Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

CONTRORDINE COMPAGNI, “REPUBBLICA” È DI DESTRA – L’ULTIMA FOLLIA PROGRESSISTA (di Matteo Fais)

Una mattina, mi sono svegliato, oh bella ci… No, caspita! Una mattina, gli italiani si sono svegliati e hanno appreso che il giornale della Sinistra colta – borghesemente colta –, salottiera, sospesa tra il caviale, l’aragosta e una proletaria forchettata di polenta, è di Destra. CHE COSA? REPUBBLICA DI DESTRA? Non lo dico io, ma i loro intellettuali di riferimento, quei Pasolini tarocchi fabbricati in Cina.

È accaduto che sul noto quotidiano sia comparso un articolo di Luca Ricolfi (https://www.repubblica.it/cultura/2021/10/31/news/politicamente_corretto_le_cinque_varianti_delle_parole-324526175/),  sociologo laureato in filosofia, professore ordinario di Analisi dei dati, famoso perché ogni tanto si azzarda a fare pelo e contropelo ai suoi compagnucci – uso questo termine, perché pure lui è di Sinistra, ovviamente, come ogni persona a cui, in Italia, viene riconosciuto il titolo di intellettuale. L’argomento è quello del politicamente corretto e il nostro non è che le mandi a dire. Attenzione, non li spedisce neppure a fare in culo come dovrebbe essere, ma quanto meno li mette in guardia dal cascare a piedi uniti nel ridicolo.

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Apriti cielo, gli invasati del culto progressista, la setta Murgia & company, sono andati in deliquio ed erano già pronti a convocare l’esorcista. La paladina del femminismo from Sardinia ha subito lanciato la sua fatwa, a mezzo Twitter: “Leggo Ricolfi su Repubblica e non posso fare a meno di pensare che il clitoride ha 8000 terminazioni nervose, ma ancora non è sensibile quanto un editorialista italiano maschio bianco eterosessuale quando sente minacciato il suo privilegio”. Sorvolando sulle 8000 terminazioni nervose – piuttosto nervose – della scrittrice, è stato impossibile non provare una immediata e sincera simpatia per Ricolfi. “Maschio bianco eterossessuale”: senza virgole, da recitare tutto d’un fiato – che goduria. Naturalmente, il quesito è sorto spontaneo: ma questo sociologo ha anche dei difetti? Così, giusto per sapere.

Ma bando ai murgismi. Che ha scritto di tanto compromettente sto Ricolfi? Mah, invero, niente di che. Tutte cose decisamente sensate, tipo che il politicamente corretto è nato in America, su per giù tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80 del secolo scorso, che “La sinistra americana, un tempo concentrata – come la nostra – sulla questione sociale, ossia sulle condizioni di lavoro e di vita dei ceti subalterni, a un certo punto […] ha cominciato a occuparsi sempre più di altre faccende, come i diritti civili, la tutela delle minoranze, l’uso appropriato del linguaggio”, che tale posizione è “profondamente idealistica e anti-marxista”, infatti finisce per creare “un fossato fra la sensibilità dei ceti istruiti, urbanizzati, e tendenzialmente benestanti, e la massa dei comuni cittadini, impegnati con problemi più terra terra, tipo trovare un lavoro e sbarcare il lunario”. Non so da dove venga fuori tanta ragionevolezza a Sinistra, per di più sulle colonne di “Repubblica”, ma evidentemente i cattolici hanno ragione, ogni tanto capitano dei miracoli.

Un positivo sgomento sale, proseguendo nella lettura: “questa svolta linguistica […] preferiva cambiare il linguaggio piuttosto che la realtà”; “pericoloso per la convivenza democratica”. Poi, ci sono critiche varie alle solite balzane idee tipo gli asterischi inclusivi (“Ciao a tutt*”) o al fatto che ognuno possa scegliersi il genere sessuale che preferisce e gli altri gli debbano pure dare retta. Insomma, c’era il tanto per sottoscrivere un abbonamento decennale a “Repubblica”.

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Peccato che i compagni di avventura e sventura di Ricolfi non l’abbiano presa bene. Sulle bacheche Facebook di molti si è cominciato a mettere in dubbio il valore della sua opinione. Sarà laureato in Filosofia, docente in Sociologia, membro di questa e quell’altra fondazione, ma come si permette di aprire bocca sto “maschio bianco etero”? Mica possiamo permettere a un Signor Rossi qualsiasi di scrivere su Repubblica, cari camerati… pardon, cari compagni. Qui siamo a livello di bar dello sport, se ogni docente universitario può farsi un’opinione e metterla nero su bianco. Le competenze, per Dio, le competenze! Questo Signore, mica è laureato in politicamente corretto, come noi.

Naturalmente, qualche anonimo commentatore ha provato a buttarla sul “Io non lo condivido, ma avrà pure diritto anche lui di di…”. Peggio che aver bestemmiato in Chiesa. L’ortodossia si è scatenata. I peccatori sono stati invitati a pentirsi amaramente della loro trasgressione. Guardate, compagni, che spesso si pecca anche solo col pensiero. Adesso, ripetete con noi che lui non ha alcuna competenza per aprir bocca nella nostra sovietica Italia… Che ansia! Questi chiederebbero la laurea in Ginecologia Industriale anche a Rocco Siffredi, se avesse l’ardire di parlare di questioni di fica.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

Un commento su “CONTRORDINE COMPAGNI, “REPUBBLICA” È DI DESTRA – L’ULTIMA FOLLIA PROGRESSISTA (di Matteo Fais)

  1. Quando popoli si ficcheranno in testa che destra e sinistra no sono ormai (e forse son stati fin da inizio) altro che… due braccia di istesso corpo marcito… ci si scanna orizzontalmente da oltre un secolo e… si perde di vista contesa verticale in un pianeta dove meno di 1% di umani detengono oltre 95% di risorse finanziarie e planetarie… e fanno ogni giorno di più il buono e il cattivo tempo…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/

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