Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

L’EDITORIALE – CARA LUCARELLI, E LA SUA SAREBBE UNA STORIA DI AMORE TOSSICO? (di Matteo Fais e Clara Carluccio)

CARA SELVAGGIA, SE LA SUA STORIA È TOSSICA, NOI UOMINI COMUNI ANNEGHIAMO DA UNA VITA NEL VELENO (di Matteo Fais)

“[…] per una topina giovane in minigonna si sentiva ancora pronto ad andare in capo al mondo. Cioè, almeno fino a Bangkok. Che comunque sono pur sempre tredici ore di volo.” (Michel Houellebecq, Le particelle elementari)

Sono profondamente convinto che il grosso delle belle donne – ma direi, più in generale, tutte quelle non bruttissime – come Selvaggia Lucarelli, vivano l’amore più o meno come il radical chic vive il mondo reale, ovvero senza rendersi conto di come vadano le cose per le persone comuni. 

Chiaro che se la mattina devi scegliere tra l’aragosta e il dentice, il tuo orizzonte esistenziale sarà diverso da quello di chi potrà mangiare massimo pasta al burro – sempre ammesso che riesca a mettere insieme il pranzo con la cena. Tendenzialmente, avrai pensieri più nobili, come la fame nel mondo, il problema climatico. Ogni avvenimento, poi, tipo un improvviso capello bianco intravvisto imbellettandoti allo specchio, ti indurrà a porti altissime domande sulla caducità dell’esistenza e via dicendo. 

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Insomma, la bontà e la profondità sono qualcosa che uno deve potersi permettere. La miseria, al contrario, immiserisce, porta all’egoismo e al contemplare il mondo come qualcosa di ostile – se sto crepando di inedia, sai quanto me ne fotte dell’innalzamento delle temperature. Parallelamente, i grandi interrogativi sull’Essere e la finitudine del Sistema Solare passeranno del tutto in secondo piano

In amore, capita qualcosa di molto simile ed è per questo che al maschio medio viene da sorridere sentendo il podcast della Lucarelli, in cui la giornalista racconta di una sua relazione “tossica” (https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/04/08/selvaggia-lucarelli-racconta-la-sua-relazione-tossica-pulii-le-fughe-nere-della-doccia-mosaico-con-uno-spazzolino-per-soddisfare-una-sua-mania-amare-per-me-era-compiacerlo/6159346/amp/). Secondo lei, la storia in questione sarebbe da definirsi tale perché non pensava che a compiacerlo e una volta, essendo costui un fissato con l’igiene, si mise a pulirgli la doccia “perché tra un tassellino e l’altro si formavano le famose fughe nere” che lui non poteva sopportare. 

Mi verrebbe da dire “me cojoni!”. E questo sarebbe un amore tossico? Non oso contare le volte in cui mi sono piegato, abiurando a qualunque forma di dignità, alle volontà più assurde di una donna, per compiacerla, per non sentirla gracchiare lamentele tutto il giorno, perché speravo di farci sesso, o molto più banalmente perché la amavo. Beata Selvaggia che, palesemente, in quanto donna e piacente, è abituata a non chiedere mai. 

Io, che sono un brutto, quindi non propriamente concupito da mezzo mondo, solo se una fosse così gentile da darmi la fica per mezz’ora, le serberei eterna gratitudine – non scherzo, se la più stronza delle mie ex dovesse richiamarmi e chiedermi un favore non sarei così forte da negarglielo, essendo che per me è già un mezzo miracolo che una mi abbia calcolato. Figurarsi per una bella che mi dovesse dire “sei il sogno della mia vita e ti amo alla follia”. 

Cara Lucarelli, mi creda, a lei in amore le è andata molto ma molto bene. La sua non è una rovinosa caduta nel fango, ma appena un trascurabile incidente di percorso in una brillante carriera sentimentale. Magari le donne con cui sono stato si fossero limitate a pretendere da me la pulizia della doccia. Ci metterei un milione di firme per essere trattato con tanto riguardo. Non sa quanti discorsi stupidi mi sono subito per un bacetto, quando non ho dovuto sopportare le risatine di una somaraccia, nella speranza di un po’ di attenzioni, con lei che mi trattava da mezzo scemo perché le avevo suggerito di leggere un libro o di ascoltare Wagner. Lo so, lei dirà “ma con che donne sei andato? Colpa tua, se ti sei buttato via”. Il fatto è che, se non sei abituato alle attenzioni femminili, vieni presto a transazione con la tua coscienza e ti accontenti anche di una che ha come massima lettura Topolino e i cui gusti musicali ruotano intorno alle Spice Girls.

