Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

L’EDITORIALE – LA CATTIVERIA DIFFUSA È COLPA DEL POLITICAMENTE CORRETTO (di Matteo Fais)

Questa è una società molto strana.Via col vento assurge a pericoloso film da vedere solo se accompagnato da un video introduttivo che fondamentalmente ne squalifica i valori di cui si fa portatore. Di una crema non si può più dire che è “sbiancante” – i diversamente italiani e gli afroamericani ne soffrirebbero mortalmente. E, ovviamente, guai a fare battute becere su coloro che hanno una sessualità un po’ particolare. Si rischia la galera. 

La lista di ciò che non si può fare, sentire e dire, si allunga di giorno in giorno e c’è chi plaude a questo inquadramento squadristico della società. Tutti dobbiamo diventare più buoni. Già solo il lockdown avrebbe dovuto portarci a un altro livello di socialità, empatia ed etica pubblica.

Ma siamo poi divenuti questi campioni della morale, questi santi vestiti in borghese? La cultura marxista – che spesso neppure Marx avrebbe appoggiato – ci pervade con la sua visione sciocca e infantile della natura umana. Lì dove una persona di salda e prolungata esperienza del mondo reale vede che la creatura umana resta la medesima sotto il cielo di questo mondo globalizzato, il sinistro, stupido come pochi altri, vive entro una concezione di progresso senza limiti – se non quelli della società comunista, prima, e ora arcobaleno.

L’uomo è un essere ferino, pericoloso, molesto, crudele, addirittura sadico – questo lo sa qualsiasi persona ragionevole, da Machiavelli a Hobbes, fino ad arrivare ai più grandi romanzieri antiutopisti del ’900 e oltre. Naturalmente, la società e lo Stato devono fare di tutto per contenere tali pulsioni antisociali ed entropiche. All’animale umano possono e devono essere posti dei paletti. Controllo, ordine e disciplina sono fondamentali. Ma è vero che una belva in gabbia diventa solo più cattiva. Le sbarre che si trova davanti lo portano alla depressione e al cancro. La sete di sangue non si può estinguere. La natura è violenta, ma il politico – colui che guida la comunità – lotta da sempre contro la Natura. Se così non fosse, non avremmo avuto acquedotti, città, fogne, musei, scuole, uffici pubblici. La società è contenimento. 

È per sfuggire da questa prigione che l’essere umano ha imparato a portare avanti sistematicamente un processo noto come sublimazione. Non posso fare certe cose, ma le posso dire, per esempio. Non posso andare con tutte le donne che desidero, ma posso scherzare al bar con gli amici lodando a mezza voce il culo della tizia appena passata. Non posso aggredire lo straniero che viene a turbare l’ordine della mia comunità chiusa, ma lo posso chiamare “terrun” con gli altri del mio gruppo. 

Il politicamente corretto vorrebbe modificare a viva forza questa prassi millenaria, nella convinzione che l’uomo possa e debba essere migliore – secondo la loro miserabile antropologia positiva. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, come dimostra una notizia data da milanotday.it (http://www.milanotoday.it/video/suicidio-calvairate-via-faa-di-bruno.html). Se vuoi negare un lato della natura umana, a mezzo del controllo sulla parola e l’espressione, ottieni solo un inasprimento delle pulsioni peggiori che da qualche parte dovranno pure andare a sfogarsi. È così che la gente arriva a incitare il potenziale suicida, affinché si butti dal balcone.

La visione secondo cui noi si potrebbe diventare delle persone migliori ponendoci una museruola alla bocca, oltre che delle manette ideali alle mani, è mortale. Il politicamente corretto è una prassi che genera comportamenti antisociali e disgregativi. Bisogna fermare questi dispensatori di arcobaleni e buonismo, a ogni costo.

Matteo Fais

2 commenti su “L’EDITORIALE – LA CATTIVERIA DIFFUSA È COLPA DEL POLITICAMENTE CORRETTO (di Matteo Fais)

  1. Sono d’accordo sull’estremizzazione del buonismo ma che l’ uomo sia malvagio e corrotto di per se’ e’ una presa per il culo bella e buona delle stesse persone che ci rifilano trucchi per sfuggire alla ns indole malata e ci dicono che lo siamo in continuazione. Noi non veniamo al mondo sadici malati crudeli. Possiamo, ed e’ un passo facile, diventarlo nella gabbia in cui ci rinchiudono dicendoci che siamo cattivi. Quando dici ad un bambino cattivo che lo e’, quel bambino fara’ di tutto per darti ragione.

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