Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

SI FIDANO DI UN AUTISTA DI AUTOBUS NUDO (di Matteo Fais)

Non so che idea si siano fatti dell’esistenza i pro-vax. Io, di mio, diffido di chiunque. Sarà che ho preso più cazzi in culo che carezze ma, per natura, sono sempre guardingo. Per carità, non chiudo in galera nessuno senza la certezza delle sue colpe, ma certo non metto alla prova la sua onestà – non si sa mai.

I tedofori del vaccinismo estremo mi ricordano quelli che, come dice Woody Allen, prestano la loro fiducia a un autista di autobus nudo. Voglio dire: come si può credere a questa improvvisa vocazione per la salvezza sanitaria nazionale, da parte di una classe politica che non ha fatto se non danni – scientemente arrecati – a noi cittadini? Davvero, è come salire su un autobus guidato da un uomo nudo e pensare che ci condurrà a destinazione senza problemi.

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Strano Paese il nostro! Si trovano medici per far punture a ogni ora del giorno e della notte, ma se vai in un pronto soccorso, per bene che ti vada, devi attendere due ore – solitamente, sono dieci, però. E no, non avviene solo perché c’è il covid. Era così anche in precedenza. Come mai tanta solerzia convive con altrettanta negligenza? Mistero della Fede.

Chiaro che a uno con un po’ di sale in zucca gli venga qualche dubbio… Tipo: ma non sarà che mi stanno prendendo per i fondelli? Possibile che nessuno metta in dubbio tutta questa buonafede. Non c’è una cosa una che funzioni nello Stivale, salvo la catena di montaggio delle inoculazioni. Non c’è un mezzo euro per far niente – fosse pure assumere altri medici e infermieri, per supportare tutti i malati che abbiamo –, ma per far vaccini apriamo pure le fiere, chiamiamo il DJ, e offriamo l’aperitivo ai ragazzi – non sto scherzando, è successo davvero nella mia città.

Sui giornali, ogni giorno che Dio manda in terra, c’è sempre la solita storiella di Tizio, Caio o Sempronio, no-vax pentito che si è beccato il covid. Ma non vi sembra vagamente propagandistica la cosa? Come mai non c’è, invece, la storia di Giuseppe, o Maria, che hanno fumato come turchi per dieci anni e, poi, si sono ritrovati con un cancro nello stomaco grande come una busta d’arance? Eppure, non c’è famiglia che non conti un decesso per tumore.

Draghi, e prima di lui Conte, vengono salutati dalla folla come neppure Gesù Cristo dopo il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Ancora mi chiedo cosa abbiano fatto esattamente per migliorare la mia e la vostra condizione. Se qualcosa è successo, poco ma sicuro, non me ne sono reso conto. Mi piacerebbe tanto, comunque, che qualcuno me lo spiegasse, perlomeno prima che arrivino a essere beatificati.

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E poi questo culto per la scienza, che sembra una specie di zona metafisica, un luogo dello spirito in cui il denaro non ha diritto di cittadinanza e l’onestà è il primo comandamento. Eppure, sappiamo tutti del Ministro Francesco De Lorenzo e del suo sodale Duilio Poggiolini, di come siano stati corrotti dalle case farmaceutiche. Per non parlare delle tante denunce subite da coloro che materialmente, oggi, stanno producendo i famosi vaccini.

Insomma, per voi, tutto tranquillo e a posto, c’è da fidarsi e da star sereni? Qui, più che Woody Allen, ci aiuta il nostrano Totò, in Totòtruffa ’62. Avete presente quella scena dove il personaggio di Antonio si prende la ramanzina del suo ex compagno di classe, il commissario Malvasia? Il fustigatore lo redarguisce dicendogli che dovrebbe smetterla di procacciarsi da vivere con espedienti e truffe, comportandosi da persona onesta ed evitando di raggirare i fessi. Lui gli risponde che non è colpa sua se i fessi sono in maggioranza. Come dargli torto. Certo, lui non sarebbe mai salito su un autobus guidato da un uomo nudo.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

Un commento su “SI FIDANO DI UN AUTISTA DI AUTOBUS NUDO (di Matteo Fais)

  1. Purtroppo Totò aveva ragione. Il potere ha bisogno di fessi che gli vadano dietro fideisticamente senza porre domande.
    Da parte mia posso dire che quelle poche volte in cui ho cercato di far sorgere il dubbio nelle persone troppo convinte delle proprie idee, ho ottenuto l’effetto contrario. Si sono irrigidite ulteriormente nelle proprie ‘certezze’.
    Penso che sia meglio lasciare ognuno al proprio destino e restare aperti al dialogo, della serie: se un giorno mai ti verrà un dubbio, vieni da me e parliamone, altrimenti vai per la tua strada ed io vado per la mia.

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