E attenzione, non sono solo io. Conosco amici, arrivati vergini a trent’anni, che avrebbero venduto il culo della madre in cambio di una carezza. La maggior parte degli uomini che ho incontrato in vita mia non beccava uno scaldabagno che se li inculasse neppure a pregarlo in turco. Faccia lei. Se, dal suo punto di vista, quella relazione era tossica, poco ma sicuro, io morirò consumato da tutto tutto l’acido che ho accumulato in corpo.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Da ottobre, è nelle librerie il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

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E SAREBBE TOSSICO DEDICARSI AL PROPRIO PARTNER? (di Clara Carluccio)

Evidentemente, oggigiorno, la tossicità nelle relazioni è un concetto particolarmente esteso, se adesso Selvaggia Lucarelli, dal suo elevato rango intellettuale, vende anche la pulizia della doccia come un atto di sottomissione

Al netto del fatto che le persone benestanti hanno sempre disposto di una servitù dedita ai lavori domestici e che, per il compleanno del proprio compagno, una donna, di solito, si inventa qualcosa di più accattivante dello sbiancamento delle fughe, non vedo i presupposti per parlare di relazione tossica

Ultimamente vengono scambiate per verità assolute delle semplici opinioni di personaggi in voga, abbondantemente retribuiti per esternare accadimenti e modi di pensare apparentemente propri.

La Lucarelli, fiera dei suoi frequenti proclami arroganti e stupidi, questa volta ha ricevuto il compito di confondere le idee dei suoi fans minorati, circa i limiti di sopportazione nella coppia. 

Ma se parliamo con uno psicologo qualsiasi, ci dirà che esistono persone deboli, pericolosamente attaccate al partner e con una tale fobia di rimanere sole che sono disposte a dimenticare del tutto le loro necessità, in favore di quelle altrui.

L’accettazione di ogni sorta di crudeltà e umiliazione (insulti, botte, imposizioni, divieti, sensi di colpa, tradimenti), allo scopo di garantirsi la presenza dell’altra persona, è clinicamente classificata sotto la voce di “Dipendenza Affettiva”. Questo disturbo comporta una sofferenza enorme da parte del più debole, che riconosce il proprio malessere e la totale incapacità di affermare sé stesso. Nonostante ciò, non ha la forza di separarsi dalla fonte del suo male. 

Insomma, scenari ben più gravi e laceranti di quelli raccontati dalla nostra influencer preferita. Inoltre, pulire il bagno rientra semplicemente tra le doverose e normali attenzioni da rivolgere alla propria abitazione, se non si vuole vivere in una fogna. Che poi lo si voglia convertire in un regalo di compleanno, va benissimo, basta però non rinfacciarlo nei secoli a venire, descrivendolo, come la stessa prezzolata opinionista ha fatto, addirittura come una “perdita di razionalità”. Senza dimenticare il fatto che il gesto è scaturito da un suo sincero desiderio di appagare il partner, un tipo particolarmente ligio alla pulizia, e da un sentimento naturale che lei stessa evidenzia: “Amare per me era compiacerlo”. 

La propaganda anti amore, che viene portata avanti per guidare al fallimento ogni relazione significativa, passa inevitabilmente anche attraverso una visione più egoistica dei rapporti di coppia. Quando le manifestazioni di vicinanza e devozione non sfociano nello schiavismo, cosa ci sarebbe di male, esattamente, a compiacere la persona amata? 

Le relazioni si giostrano proprio sull’alternanza delle necessità proprie e di quelle dell’altro, in ogni contesto. È un fatto naturale, anche se vogliamo far passare per deviato, che una persona innamorata dedichi attenzioni e gentilezze alla sua metà. Ma la cosa più bella è che, quando i gesti vengono fatti con sincero affetto, se ne ricava una gioia che non pretende niente in cambio. 

Vedo maluccio un suo possibile nuovo compagno se, nel mezzo di qualche slancio di passionalità, si aspetta che la molto traumatizzata Selvaggia gli dedichi una prestazione specificamente orale. Non sia mai che dare piacere solo all’altro,per un paio di minuti, le risulti troppo tossico. 

Clara Carluccio 

4 commenti su “L’EDITORIALE – CARA LUCARELLI, E LA SUA SAREBBE UNA STORIA DI AMORE TOSSICO? (di Matteo Fais e Clara Carluccio)

  1. Vi invidio sinceramente lo stomaco (probabilmente trattasi di una parafilia) che dimostrate nel seguire le vicende personali e/o narrative di personaggi di tale caratura. Poi dicono che internet è “solo uno strumento”… Tzk. Del Male, sì, forse.

  2. La genialità della lucarelli è proprio quella di risvegliare attenzioni, ovviamente ostili, facendo leva sulla più naturale delle pulsioni, l’invidia. Vedendo la stronzata proferita e il rango sociale a cui la fa assurgere il mio naturale senso di giustizia insorge, ed ecco che dedico tempo ed energie psichiche a confutare ed analizzarne la pochezza, alimentando così il circolo vizioso. Più visibilità, più credito mediatico, più stronzate. Una magnifica carriera costruita sulla propria stupidità ma anche sull’intelligenza di conoscere l’umana indole.

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