Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

LA NEMESI DEI “LIBERAL”. INTERVISTA A CAMILLO LANGONE – (di Davide Cavaliere)

Con curiosità etologica, mi sono domandato quale reazione hanno atei, femministe e progressisti, quando sentono il nome di Camillo Langone

Occhi iniettati di sangue e bava alla bocca? Probabilmente no. Si limitano a squalificarlo come bigotto e procedono oltre. Fanno bene, le sue posizioni politiche e morali li causerebbero crisi nevrasteniche.

Langone è un giornalista e uno scrittore tagliente, dotato di un penna sterminatrice di mitologie progressiste. Chiunque abbia voglia di balzare fuori dal recinto sentimentale della modernità, accorra a leggerlo su Il Foglio e Il Giornale.

Oppure, compri i suoi libri. Segnaliamo in particolare: Manifesto della destra divina: difendi, conserva, prega! (Vallecchi, 2009), Bengodi. I piaceri dell’autarchia (Marsilio, 2011) e Pensieri del Lambrusco: Contro l’invasione (Marsilio, 2016).

Ha accettato di rispondere ad alcune domande per Il Detonatore

Quinzio e Ceronetti, due autori ai quali ha dedicato un articolo intitolato Gli eretici Quinzio e Ceronetti. Ecco i padri della destra divina, può approfondire questa definizione?

Il padre della definizione “destra divina” è Pasolini, ne scrive nella poesia Saluto e augurio poco prima della morte, in pratica un testamento. Quinzio e Ceronetti non sono mai stati altrettanto espliciti ma il loro carteggio pubblicato da Adelphi è abbastanza inequivocabile: vi si mostrano favorevoli alla pena di morte e contrari all’aborto, più destrodivini di così… Ceronetti ha vissuto più a lungo e ha fatto in tempo a vedere la presente invasione, avversandola senza mezzi termini.

Due anni fa ha pubblicato Come sei bella. Viaggio poetico in Italia, dove centoquattro poeti mettono in versi il luogo d’Italia più amato. Quali sono, invece, i romanzieri che sono stati capaci di raccontare la bellezza italiana?

Il libro che più mi ha spinto a viaggiare in Italia è stato Dell’Italia di Vittorio Sgarbi, non un romanzo e non un romanziere ed è meglio così. Se invece devo citare dei narratori cito Arbasino (Fratelli d’Italia) e Parise (Sillabari). Ma ancora più importanti sono stati i fotografi e il fotografo più importante di tutti è stato per me Luigi Ghirri. Lui ha fatto di più che mostrare la bellezza del Val Padana: l’ha inventata.

Ha, spesso, espresso ammirazione per Michel Houellebecq. In cosa consiste la grandezza dello scrittore francese?

Houellebecq è interessato alle questioni del presente e del futuro mentre la maggior parte degli scrittori è interessato alle questioni del passato: in Italia si vince lo Strega con romanzi su Mussolini, sulla guerra civile spagnola, su Vivaldi, sugli anni di piombo, pensa come stiamo messi.

Nel suo libro Manifesto della destra divina presenta la figura di Pier Paolo Pasolini, mostrandone però il lato più antimoderno. Può dirci quali elementi “conservatori” caratterizzavano lo scrittore friulano?

Non c’è bisogno di chissà quali scavi, il conservatorismo di Pasolini è evidente a chiunque legga le sue poesie. I versi più espliciti sono contenuti appunto in Saluto e augurio: “Difendi, conserva, prega!”. Ma già molti anni prima, ossia nel 1962, in pieno boom, aveva scritto versi addirittura reazionari: “Io sono una forza del Passato. / Solo nella tradizione è il mio amore”. Poi ci sono gli articoli scritti sul Corriere della sera e altri giornali, e credo basti qualche titolo: Contro i capelli lunghi, Il folle slogan dei jeans Jesus, Immensità del mondo contadino, Il fascismo degli antifascisti, Sono contro l’aborto

Joseph Ratzinger, in uno dei suoi libri più importanti, Introduzione al Cristianesimo, definisce il credente come “costantemente minacciato dal rischio di precipitare nel nulla”. Quali romanzieri, fra quelli che più ammira, sono stati capaci di raccontare i dubbi dell’uomo di fede?

Non sono mai stato interessato ai dubbi, a dubitare sono capaci tutti, preferisco le certezze. Per dire, ho sempre evitato di leggere il Diario di un curato di campagna di Bernanos… Il cattolico macerato proprio non fa per me. Forse perfino il romanziere cattolico non fa per me, ho il sospetto che il romanzo sia qualcosa di intrinsecamente, irriducibilmente mondano, e che Manzoni mi perdoni.

Lei ha difeso il pittore Giovanni Gasparro dall’accusa di antisemitismo, per via del dipinto intitolato Il martirio di San Simonino di Trento – per l’omicidio rituale ebraico. Cosa direbbe a chi accusa Gasparro di antisemitismo?

Non ho difeso Giovanni Gasparro dall’accusa di antisemitismo, ho difeso Giovanni Gasparro da un’aggressione censoria. In questo momento c’è un attacco senza precedenti alla libertà di espressione. Senza precedenti perché la censura è sempre esistita ma una volta era nazionale mentre oggi, grazie a internet, è globale. Non si sa dove trovare scampo. Il mio rifugio è da sempre la Bibbia ma anche citare la Bibbia oggi è pericoloso e infatti sempre più passaggi vengono omessi, innanzitutto dal clero.

Davide Cavaliere 

Un commento su “LA NEMESI DEI “LIBERAL”. INTERVISTA A CAMILLO LANGONE – (di Davide Cavaliere)

  1. Sono d’accordo:
    “La sua spada difende i deboli”
    “La sua ira abbatte i malvagi”
    Dall’Antico Codice della Cavalleria,
    Che l’Occidente si basa su di essa.

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