NON LA TOLLERANZA MA LA VIOLENZA E’ LA MADRE DELLA DEMOCRAZIA E DELLA LIBERTA’ (di Franco Marino)

Il Novecento, definito secolo breve – e in realtà non ancora concluso – ci ha consegnato due dogmi: l’ineluttabilità della democrazia e la condanna acritica, sempre e comunque, della violenza. Di quanto la democrazia sia, nella sua forma attuale, un ideale troppo recente per poterlo considerare ascritto al DNA umano, si è già scritto. Viceversa, di come la violenza a volte sia necessaria per sbloccare certe situazioni, si parla poco. E la ragione è ovvia: se passasse questo principio, tutte le classi politiche sarebbero a serio rischio.
In realtà la condanna della violenza, oltre che antistorica – tutte le democrazie odierne, dalla Rivoluzione Francese alla Resistenza, nascono nel sangue – è stupida esattamente come la sua esaltazione critica. Solo un pazzo scatenato potrebbe sperare nel ritorno degli anni di piombo e del terrorismo, in moti insurrezionali. Ma solo un imbecille può pensare che nel momento in cui si cade vittima di una tirannia, l’uscita possa essere democratica. E dal momento che non sono né pazzo né imbecille, ritengo che da questa situazione se ne esca con una violenza intelligente. Come essa vada praticata, non posso dirlo certo in un articolo di giornale. Ma nel momento in cui si ritiene di essere finiti nelle mani di una classe politica di criminali disposti a distruggere questo paese, il sangue che si versa deve essere l’ultimo dei problemi di chi vuole liberarsene.
Ma molti, anche tra coloro che in teoria sono convinti che siamo nelle mani di dittatori, considerano questo discorso un tabù. Sono convinti, di volta in volta, che l’eroe di turno possa essere Puzzer, la Schilirò, Paragone, Salvini, la Meloni, Borghi, Bagnai, Grillo. Poi, di volta in volta, gli idoli cadono e tutti si indignano, neanche considerando forse che il problema fosse a monte.
In questi casi, di solito ricorro ad una metafora abbastanza efficace per spiegare l’inevitabilità di un’azione di forza: supponiamo che a casa vostra arrivi un ladro con potenzialità omicide. Sapete che la Polizia, se interverrà, lo farà quando ormai è troppo tardi. Cosa fate per cacciare il ladro? Gli sparate o disobbedite civilmente alla sua richiesta di consegnarvi i gioielli? Gli dite “Mettiamo ai voti la tua richiesta di rubarci quello che abbiamo” oppure vi mettete nelle condizioni di neutralizzarlo?
Naturalmente, l’obiezione in questi casi è che i politici che ci governano potrebbero non essere dei ladri e dei violenti. Ma questo non cambia la questione. Infatti qui non si vuole stabilire che lo siano – per me lo sono, ma è una mia opinione – ma chiarire il metodo.
Se voi non siete convinti che siano dei ladri criminali, è giusto che continuiate a trattarli come interlocutori con i quali magari non siete d’accordo ma che comunque considerate avversari. Se, invece, pensate che al governo vi sia una cricca di criminali psicopatici, ha senso pensare di liberarsene con metodi democratici?
Occorre che tutti si mettano in testa che la democrazia e la libertà non hanno nulla a che fare con la pace e la tolleranza ma col loro esatto contrario. Solo un popolo bellicoso, marziale, indisponibile a cedere la propria libertà al tiranno, pronto a tutto pur di difenderla, vivrà in uno stato democratico e liberale.
Il punto è esattamente questo. Siamo in una fase storica in cui bisogna assumersi la responsabilità di ciò che pensiamo e diciamo. L’opinione che questa classe politica sia in realtà una cosca mafiosa, è discutibile. Io la ritengo tale ma rispetto l’opinione di chi la pensa diversamente.
Che però di un’opprimente cosca mafiosa ci si liberi con la tolleranza e la non violenza, seguendo regole democratiche, non è un’opinione.
E’ una scemenza e basta.
FRANCO MARINO
Certo che è così, i vari personaggi da te elencati non sono che degli abili parolai che fanno presa sui non pensanti.. per cui non trovo nulla da eccepire sulla tua disanima. Considerando la situazione drammatica in cui versa il nostro paese, da molti anni, credo si sia arrivati ad un punto di non ritorno, il colpo di coda che ci porterà dritti dritti là dove hanno deciso da molto tempo di portarci . Non abbiamo a che fare con stupidi assetati di potere,certamente lo è la “bassa manovalanza “ mi chi tira i fili di questo piano di destabilizzazione mondiale ha menti sopraffine. Puzzer.. non condivido il suo “ vogliamoci tutti bene” ma gli riconosco di aver smosso le coscienze e il merito di aver innescato una forma di dissenso. Ora è ovvio che egli non possa, non ne ha la caratura ne i mezzi per quanto sia consigliato ed assistito ora da altri nel portare avanti il loro progetto , trasformare in qualcosa di veramente incisivo questa presa di coscienza… chi è ora in grado di raccogliere questo fermento ? Non ne vedo purtroppo.. gente che la pensa come te, come noi c’è ,seppur in minoranza, ma nessuno di noi è in grado di trasformare questo in una rivoluzione liberatoria… come sempre purtroppo le parole stanno a zero, certo sono utili, indispensabili per aiutarci a capire, ma poi è imperativo agire..
Si vis pacem, para bellum
Purtroppo è così come affermato da te…..
Coi criminali e tali sono non puoi porre l’altra guancia ma difenderti coi loro stessi metodi….
Quanto è vero… purtroppo.
Mi tocca dare ragione agli americani e al loro fanatismo psicopatologico verso le armi da fuoco. Ora comprendo le origini di questa loro ‘distorsione’ mentale e la sto rivalutando. Forse si tratta soltanto di una risposta difensiva verso un potere del quale non ci può fidare, né ora ne mai.
Sono cresciuta con un fratello ed una sorella. Ci siamo dati tanti schiaffoni e sono serviti tutti. La favola che con le buone maniere si risolve tutto, è appunto solo una favola.
Bravo, cito sempre il tuo “non se ne andranno con le buone” ma resto inascoltato.
Il concetto di democrazia oggi è diventato talmente “democratico” che ciascuno ha la libertà di trasformarlo a proprio piacimento.