Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

IL RECIPIENTE AMERICANO E’ PIENO DI LIQUIDO INFIAMMABILE. TRUMP E BIDEN SONO SOLO DUE MOLECOLE (di Franco Marino)

Non ricordo chi scrisse che la storia è finita nel 1936 e dopo è stata solo propaganda ma secondo me sbagliava per ampio difetto. In realtà, se si fa forse eccezione per Tucidide, tutta la storia è propaganda perchè scritta o da uomini politici, come nel caso dello storico greco ma anche di Giulio Cesare, Churchill e altri, oppure da intellettuali che senza essere nelle istituzioni ufficiali, partecipano alla vita pubblica e hanno le protezioni del capo politico di turno, da ricambiare tessendone le lodi.
Viceversa, dal momento che – sembra incredibile nel 2020 – nell’antichità non esistevano i social network, chiunque volesse fornire al mondo la sua visione delle cose, poteva solo sfogarsi su un diario che sarebbe caduto nel dimenticatoio.
In quanto propaganda, la storia non è mai davvero obiettiva ma sempre legata all’esaltazione o alla demonizzazione dei protagonisti, in base a chi abbia interesse a proteggere chi la scrive. Se ci limitassimo a leggere Seneca e Petronio, in pessimi rapporti con Nerone, penseremmo che quest’ultimo fosse solo uno psicolabile piromane giunto per caso al potere, dedito a bruciare città e perseguitare cristiani e di questo avviso è anche il magniloquente ma falsificatorio Quo Vadis. Con Plutarco, invece, scopriamo che Nerone non fu così malvagio, che Poppea, che certamente era una prostituta, era però anche una vivace e brillante conversatrice – difficile del resto pensare che un imperatore si accontentasse di una sciacquetta – e che la madre di Nerone, da quest’ultimo uccisa, non era certo la povera vittima di un pazzo parricida nè tantomeno una per cui i figli so’ piezz ‘e core, anzi tramava per far fuori il figlio, in uno scenario che oggi ci evocherebbe Gomorra ma che a quei tempi era la regola.

Da quando i media sono passati dall’elitismo all’ipertrofia mediatica di oggi, chi forte della sua penna oppure di uno scilinguagnolo e di un volto accattivanti, riesce a costruirsi un seguito, può lasciare una traccia ancorchè piccola, comunicando non solo la sua lettura della realtà ma anche la chiave grazie alla quale vi perviene. La mia chiave si fonda sullo scassinamento di ogni drammaticità educativa e sulla rimozione del concetto di Bene e Male, di personaggi positivi e negativi, di tutto ciò che trasformi la storia in pedagogica propaganda. La storiografia tradizionale ci restituisce un’immagine positiva di Giulio Cesare e Napoleone, ai quali vengono dedicate strade e scuole mentre condanna all’inferno Hitler e Mussolini contando sulla consapevolezza che la maggior parte dei bambini raramente si chiederà mai se quella che gli stanno raccontando non sia una favola.
Per me non esistono personaggi positivi o negativi ma solo chi vince e chi perde. Chiunque combatta una guerra, deve fare il male peggiore possibile all’avversario, naturalmente riducendo al minimo il male per sè. Sulla base di questo principio, Giulio Cesare distribuiva la sua famosa “clementia”. Non era bonomia – figuratevi – ma consapevolezza che costringere l’avversario a lottare strenuamente pur di sopravvivere, avrebbe spinto il conflitto sino ad un momento in cui un errore avrebbe potuto riaprirlo in suo favore. Infatti lo stesso Cesare, ad un Vercingetorige riottoso alla resa, riservò una sorte assai poco clemente, facendolo strangolare in carcere dopo averlo trascinato per tutta Roma appeso al suo carro.

Leggere la storia cercando eroi e antieroi, ci fa cadere vittime della propaganda. I personaggi della storia, quelli che vincono e poi la scrivono, non hanno un’etica superiore a quella di un boss mafioso. Parlare di loro in termini di bontà e cattiveria dovrebbe essere proibito a chiunque abbia compiuto dieci anni. Hitler non fu nè buono nè cattivo. Fu cattivo solo perchè perse. La scelta (errata) di massacrare sei milioni di ebrei non fu quella di una belva assetata di sangue che la mattina si svegliava grattandosi il capo, chiedendosi chi massacrare, come ci viene raccontato. Semplicemente fu la reazione (sbagliata non nella forma ma nella sostanza) di un uomo che di fronte ad una contingenza che vide la Germania massacrata da quella finanza internazionale di cui alcuni ebrei erano parte integrante, decise di far pagare il conto a tutti gli ebrei stessi, eccedendo nella misura e facendola pagare non solo al banchiere colluso con la finanza ma anche ai tanti ebrei che si sentivano tedeschi da generazioni e alla Germania avevano dato il sangue. Ma un capo politico, di fronte alla scelta di dover scegliere se risparmiare milioni di nemici nuocendo a decine di milioni di suoi cittadini oppure mandare a morte quel milione di nemici, non ha il minimo dubbio: manda a morte quel milione. Che poi perseguitare gli ebrei in toto sia stato un errore, ne sono convinto anche io. Ma non cambia la sostanza dei fatti.
E questo introduce il secondo punto.

