Il Detonatore

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LA NAZI-SINISTRA DIETRO GLI INSULTI A BOCELLI (di Franco Marino)

Chiarisco un paio di cose come premessa. Da appassionato di musica classica e di lirica, non ho mai amato Bocelli. Che sta alla lirica come la pizza americana sta a quella italiana. E che ha senza dubbio una voce megagalattica ma non è un tenore. E’ un cantante. Il genere musicale che lo ha portato al proscenio è il crossover, ossia una volgarizzazione dei canoni classici del canto lirico, mescolata al pop. Poichè al mercato musicale piace, Bocelli ha compiuto la scelta, perfettamente legittima, di accarezzarlo. Avrebbe la sua rispettabilità se non pretendesse di essere musica lirica ma purtroppo pretende di esserlo. Ciò nondimeno non posso che applaudirlo per aver conquistato il mondo intero con la sua arte.
Per cui il mio non è un riconoscimento speculare al disconoscimento delle truppe cammellate della sinistra che dopo le uscite negazionistiche sul covid-19 di Bocelli stanno improvvisamente ricordandosi, senza portare alcun riscontro oggettivo, che il cantante toscano potrebbe essere sopravvalutato e prorompendo in meme satirici contro di lui. Che fino a ieri venivano condannati perchè guai a toccare il totem Bocelli.

La seconda cosa è che sono un grande fan di artisti e intellettuali cari alla sinistra, io sempre ritenuto di destra. Ho adorato le splendide canzoni di Battiato, Guccini, De Andrè, Gaber, Jannacci, De Gregori, alcuni di questi di sinistra, altri un po’ borderline ma di sicuro nessuno di questi vicini culturalmente alla destra. E che dire di Sartre, di Giorgio Bocca, di Pasolini? Cinematograficamente ho adorato Gian Maria Volontè ma anche Nanni Moretti. Come attore ho sempre apprezzato molto Claudio Amendola, una delle risorse più sottovalutate del cinema italiano e in generale, da appassionato di doppiaggio, apprezzato tutta la dinastia Amendola di doppiatori che va da Ferruccio e Rita Savagnone alla nipote Alessia Amendola, degna erede. E tutte persone molto perbene.
Se esponessi queste preferenze, susciterei le proteste dei miei lettori, gran parte dei quali sono orientati a destra.
Tutto questo ha invece a che fare con la consapevolezza che anche se l’arte è da sempre politica, va valutata sul piano artistico e distinta dal messaggio.
Palombella Rossa di Nanni Moretti rimane un’opera cinematografica di superbo valore, anche se il messaggio del film esprime una simpatia ideologica a me sgradita.
Questa storia che le idee politiche debbano influenzare il giudizio su quelle artistiche è una delle cose che trovo più ributtanti di questo paese.
La cultura non nasce per creare appartenenze colorate ma per trasmettere nuove conoscenze e, semmai, generare nuove domande, infettando le convinzioni precostituite attraverso il virus della passione intellettuale.
Gramsci, Pasolini, Berselli, Dario Fo, Sartre, non è cultura di sinistra, è cultura e basta.
Ezra Pound, Montanelli, Raymond Aron, Guareschi, Marcello Veneziani, non è cultura di destra, è cultura e basta.
Bocelli non è arte negazionista o sovranista, è arte e basta.
E potrei proseguire con tantissimi nomi sparsi, sino ad arrivare ai tanti prosatori sconosciuti e indipendenti di facebook che ogni giorno, nel gran pollaio che è facebook, regalano qualche buon uovo.
Costoro, anche se spesso schierati, non sono cultura di destra o di sinistra.
Sono cultura e basta. E questa aberrazione di sputtanarli si ricollega ad uno schifo ben più profondo che è la fase storica in cui viviamo, per cui io potrei scrivere l’opera omnia della letteratura italiana, comporre la musica più meravigliosa del secolo, costruire la più grande azienda di tutti i tempi, essere la persona migliore del mondo: se mi dichiarassi della Lega o di CasaPound, un esercito di intellettuali manipolerebbe la realtà in modo tale da farmi passare per pessimo scrittore, per musicista mediocre, per imprenditore che si è arricchito in maniera illegale, per criminale, mafioso, ladro.
Parimenti potrei scrivere la più grande cacata della letteratura italiana, comporre la più banale e sciocca delle musiche, essere un imprenditore fallito che si regge in piedi solo grazie ai debiti ed essere un delinquente: se mi dichiarassi del PD, lo stesso esercito di intellettuali manipolerebbe la realtà in modo tale da farmi passare per un genio della letteratura, della musica, dell’imprenditoria e una grandissima persona.
E in entrambi i casi, si avrebbero milioni di lettori che si accoderebbero plaudenti senza percepire la truffa.
Lo sfascio dell’Occidente – no, non solo dell’Italia, di tutto l’Occidente e negli USA è anche peggio – è tutto qui: aver costruito una realtà per cui non conta ciò che sei, ciò che hai fatto, ma il partito a cui appartieni e aver pervertito ogni oggettività alla dittatura del soggettivismo, amministrata guarda caso da intellettuali protesici della classe dirigente.
Il vero Regime è questo, il totalitarismo odierno è l’identitarismo sociopolitico: i tuoi diritti e il tuo valore risiedono unicamente in ciò che voti. Se voti “bene”, sei ammesso al simposio, se voti “male” vieni emarginato.
Quanto di peggio, quanto di più antidemocratico esista.

FRANCO MARINO

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