Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

IL VERO PUNTO DIETRO LE MINACCE A MATTEO FAIS (di Franco Marino)

Matteo Fais, direttore e fondatore de Il Detonatore

Poichè molti di voi mi hanno chiesto una mia opinione sulle minacce ricevute da Matteo Fais, rispondo, partendo da una premessa.
Una delle cose che mi hanno convinto – riluttante come sono ad ogni collaborazione – a donare le mie energie a questa rivista è la grande libertà intellettuale che vi si respira. Fatte salve alcune estemporanee collaborazioni, a reggere il moccolo siamo in tre. Il Gran Mogol Fais, il Caballero di Cuneo Davide Cavaliere e un caneuccello partenopeo, io.
In comune abbiamo solo di essere contrari ad ogni forma di mainstream. Per il resto, Davide Cavaliere è un filoamericano e io sono un filorusso con tratti di antiamericanismo. Fais non si capisce bene cosa sia. E questo è a suo modo un pregio perchè vuol dire che è uno che non ama i centri di gravità permanente del mainstream.
Cosa io sia lascio il giudizio a voi lettori.
Capita dunque anche che i punti di vista su qualcosa siano divergenti e questo non ci impedirà mai di essere amici.
Se volete che vi dica che condivido il punto di vista di Matteo Fais sull’universo femminile, onestamente dico di no. Fais, come i grandi bomber, segna tanti gol ma ogni tanto fa anche dei clamorosi errori. E sul perchè, sul caso di Willy Monteiro, secondo me ha sbagliato un gol a porta vuota, magari scriverò un altro articolo. Se mi va.
Ma la cosa interessante è che già so che Matteo Fais e Davide Cavaliere non me lo censureranno mai. Al limite, tra una risata e l’altra e, magari dal vivo, bevendo un’Ichnusa o mangiando una pizza o magari mordicchiando i deliziosi cuneesi, mi diranno che ho scritto una cazzata. Ma questa cazzata mi consentiranno sempre di scriverla senza alcuna censura.
Mentre l’aggressione mediatica da bulli contro di lui è rivelatrice di che schifo di setta sia diventata la pseudosinistra italiana, consacrandola ancora di più, se necessario, come problema da risolvere.
No, non sono d’accordo con gli articoli di Fais. Ma mi onoro di far parte di un giornale dove posso scriverlo e dove il Direttore al limite mi manderà a quel paese ridendoci su per telefono.
E mi fa paura un mondo dove se si dice “la cosa sbagliata”, si possono rischiare pericolose conseguenze.
Lunga vita al Detonatore e se qualcuno anche solo osa toccare i miei colleghi, quelli di oggi, di ieri e di domani, si prepari a vedersi resa la vita un inferno da me. Se poi qualcuno vuole vedersela direttamente con me, mi scriva in privato e vediamo se, en plein air, è disposto a fare il bullo con me. Perchè un conto sono le critiche e quelli di Fais sono articoli passibili di critica come ogni cosa. Altro sono le censure e il cyberbullismo.
La libertà di espressione o è totale o non è.
Spero di essere stato chiaro.

FRANCO MARINO

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