BERLUSCONI E LA MAFIA (di Franco Marino)

Si può lasciare un partner e comunque mantenere con esso un rapporto di rispetto. Non è che solo perché è finito un amore, si deve parlare male della persona con cui si è condiviso un rapporto profondo. Quando parlo di Berlusconi, non parlo certo di un amore finito – so di essere fuori moda ma sono eterosessuale – ma per certi versi il Cavaliere è stato un punto di riferimento. Se sono diventato un imprenditore, è stato sul suo esempio. Gran parte delle mie idee politiche sono mutuate pari pari da Forza Italia e da Berlusconi stesso. Al punto che quando molti mi dicono “tu che non sei più berlusconiano”, li stoppo subito dicendo loro che io sono ancora berlusconiano. E’ Berlusconi a non essere più berlusconiano.
Sui voltafaccia del Silvio nazionale si è scritto tutto e il suo contrario. Chi accenna ad una demenza senile – ma è improbabile – chi invece crede che sia ricattato e che dunque reciti la parte del nonnino buono per non farsi attaccare dai nemici. Ma noi qui dobbiamo valutare le cose per come sono. E Berlusconi ormai è semplicemente irriconoscibile.
A questo punto le strade si biforcano. C’è chi, quando abbandona il berlusconismo, diventa più antiberlusconiano di Travaglio, rendendosi così ridicolo. E c’è chi invece prende atto che una storia politica è finita, come può capitare. Non per questo rinnega le sue battaglie in difesa di chi un tempo ha sostenuto.
Questo è il mio caso. Non è che solo perché oggi Berlusconi ha una linea diametralmente opposta alla mia su vaccini e green pass, allora divento un simpatizzante di Travaglio, di cui continuo a non avere stima e simpatia.
Questa lunga premessa è tuttavia fondamentale per chiarire che continuo a ritenere l’accusa a Berlusconi di essere un complice di Cosa Nostra semplicemente stupida e in malafede. Continuo a ritenere che l’idea che Berlusconi possa essere il mandante delle stragi siciliane del 1992, possa essere partorita solo da un malato di mente.
L’accusa a carico di Berlusconi si basa oggi su due capisaldi: i rapporti con Mangano, il famoso stalliere, e i finanziamenti che sarebbero arrivati da Mediaset a Cosa Nostra, sui quali peraltro, a parte le parole dei pentiti, non c’è il minimo riscontro.
Su Mangano la cosa è semplice: è del tutto impensabile che Berlusconi e Dell’Utri non sapessero chi fosse l’ex-boss. Questo è vero. Nessuna persona sana di mente può pensare che con tutti gli stallieri della Brianza, guarda caso Berlusconi ne scegliesse uno dalla Sicilia.
Il problema è che comunque questo non prova la mafiosità di Berlusconi come non la provano niente i finanziamenti del Cavaliere ai clan.
Provano sicuramente il fatto che Berlusconi abbia pagato un’associazione criminale. Ma la domanda è: chi ci dice che non l’abbia pagata solo per stare tranquillo?
Anche io ho avuto problemi di pizzo. Ho rifiutato di pagare e ho visto la mia vita letteralmente a soqquadro, per colpa di uno stato che sembrava dare più per scontata la mia malafede che quella dei miei estorsori. A partire dalla continua ricerca di prove da parte mia, dall’esigenza di beccarli in flagranza di reato, nonostante di deflagrazioni nel vero senso della parola ce ne siano state ben due e cioè due automobili bruciate.
Ho girato per anni con la pistola addosso, temendo che da un momento all’altro venissero a spararmi. Per anni ho provato quella sensazione di angoscia all’accensione della mia auto, temendo che esplodesse. Tutte cose capitate a tantissime persone. Ecco perché pur essendomi rifiutato sempre di pagare, provo sempre solidarietà nei confronti di chi non ha la stessa tenuta nervosa e decide di cedere. Perché la verità è che noi imprenditori siamo buoni solo come mucche da mungere da parte di uno stato che non si fa scrupolo ad invertire l’onere della prova quando si tratta di tasse da pagare ma poi adotta i massimi scrupoli nei confronti dei persecutori di persone perbene.
Poi certo, io ero un piccolo imprenditore e Berlusconi un uomo molto più potente di me. Ma non c’entra nulla.
Se Berlusconi ha pagato la mafia, ha certamente finanziato un’organizzazione criminale. Ma dov’è lo stato quando deve proteggere i cittadini perbene? Dov’è quando permette a mafiosi e camorristi di circolare indisturbati, anzi facendoci anche accordi?
Vengono così in mente le parole di Giovanni Falcone, molto chiare: “Non possiamo pretendere l’eroismo da inermi cittadini”.
In un paese sano e normale, l’emergenza è la criminalità. Organizzata e non. Non un’influenza. In un paese sano e normale, lo stato non insegue i corridori in tempo di lockdown. Ma chiude le piazze di spaccio che proliferano e lavorano indisturbate. In un paese sano e normale, la vita di merda la fanno i criminali. Non le persone perbene.
Dunque, questo moralismo su Berlusconi fa semplicemente stomacare.
Se ha pagato la mafia è perché la mafia è più forte dello stato.
E, almeno su questo, Berlusconi non ha colpe.
FRANCO MARINO
Bravissimo… che poi, in fondo, che differenza c’è, tra loro, e lo stato???