sul piano giurisprudenziale chiedendosi se la corte costituzionale polacca abbia torto o ragione. Torti e ragioni non rientrano in canoni universali. I diritti di un paese sono i reati di un altro. Ciò che troviamo non solo lecito ma addirittura morale, altrove è immorale ed è vietato. Non ha senso chiedersi se la Polonia abbia il diritto di ritenere illegittima la UE e dunque i trattati ad essa correlati, come del tutto pretestuoso– specie se l’accusa viene da quei tedeschi che debbono gran parte della propria prosperità ad un debito di guerra cancellato – è rinfacciare i soldi che i polacchi avrebbero ricevuto. Perché essenzialmente le uniche cose che contano nel diritto internazionale sono i rapporti di forza. E poi perché, finora, non è successo niente di che. Se la corte costituzionale polacca dice che l’UE è illegittima, la Polonia può facilmente approvare una modifica costituzionale che, di fatto, la renderebbe legittima. E’ anche per questo che nonostante la questione sulla Polexit sia ormai sui giornali da mesi, l’ho ignorata. Perché, di per sé, ad ora siamo ancora “a carissimo amico”. Tutto dipende da ciò che vorrà la classe politica polacca. Se la corte costituzionale ha decretato l’illegittimità dell’UE, due sono le cose. O la Polonia esce dall’UE – sottolineo dall’UE perché la Polonia (come la Gran Bretagna) nell’Euro non c’è mai stata – oppure preparerà in pochi giorni una legge che di fatto annullerà la decisione della corte costituzionale.
Partendo dal presupposto che ogni paragone con la Brexit è improprio (gli inglesi hanno tutt’altra forza, hanno uno stato ufficiale ma un impero nascosto da mille scatole cinesi), nella prima delle ipotesi, tutto sta nel capire se la Polonia ha qualcuno che le sta coprendo le spalle, promettendole l’acquisto dei titoli di stato polacchi e una copertura militare. E questo farebbe pensare che a muoversi siano i russi, per esempio. Oppure anche i cinesi. Se così fosse, l’uscita della Polonia sarebbe l’inizio della fine del fantomatico “sogno europeo”. Non che i sogni russi e quelli cinesi siano migliori e certo i polacchi non debbono aspettarsi che la brace eurasiatica sia migliore della padella euroamericana. Occorre capire se russi e cinesi abbiano l’interesse ad accelerare il crollo dell’asse euroatlantico oppure aspettino che, prevedibilmente, crolli da solo per poi raccogliere a costo zero le economie europee come, peraltro, in parte già sta accadendo. Se questo fosse il caso – e vorrebbe dire che non c’è alcuna protezione – la classe politica polacca non avrà altra scelta che aggiustare la decisione dei giudici con una legge costituzionale, viceversa la Troika potrebbe semplicemente ridurre l’economia polacca in pura e semplice poltiglia nel giro di ventiquattro ore. Basterebbe anche solo annunciare che i titoli di stato polacchi non verranno rinnovati e la Polonia assaggerebbe la medicina già sperimentata in Italia e in Grecia: spread alle stelle, “fate presto!” tuonato dai giornali di tutto il paese, governi tecnici, macelleria sociale. E tutto quel che tragicamente sappiamo.
In sintesi, bisogna capire se la Polonia è protetta oppure no.
E in base a questo, capiremo se davvero all’orizzonte si intravede una Polexit. Cosa che, purtroppo, io non vedo affatto scontata.
FRANCO MARINO
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