Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

LUANA E IL MASCHICIDIO (di Franco Marino)

Mio nonno amava raccontare una barzelletta. Un figlio prende da parte il padre e gli confessa di essere omosessuale. “Papà sono gay”. Il padre gli chiede: “Hai una macchina?” Il figlio risponde: “No”. Il padre insiste: “Hai un appartamento dove vivere?” “No”. “Ti consideri bello, affascinante?”, “Non più di tanto”. “Ti consideri fine ed elegante?”. “Mi piacerebbe ma certo non sono così…”, “Ti puoi permettere una vacanza a Saint Moritz?”.” No papà”. “Allora non sei gay, sei ricchione”.
Con quella barzelletta, non omofoba come si potrebbe pensare a prima vista, si criticava la tendenza di certe categorie a regolare l’accettazione dei singoli sulla base di peculiarità accessorie, come per esempio la collocazione politica o lo status personale, che nulla hanno a che fare con la propria tipologia: un gay di destra – e ce ne sono tantissimi – sperimenta sulla propria pagina social pesantissimi insulti di natura omofobica che provengono sorprendentemente proprio da quella sinistra arcobalenata che sta lottando per imporre il ddl Zan. E se venisse ucciso, non si parlerebbe di delitto omofobico oppure si cercherebbe magari di dire che è stato ucciso dalla medesima cultura che tentava di propagandare. Ed è già successo.
Analogo trattamento viene riservato ai tantissimi neri leghisti o di destra – e ce ne sono tantissimi anche lì – e alle tante donne che si pongono frontalmente contro le pieghe misandriche del femminismo.

E’ pensando a quanto sopra che vorrei collocare la vicenda di Prato. Dove è morta una giovane donna, Luana, per un incidente sul lavoro, cosa che, ovviamente, non può che essere vista come una tragedia.
Episodi come questo sconcertano e indignano chiunque svolga un lavoro faticoso e pericoloso nonchè chiunque rischi la vita per portare a casa la pagnotta. E pur tuttavia, la narrazione che ruota attorno a questa vicenda apre più di una riflessione. Ho scritto altre volte che i diritti civili sono in grave pericolo per un pericolosissimo virus che si chiama “doppio standard”. E’ quella particolare sindrome per cui se si dice qualcosa ad una donna che “sta dalla parte giusta” come può essere la Boldrini, si corre il rischio di fronteggiare una cosiddetta “shitstorm” (letteralmente, tempesta di merda) da parte delle truppe cammellate della sinistra.
Curiosamente però, contro la Meloni che è invece sospettata di “stare dalla parte sbagliata” viene riservato e riversato di tutto, senza che il medesimo esercito proferisca parola. E qui si ritorna alla differenza tra gay e ricchione.
In Italia ogni anno sul posto di lavoro perdono la vita mille persone e la stragrande maggioranza di esse non sono belle ragazze, con un passato da comparse nei film di Pieraccioni. Ma maschi, bianchi. Questo significa che il giorno in cui la povera Luana è caduta nel macchinario che ne ha provocato la morte, altre tre persone hanno perso la vita.
La cosa che disturba più di questa vicenda è che si è dovuto aspettare che morisse una donna fotogenica per scoprire che sul posto di lavoro, ogni giorno, muoiono in media dalle tre alle cinque persone, il 90% dei casi di sesso maschile. Si tratta dunque di una questione tipicamente maschile. Ma nessuno si sognerebbe di definirlo “maschicidio”, parola orrenda come già lo è di suo il “femminicidio”.

Non occorre dilungarsi in ulteriori considerazioni per spiegare come sia questo a scatenare il cosiddetto odio: la percezione che se stai dalla parte sbagliata, non ti viene riservata nessuna tutela. Se sei di sinistra sei gay, se sei di destra sei ricchione. Se sei di sinistra e ti chiamano puttana, un esercito di donne capeggiato dalla Boldrini riverserà sull’offensore gli orwelliani minuti d’odio, mentre se sei di destra possono dirti che sei dove sei perchè hai succhiato l’uccello del capo. Se sei di sinistra, sei “di colore”. Se sei di destra sei solo uno sporco negro
E’ esattamente questo che toglie credibilità ai diritti civili. L’idea che essi si regolino sulla base dell’appartenenza ad una categoria. Il totalitarismo odierno non tutela il singolo ma la categoria.
Ed è esattamente questo il punto di rottura che ne provocherà la distruzione.

FRANCO MARINO

2 commenti su “LUANA E IL MASCHICIDIO (di Franco Marino)

  1. Proprio vero…
    Se sei di sinistra..puoi anche scopare in S.Pietro… con Francesco che applaude..
    Al contrario ..in camporella..offendi il pudore di lepri e fagiani…logico sei di dx…

  2. Qualche anno fa è crollato un capannone (mi pare in Puglia) dove lavoravano madri a 3 euro l’ora. Un pochetto di rumore sui media ci fu, ma è evidente che le morte non erano fotogeniche a sufficienza. Dimenticate quelle verrà dimenticata anche questa, anzi la notizia è stata amplificata proprio per nascondere la verità, ovvero che dei sudditi schiavi non frega un cazzo a nessuno, anzi dovrebbero ringraziare che si offra loro la possibilità di morire per due spicci e avere la foto in prima pagina.
    Gli africani vengono in Italia per sentirsi come a casa.

Rispondi a Giorgio Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *