Il Detonatore

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LORENZO TOSA, L’APOSTOLO ZUCCHEROSO DEL PROGRESSISMO E DEI BUONI SENTIMENTI (di Davide Cavaliere)

L’ex grillino Lorenzo Tosa è diventato un fenomeno della Rete, una punta di lancia della sinistra, una diabetica e diabolica incarnazione del militante progressista contemporaneo. I suoi post su Facebook sono imbarazzanti, trasudano una bontà talmente artificiosa da risultare ridicola. Accorgersi della sua mancanza di sincerità è facile come sbarcare a Lampedusa, un gioco da ragazzi tunisini.

Tosa, come tutti i presunti intellettuali della sinistra, ha un’idea altissima di sé. Si crede un cavaliere della luce in lotta con le tenebre, un demiurgo venuto a plasmare il mondo per rifarlo più giusto. Dal suo profilo Facebook c’informa di credere “nel progresso”. Ma lui, in realtà, non si sente solo un fedele delle “magnifiche sorti e progressive”, bensì un loro facitore. Ammantato di Bene e Giustizia, come una novella Antigone, si batte contro i reazionari che rifiutano la sua idea di progresso. Da una parte coloro che lavorano per l’avanzamento della società, i buoni; dall’altra quanti ostacolano la marcia dell’umanità verso il meglio, i cattivi. Tertium non datur. Negli anni Trenta si sarebbe detto “o con noi o contro di noi”

Tosa è un manicheo, come tutti i totalitari e i custodi di verità e illuminazioni. Con la sua faccia da saputello arrogante, non lo dice, non lo può dire, sarebbe troppo onesto, qualità rara fra quelli della sua stirpe ideologica, ma per lui l’umanità di destra è composta da untermenschen da condurre verso la ragione attraverso l’educazione e la cultura. Come Europa ha domato il toro, Tosa vorrebbe fare lo stesso con quanti non si sottomettono alla sua koinè, cioè quella del nostro tempo. Ha i tratti psicologici del narcisista patologico ed esaltato, convinto di avere una missione nei confronti del consesso umano.

La logica di Tosa e dei suoi epigoni, sebbene si nasconda dietro cataste di gentilezza avariata, è di una brutalità disarmante. Conosce solo l’aut-aut, è binaria, priva di sfumature, cadaverica. Non ammette ombreggiature, gradazioni, analisi, profondità, poiché s’insinuerebbe il dubbio e il dubbio potrebbe rivelare la verità oltre la semplificazione belluina. Come spegnere la razionalità? Tosa lo sa bene: usare il sentimentalismo, l’empatia spicciola, il languore umanitario, il buonismo colloso e nauseabondo.

Tutto, nei suoi post e nel suo libro, è dolce, dolcissimo, dolciastro. Si ha l’impressione di trovarsi di fronte a uno zuccherificio in forma umana. Le sue narrazioni sono sempre positive, edificanti, morali, catechistiche, più ingenue di una recita scolastica di bambini delle elementari. Tosa vuole toccare il cuore del lettore, solleticargli le ghiandole lacrimali, suscitare quella indignazione impegnata e civile caratteristica dell’elettorato di sinistra. Il carnevale “tosiano” è una sfilata di maschere miracolose: stranieri realizzati, donne di successo, studenti militanti, manifestanti antifascisti e tutti i restanti arlecchini della commedia non più umana, ma umanitaria. 

Le fiabe social di Tosa iniziano sempre con la presentazione di un uomo o di un luogo, un incipit conciso e diretto. Poi si dipana la buona novella del giorno e, alla fine, arriva l’invito speranzoso, la morale, il suggerimento, la riconoscenza, l’amore. La chiusura è una variazione sul tema “restiamo umani”, il motto di Vittorio Arrigoni, il marinaio filopalestinese strangolato dai… palestinesi. Si tratta di chiusure che disorientano il senso critico e lo costringono nel perimetro dei buoni sentimenti. 

Il bel Tosa è un forgiatore di miti leziosi, un plotone che scarica pallottole svenevoli contro i lettori. Al tempo stesso, un intelletto superiore che, dalla cima più alta dove si colloca, osserva con chiarezza la direzione di senso della Storia. Il progresso lo ha posto su un’altura privilegiata, da cui può far scendere il Giusto sul popolo “illico” della destra. Sotto la sua presunzione verniciata di smorfiosità cosa si trova? Niente.

                         Davide Cavaliere 

3 commenti su “LORENZO TOSA, L’APOSTOLO ZUCCHEROSO DEL PROGRESSISMO E DEI BUONI SENTIMENTI (di Davide Cavaliere)

  1. Tosa è un morto di gloria che ha leccato il deretano a tutti i partiti possibili, ottenendo sempre lo stesso risultato. A Destra lo prendono per il culo. A Sinistra pregano che si trovi un lavoro, poichè ogni suo post determina mediamente 50 voti recuperati dalla destra. Il corpus del suo seguito è costituito da vecchi, disperati, casalinghe, analfabeti funzionali.

  2. E’ semplicemente assurdo che abbia piu’ seguaci fb di altri ,e’ secondo solo a Salvini.
    Qualche giorno fa ha pubblicato un'”accorata” difesa della legge che ha legalizzato l’aborto,ma purtroppo per far questo ha attaccato i gruppi pro-life,che fanno solo del bene aiutando le donne a portare avanti la gravidanza. L’ho segnalato e denunciato ai vari gruppi pro-life.
    Se avete il coraggio di andare sulla sua pagina fb e leggere il suo post, incazzatevi come ho fatto io. Anzi, un coglione del genere non merita nemmeno l’incazzatura nei suoi confronti.

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