Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

GRANDE RESET O GRANDE RESA DEI CONTI? (di Franco Marino)

C’è stato un momento della mia vita in cui ho aspettato che un vecchio signore morisse. Non l’odiavo affatto, ché anzi lo vidi soltanto quando acquistai una nuda proprietà, ma il vincolo dell’usufrutto si sarebbe sbloccato ovviamente soltanto con la sua morte. Del resto, fare il calcolo di ciò che sarebbe conseguito a quella fine non era impresa né malevola né peregrina: il pover’uomo aveva novant’anni ed era paralizzato a letto. Non era certo indelicato pensare alla sua morte.
Ma il signore compì novantuno anni. Novantadue. Novantatré, ed era sempre lì. Costava alla famiglia un bel po’ di denaro, perché aveva bisogno di due badanti, ma compì anche i novantacinque anni. I novantasei. Insomma cominciai a convincermi che fosse immortale. Per farla breve, prima di morire compì cento anni. E la cosa mi sorprese molto più di quanto lo avrebbe fatto se fosse morto di lì a poco come si prevedeva.
Racconto questa storia perché è indicativa di come reagiamo emotivamente ai fatti della vita. Se un episodio assolutamente sicuro comincia a tardare troppo, sotto sotto si insinua il sospetto che forse non si verificherà mai. O comunque si verificherà troppo tardi per avere effetto sul quadro che noi avevamo previsto.
A queste considerazioni ho pensato mentre leggevo un articolo sul Corriere dove si irridevano le previsioni millenaristiche che si possono vedere sui social, che vedono un’imminente catastrofe globale, che irridono i teorici del Grande Reset e insomma il solito campionario di anticomplottismo.




In realtà, quello che molti indicano come Grande Reset non è altro che una Grande Resa dei conti di un problema di antichissima origine che è molto semplice: c’è in giro nel mondo un quantitativo enorme di carta che è superiore di almeno otto volte al PIL dei singoli paesi che, oltretutto, deve la sua essenza anche e soprattutto a questa montagna di carta, senza la quale, sarebbe in realtà molto più basso.
In sostanza, tutto l’Occidente si regge su un gigantesco schema Ponzi che, come la tipologia di truffa creata da Carlo Ponzi che di fatto la inventò, consiste nel generare denaro aumentando i debiti. Questo sistema si tiene in piedi fintanto che la gente, non accorgendosi della natura truffaldina dell’economia attuale e soprattutto della natura di truffatori degli stati moderni, non decide di liberarsi di ogni carta moneta e qualcuno, avendo capito il sistema, non decida di costruire uno stato parallelo con una sua rete economica e di impossessarsi di tutto quel debito, salvo poi vendere tutto d’un botto e causare una gigantesca tempesta finanziaria che ridurrà l’Occidente in un cumulo di macerie.
Questa cosa non viene capita perchè in generale sono poco noti i meccanismi che regolano il denaro con i suoi relativi rapporti economici. Ma il denaro, quando non è una moneta ma una carta moneta, non è altro che un titolo di credito, una “promessa” di ricchezza che acquisisce valore nel momento in cui viene convertito in un bene o in un servizio. Se quei beni e quei servizi sono pochi in relazione al denaro, il loro costo aumenterà per una legge fisica che è quella della domanda e dell’offerta e allora avremo l’inflazione, cioè il costo del danaro salirà. Se io ho cento milioni di euro in banca, quei soldi avranno un valore in base al valore dei beni e dei servizi che potrò comprare. In quanto tali, io potrei anche avere cento milioni di euro – che nell’immaginario comune sono un’enormità – ed essere povero. Nel momento in cui quei beni e quei servizi costano molto di più dei miei cento milioni di euro perchè l’elevata domanda è sbilanciata rispetto all’offerta, io di fatto sono povero. Se siete nel deserto e c’è un’elevata domanda di acqua, anche un bicchiere d’acqua semplice costerà cento milioni di euro.

Oggi l’Occidente si trova a dover affrontare la minaccia di un’enorme massa di carta che si sta per abbattere come uno tsunami sulle popolazioni occidentali e che non può essere affrontata se non riducendo il proprio tenore di vita. Il Grande Reset non è che la Grande Resa dei conti che i governi, nel tentativo di impadronirsi di tutte le ricchezze dei cittadini, hanno deciso di operare ai loro danni e di cui la pandemia covid-19, con tutto il suo carico di minacce civili, sociali, economiche e antropologiche, costituisce soltanto un semplice pretesto.
Il che, come al solito, riconduce al punto iniziale. O si decide di fare del male a chi gestisce il potere o il potere farà tutto il peggio che potrà farci. E sarà, anche per il potere, una semplice legittima difesa. Perchè come lo è per noi, anche per il potere è questione di sopravvivenza.

FRANCO MARINO

Un commento su “GRANDE RESET O GRANDE RESA DEI CONTI? (di Franco Marino)

  1. Ottimo articolo, grazie.
    Mussolini comprese queste cose 100anni fa, infatti si adoperò per ripristinare il “sistema Stato” attraverso la creazione del diritto sociale. Allora, ci si poteva anche arricchire ma mai impoverire.
    Siamo sicuri che gli alleati ci bombardarono (a fascismo terminato!) solo per cacciare i tedeschi? Ho da sempre qualche dubbio.

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