Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

L’EDITORIALE – IL LETTORE DI “LA REPUBBLICA”, OVVERO IL FALSO INTELLETTUALE (di DAVIDE CAVALIERE)

In Italia, per sentirsi intelligenti basta davvero poco. Non si deve far altro che “credere” ai vaccini, alla scienza, alla famiglia Angela e, ovviamente, leggere La Repubblica. Il quotidiano fondato dal canuto Papa della banalità, Eugenio Scalfari, è il testo sacro dei progressisti mediamente colti che, a dispetto della loro cultura superficiale, si credono delle menti superiori.

I fruitori regolari di mattinali come La Repubblica, Domani od Open sono gli uomini senza qualità dei tempi moderni. Individui da dizionario dei luoghi comuni, manifestazioni di quella bêtise che affascinava e inquietava Flaubert. Non è difficile immaginarseli mentre pendono dai labbroni siliconati della teutonica Gruber, o rannicchiati in salotto a leggere un testo di Scanzi, con alle spalle un arido mobile su cui spiccano i libri color pastello della Biblioteca di Repubblica.

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Questi sottoprodotti di una cultura media, ossia alla portata di tutti, straripante di banalità e ancorata al progressismo salottiero, hanno avuto modo di sentirsi confermati nella loro farlocca superiorità per merito di un articolo della loro Torah, La Repubblica, ça va sans dire, intitolato: Vaccino Covid: chi sono gli italiani che lo rifiutano, a firma di Sabina Pignataro

Il lancio del pezzo in questione, che traccia l’identità del antivaccinista italiano, è farcito di strafalcioni ortografici, che il “repubblichino” illuminato, nonostante l’assidua lettura dei libercoli di Augias, non rileva. Circostanza che conferma la sua sostanziale ignoranza, malamente celata dietro a un bagaglio di nozioni da liceale distratto e spettatore di programmi con velleità intellettuali.

Il “temibile” no vax, che stando alla ricerca illustrata nell’articolo è un adulto poco istruito, mediamente povero e residente in aree rurali, diventa l’oggetto di un dileggio digitale arrogante e dozzinale. Non si può non notare il linguaggio scarno e stereotipato dei commentatori compulsivi ed entusiasti del noto quotidiano nazionale. Sono soggetti imbottiti di spazzatura televisiva e letteraria spacciata per cultura, come tutti i depensanti si sopravvalutano e gonfiano il proprio ego vomitando sui social media la loro inesistente supremazia intellettuale.

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Il suddetto e desolante spettacolo si ripete ogni giorno, da anni, e non accenna a diminuire. Si tratta di un fenomeno che ci restituisce lo stato dell’elettorato di sinistra: un concentrato di idee scontate, di tesi convenzionali, di individui aggressivi e altezzosi che posano da aristocratici dello spirito. Il progressista mediocre che ha appaltato il proprio senso critico a Repubblica è l’individuo adatto a questo tempo: nemico della complessità (sempre richiamata) e della profondità (sempre evocata). Leggere i commenti agli articoli del quotidiano di Scalfari significa avere una visione del prossimo futuro, quando tutti gli uomini saranno senza memoria e autentica cultura.

Davide Cavaliere

 L’AUTORE

DAVIDE CAVALIERE è nato a Cuneo, nel 1995. Si è laureato all’Università di Torino. Scrive per le testate online “Caratteri Liberi” e “Corriere Israelitico”. Alcuni suoi interventi sono apparsi anche su “L’Informale” e “Italia-Israele Today”. È fondatore, con Matteo Fais, del giornale online “Il Detonatore”. 


2 commenti su “L’EDITORIALE – IL LETTORE DI “LA REPUBBLICA”, OVVERO IL FALSO INTELLETTUALE (di DAVIDE CAVALIERE)

  1. Sono contro la terapia sperimentale genetica (non chiamiamola più “vaccino” dato che non lo è).
    Ho un’età compresa fra i 35 e i 49 anni.
    Sono pieno di lavoro.
    Ho un livello educativo mediamente elevato (stando al giudizio di chi mi sta intorno).
    Ho una salute non molto buona.
    Vivo in centro città.
    Soprattutto mi informo leggendo tutto, proprio tutto, così da avere le mie idee.
    Proprio per le mie idee, indipendenti e libere, non mi adeguerò alla Terapia sperimentale genetica, ma spero che la sedicente giornalista Sabina Pignataro si faccia inoculare quanto prima il “vaccino” a lei tanto caro. Insieme a lei, i suoi colleghi, i suoi padroni ed i “lettori” de La Repubblica.

  2. Il dottor professor premio Nobel Luc Montagnier dice che i cosiddetti vaccini attuali sono una ciofeca.

    Repubblica probabilmente nemmeno sa cosa sia, se non una forma di istituzione statale attualmente sospesa nella maggior parte dell’Europa.

    Va bene per tirare su la cacca del cane perchè, nonostante il piombo, si decompone prima dei sacchettini di plastica riciclabile.

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