Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

L’EDITORIALE – RAGAZZI, SE SIETE DI DESTRA, ISCRIVETEVI A FILOSOFIA (di Matteo Fais)

La laurea non serve a un cazzo? Probabile. Cionondimeno, è necessaria. Anche per vendere barzellette – anzi, in particolare per far commercio di queste -, è essenziale. In un confronto con Massimo Cacciari, pure per dirgli che sta raccontando solo stronzate, Salvini, deve rivolgersi con deferente ossequio al primo e far precedere ogni affermazione da un “PROFESSORE” che già lo pone in una posizione, dialetticamente parlando, di subordinazione. Se il leader della Lega avesse completato il suo percorso di studi in Lettere con indirizzo storico, le cose non starebbero in questi termini e Ca(c)ciarOne dovrebbe velocemente abbassare la cresta da gallo cedrone.

La Destra ha questo brutto vizio di non voler capire che non conta solo la sostanza. La forma ha una sua importanza. Certo, se si va dal meccanico o dal pescivendolo, per promettergli meno tasse, lui se ne sbatterà dei bei giri di parole, delle similitudini ricercate, ecc. Siamo d’accordo, eppure Bagnai, quando deve smerdare Conte, lo fa con quel sottile piacere di un pari grado quanto a titoli e carriera. E, se lo chiama “Presidente”, è solo per provargli con maggior gusto il suo scarso valore.

La laurea in Filosofia, si sa, è forse oggi la più sottovalutata in generale e, in particolare, da una certa parte politica. Dal dopoguerra, e forse anche prima, riservata ai ricchi borghesi sinistrati, è ormai, insieme alle facoltà in cui la si insegna, esclusivo appannaggio di animali da centro sociale – e lo scrivo a ragion veduta, essendo io laureato nella materia in questione. 

Il problema della sudditanza psicologica della Destra, però, deriva proprio dal non aver abbastanza sostenitori in quell’ambiente dove si forma e si dà sostanza al discorso culturale nazionale, ovvero le facoltà di Lettere e Filosofia. Noi non vogliamo capire che c’è un motivo se la Sinistra ha voluto mettere le mani proprio su quelle roccaforti e che, per riconquistare il solo potere che conti – quello culturale -, serve ripartire proprio dal luogo per elezione del nemico

Dunque, se siete giovani di Destra e, in questi giorni, state prendendo la decisione della vostra vita – quella riguardante il vostro futuro -, io vi consiglio di iscrivervi in Filosofia, o Lettere – comunque in una facoltà umanistica. Per combattere il vostro nemico – il comunismo e i suoi odierni derivati liberal -, dovrete diventare quanto più possibile simili a lui. Non sottovalutarlo, ma quasi arrivare ad amarlo, se non altro a riconoscerne la potenza e l’abilità persuasiva tale da far impallidire Goebbels.

È stato in quelle aule sconce e piene di graffiti idioti che io ho imparato, nella consueta situazione del tutti – docente compreso – contro uno – me -, come si affrontano i comunisti. Se sopravvivi, poco ma sicuro, sei uno con due coglioni così. 

Lì ho appreso e affinato le armi della logica. Soprattutto, ho compreso come ragiona un sinistro, la sua distorsione intellettuale. Ho visto come lavora un intellettuale organico, diretta emanazione del Partito, come porta avanti il suo processo di propaganda e indottrinamento.

Sempre in prima fila a lezione e cercando per quanto possibile di partecipare da infiltrato a tutte le discussioni, manifestazioni, incontri e dibattiti, io sognavo una Destra simile alla Sinistra, strutturata come una colossale macchina da guerra sovietica – l’ho detto, il proprio nemico suscita sempre maggiore ammirazione dell’amico. A oggi, resto convinto che quella sia la via. Ma bisogna studiare Marx, Marcuse, Deleuze, Foucault, Derrida – i quali, tra parentesi, non dicono mica sciocchezze -, arrivare a comprendere come rovesciarli contro la stessa Sinistra. Se in qualche modo, ogni tanto, la cosa mi riesce, lo devo solo a quella impareggiabile palestra intellettuale in cui ero solo contro l’armata rossa dell’intellighenzia sinistra.

Matteo Fais

 L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. A settembre, sarà nelle librerie il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

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