La narrazione dei Buoni e dei Cattivi è sciocca perchè ragionando in ambito conseguenzialistico e non causalistico, tributa ai suoi protagonisti un potere di cambiare le cose che in realtà non hanno perchè la storia non è la conseguenza dei personaggi ma la causa. Se, difatti, prendessimo un contenitore carico d’acqua e lo riscaldassimo, avremmo che le molecole del liquido, tutte uguali, si caricherebbero di energia, fin quando UNA di queste molecole si spezzerà, liberando energie e causando un’esplosione, spezzando quelle vicine. Questo renderà sciocco interessarsi alla sorte della singola molecola perchè anche a voler rintracciare quale ha liberato l’esplosione, le condizioni del liquido in cui essa era immersa erano tali che se non fosse stata la molecola A, sarebbe stata quella B. E l’esplosione ci sarebbe stata lo stesso.
La storia si fonda sull’intersezione di due rette. Opportunità e necessità. Quando si incontrano, le molecole iniziano a liberare la propria energia, causando l’esplosione.
La seconda guerra mondiale, dipinta come una guerra tra i cattivi Hitler e Mussolini contro il Bene incarnato da Churchill, Stalin e Roosvelt, personaggi che hanno sul groppone milioni di morti come li ha il nazifascismo, è in realtà la storia di milioni di persone. E il motivo è ovvio. Quando i cattivi salgono al potere, sia l’Italia che la Germania sono paesi completamente al collasso. In Germania, accade che i finanzieri del deep state – i progenitori di quelli di oggi, tanto per rendere l’idea – dapprima concedono un grosso prestito alla Repubblica di Weimar che sul momento sembra risollevare le condizioni della Germania, poi simulano una crisi borsistica col risultato che la Germania si ritrova in una condizione da terzo mondo con gli ospedali chiusi, l’economia ridotta alla miseria, la mortalità infantile sale alle stelle, il ceto medio, un tempo benestante, divenuto proletariato. Stupisce così tanto che, costruendo sulla rabbia e sulla paura i propri successi, Hitler e Mussolini prendessero il potere? E poi, Mussolini dirigeva un giornale, Hitler era un noto agitatore politico, entrambi possedevano grandissime doti affabulatorie e soprattutto, essendo entrambi in condizioni economiche difficili, con gli avversari (comunisti) pronti a metterli al gabbio, avevano anche la necessità di dichiarare guerra al sistema per sfuggire ad una sorte che sarebbe stata assai poco benevola se non si fossero mossi in prima persona. Ma al posto loro ci sarebbe potuto essere Mario Rossi o Jurgen Muller. Nessuno di noi sa chi sono. Ma non sarebbe cambiato nulla.
Questo vale anche per la politica italiana. A sinistra sono sempre stati convinti che bastasse eliminare l’avversario per affermare se stessi, non tenendo presente che se c’era un’ampia parte di popolazione che accettava di farsi sedurre dalle balle del partito attraverso l’Unità e Rai 3, ce n’era un’altra che invece si faceva sedurre dalle balle del pentapartito.
Quando Tangentopoli fece fuori la classe politica del pentapartito, Berlusconi che aveva l’opportunità (in quanto capo di un potente network mediatico, con un popolo orfano del pentapartito) e la necessità (difendere i propri interessi personali) decise di farsi avanti. Una volta garantita a Berlusconi la protezione se avesse smesso di fare il Salvini ante litteram, lo abbiamo visto allattare gli agnelli, applaudire Biden e rigettare anni di battaglie. Anche in questo caso, l’opportunità e la necessità si sono congiunti.

Analogamente, sperare che la guerra civile tra Democratici e Repubblicani negli USA finisca quando uno dei due mollerà l’osso, denota la sconoscenza del delineamento delle due Americhe. Una di queste, sempre più minoritaria, si arricchisce a scapito della maggioranza, in uno stato di cose che porterà prima o poi ad una guerra civile. Perchè è una situazione che NON PUO’ DURARE.
Di questa guerra, Trump e Biden semmai forniscono l’estetica ma niente di più. Se anche uno dei due cedesse – e data l’età succederà “più prima che poi” – salterebbero fuori subito un altro Trump e un altro Biden. La sostanza dice che c’è un popolo di americani che vuole scannare l’altro. E prima o poi, per meccanismi puramente etologici, in ognuno dei due popoli emergerà un capo e nel momento in cui l’opportunità e l’interesse di un capo si scontrerà con l’opportunità e l’interesse dell’altro, ecco la guerra civile.
I discorsi di questi giorni sono adrenaliniferi quanto inutili. La guerra civile in America ci sarà perchè il recipiente è colmo di liquido che, se riscaldato, produrrà la fatale esplosione.
A quel punto se la molecola si chiama Trump o Mario Rossi, non fa molta differenza.

FRANCO MARINO

2 commenti su “IL RECIPIENTE AMERICANO E’ PIENO DI LIQUIDO INFIAMMABILE. TRUMP E BIDEN SONO SOLO DUE MOLECOLE (di Franco Marino)

  1. La profondità di questo pensiero è una boccata di ossigeno per ogni mente critica,che non si accontenta delle storielle di regime.
    La verità che tutti ricerchiamo, è impossibile da realizzare perché il narratore avrà sempre il suo punto di vista se non un interesse di parte, nel far prevalere un aspetto della storia.

  2. Tutto fila logico tranne una svista, Trump non è un politico, è un outsider, e la divisione è tra Patrioti e globalisti.
    Speriamo non si arrivi alla guerra civile.
    Saluti

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