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DICIAMOCI LA VERITA: LA RAI NON SERVE PIU’ A NULLA (di Franco Marino)

Inizio questo articolo parlando di tennis anche se la nostra non è una rivista sportiva, perchè in realtà non voglio parlare di tennis ma solo usarlo per introdurre il tema che poi giustifica l’articolo.
Ieri un italiano di poco meno di diciannove anni e mezzo, Jannik Sinner, raggiunge la finale di un torneo 1000 di tennis, il master di Miami. Non era mai accaduto che un italiano così giovane ottenesse un risultato così prestigioso nel circuito ATP. Non so se Sinner sia candidato davvero ad essere il primo italiano ad arrivare primo nel ranking e personalmente non lo credo: ha ancora troppe lacune tecniche che, specie sulle superfici veloci, lo penalizzano, un servizio troppo prevedibile e un gioco a rete approssimativo. Cosa che purtroppo gli ha impedito di vincere la finale di ieri. Di sicuro, il parere che mette tutti d’accordo è che Sinner sia destinato ad essere il più forte tennista italiano di tutti i tempi, forse proprio perchè possiede tutte quelle caratteristiche fastidiose e poco italiane che si possono riscontrare solo in un altoatesino, cioè in un italiano non davvero italiano: freddezza, cerebralità, continuità.



Ma non è di questo che volevo parlare. Il punto è che io ieri – qui dove abito non ho ancora Sky – la finale me la sono potuta vedere solo in qualche streaming sul web. E la RAI? Eh già, la RAI, quella a cui noi paghiamo il canone in bolletta – sennò ci staccano la luce – non mi ha permesso di vedere la finale di un torneo così importante. Prima che i mercatisti inizino a rompere le palle, so bene che Sky aveva i diritti ma il punto è proprio questo: se io pago il canone quasi quanto un abbonamento a Sky, mi aspetto di vedere le cose che vedo a Sky. E invece non vedo assolutamente nulla di significativo, di professionale.
In compenso non mancano propaganda LGBTQ, immigrazionista, talk-show politici orientati, repliche di repliche, revival di revival, l’immancabile cinquantennale dell’esibizione in coppia di Battisti e Mina – strepitosa ma dopo cinquant’anni anche basta – marchettoni di VIP in favore di altri VIP, a partire da Amadeus che chiama gli amici suoi come concorrenti ai Soliti Ignoti per non lasciarli senza mangiare – gli stessi che poi magari ci tuonano di restare a casale messe pasquali con preti mascherati e distanziati, gli stessi che celebrano le gesta di quel Gesù che vinceva la morte e andava vicino ai lebbrosi senza – si presume – mascherine. Il tutto con lo sfondo del consueto terrorismo covid che da un anno tiene in ostaggio sessanta milioni di italiani.

Per tutta questa merda, noi ogni anno paghiamo il canone.
Il che fa sorgere spontanea la domanda: ma la RAI in concreto a cosa serve?
Diciamoci la verità: la RAI non serve più a nulla.

FRANCO MARINO

3 commenti su “DICIAMOCI LA VERITA: LA RAI NON SERVE PIU’ A NULLA (di Franco Marino)

  1. E invece la RAI serve benissimo ai partiti politici di ogni appartenenza, sopratutto quelli di sinistra, dove perpetuare tramite i vari canali la loro propaganda e pensiero unico/terroristico. Con il pizzo chiamato canone.

  2. Anche chi capisce poco di tennis può arrivare a vedere come Sinner raggiungerà (non si sa quando, nè per quanto, nè con quali risultati, ma sono variabili che accompagnarono altre grandi carriere, come quella di Andy Murray, per esempio, o Stefan Edberg prima di lui) il posto n°1 nella classifica ATP: è il più forte giocatore della sua età, e per distacco.
    Dunque basta aspettare: tutti quelli più forti di lui sono più anziani o ai limiti del ritiro.
    Quanto allo stereotipo dell’italiano caciarone, approssimativo e isterico… be’, è il classico luogo comune propugnato dai media, e diventato irreversibile costume nazionale.
    In realtà di freddi calcolatori agonisti, strateghi, micidiali e competenti sono pieni i settori d’eccellenza. Ma in tv non vanno (a parte Draghi per dovere istituzionale, e si vede chiaramente quanto preferirebbe evitare) perchè a loro la merda non piace.
    D’altra parte pure Sinner ha spostato la residenza fiscale a Montecarlo: più italiano di così…

  3. Suor Gertrude della Colonnata quasi settanta anni fa ha profetizzato a Pippo Franco: la RAI non chiuderà i battenti e continuerà a sfilare i soldi degli italiani, finché tu non interpreterai il ruolo di protagonista de “Lo Spazzino Investigatore Puzzone”.

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