Il Detonatore

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IL SESSANTOTTO È ODIO PER LA CIVILTÀ CRISTIANO-BORGHESE (di Davide Cavaliere)

Il Sessantotto è stata un grande rivoluzione antiborghese. Quali che fossero le sue anime, situazioniste o leniniste, trotzkiste o maoiste, anarchiche o guevariste, alla base del Sessantotto si colloca l’odio per la civiltà cristiana e borghese. Gli intellettuali ispiratori della grande rivolta dello scorso secolo, Sartre, Marcuse, Adorno, Foucault, Derrida, Said, sono, nonostante le differenze di orientamento filosofico, acerrimi nemici della borghesia. Tutti questi filosofi della Sinistra hanno manifestato una feroce ostilità verso la classe media, l’uomo comune, il proletariato “imborghesito”, le loro tradizioni e ambizioni. L’avversione nei confronti delle persone normali, muove di pari passo con il rifiuto del loro modo di pensare, che significa razionalità e senso comune, ovvero quell’insieme di convinzioni e norme definite decency, che contemplano decoro, pudore, tolleranza, ragionevolezza. 

I sessantottini e i loro guru hanno respinto tutti i valori e le creazioni della civiltà liberale, si sono opposti alla famiglia monogamica, all’eterosessualità, alla patria, al lavoro, alla ragione, alla fede, allo stato, al mercato, alle prigioni e alle caserme. Allo stesso tempo, hanno celebrato la pazzia, la perversione, il gioco, la comune, l’amore libero, il cosmopolitismo, il celibato, il desiderio e le droghe. Le serigrafie del tempo parlano chiaro: “vietato vietare“, “né maestro né dio“, “godete senza ostacoli” e così via. La morale e la razionalità dei borghesi sono intrinsecamente oppressive e “castranti”. L’atteggiamento antirazionale di pensatori come Michel Foucault non è una distorsione, ma una caratteristica del loro modo di vedere il mondo. Un rigetto totale dell’ordine liberale e del pensiero occidentale classico

Il programma dei sessantottini è negativo e negatore. Trattasi di una rivolta gnostica contro l’esistenza, in nome di un “nuovo mondo” indefinito e utopico. Una grande ribellione anarchico-gnostica che, condannando come male assoluto la borghesia, l’Occidente e i loro valori, esalta come “Bene” liberatorio tutto ciò che l’universo cristiano-borghese condannava. I contestatori si fabbricano una loro morale alternativa, più morale proprio perché immorale. Una nuova catechesi anticristiana, oscena, omosessuale, transessuale, dionisiaca, antisessista, adulterina. La sessualità deve essere liberata dalle pastoie della morale ascetica e noiosa dei borghesi. “Liberazione” è una parola chiave della fuffa sessantottina. Tutti i tabù devono cadere, tutto dev’essere sdoganato: poligamia, omosessualità, incesto e pedofilia. 

Il “vietato vietare” preme l’acceleratore verso una società permissiva, pornografica e dissoluta. I numerosi tentativi messi in atto dalla Sinistra neomarxista per legalizzare il sesso coi bambini vanno collocati in questo contesto, in questa frenesia liberalizzatrice, che intendeva fare tabula rasa di un passato detestato ed edificare un paradiso in terra che fosse l’esatto opposto del presente. Nessun complotto, dunque, nessuna trama occulta, poiché tutto è stato scritto, detto, rivendicato. Chi non vuole vedere è cieco o complice.

                         Davide Cavaliere 

L’AUTORE

DAVIDE CAVALIERE è nato a Cuneo, nel 1995. Si è laureato all’Università di Torino. Scrive per le testate online “Caratteri Liberi” e “Corriere Israelitico”. Alcuni suoi interventi sono apparsi anche su “L’Informale” e “Italia-Israele Today”. È fondatore, con Matteo Fais, del giornale online “Il Detonatore”. 

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