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L’EDITORIALE – C’È POCO DA PRENDERE IN GIRO: RAIMO CI HA FREGATI

Chapeau. C’è poco da prendere per i fondelli, Raimo ci ha fregati. Anzi ce l’ha proprio messa in quel posto, l’altro giorno, su Rete 4, a Quarta Repubblica, lasciandoci per di più convinti di averlo battuto.

Purtroppo, la Destra ha sempre la brutta tendenza a sottovalutare l’avversario e puntualmente casca nella sua trappola. Trattare il noto scrittore e saggista con leggerezza è stato l’ennesimo errore. Invece, lui ha giocato d’astuzia e vinto

Andiamo con ordine. Dapprima, Raimo ha creato il caso su Facebook, con quello stato che abbiamo letto un po’ tutti: “Mi hanno invitato come ospite […] a parlare della questione statua di Montanelli. Ho accettato ma ho chiesto chi ci sarebbe stato con me. Mi hanno detto: Daniele Capezzone, Paolo Cento, Edward Luttwak e un altro ospite che non mi ricordo. Ho detto a questo punto: mi dispiace, tutti maschi bianchi, non mi sembra il parterre migliore per parlare di uno stupro di una ragazzina africana. Mi fanno sapere”. In verità, al netto degli sfottò nei commenti e del fatto che poi comunque alla trasmissione vi si sia recato, anche se aveva praticamente minacciato di non farlo, è riuscito a creare l’attesa e indirizzare l’attenzione su di sé. L’importante è che se ne parli e, poco ma sicuro, un risultato l’ha portato a casa.

Naturalmente, lui sapeva benissimo – anche date quelle premesse – di gettarsi nella fossa dei leoni. Era consapevole, al contempo, di non poter vincere nel senso più comune del termine, mettendo al tappeto tutti i mastini che gli avevano scatenato contro. Il fatto, però, è che a volte si vince perdendo. Raimo aveva ben chiaro di non poter avere alcun impatto positivo sul pubblico medio della trasmissione, ma di poter rivestire il ruolo dell’uomo solo che lotta per una causa giusta agli occhi dei suoi sostenitori. Il pubblico cerca sempre il suo martire e lui è salito volentieri sulla Croce.

Anche l’abbigliamento, la postura e il modo di parlare, per cui tanto è stato sbertucciato dalla Destra, sono state delle vere genialate. Se si fosse presentato ben pettinato, non sgualcito, con la cravatta alla Ferruccio De Bortoli, e avesse parlato come lui, invece che come quel personaggio di Verdone, gli avrebbero subito affibbiato l’etichetta del “radical chic con super mega attico ai Parioli”. Nessuno crederebbe mai a un paladino della causa del meticciato e dei porti aperti vestito in grande spolvero e fresco di parrucchiere. Lui, invece, pare quasi che si trascuri per una questione di dedizione a un intento più alto. Lui lo spirito del centro di accoglienza lo incarna quasi, o se non altro ne porta le stigmate. A livello televisivo, questa è una sottigliezza non da poco.

Quando poi ha punzecchiato Capezzone sulla questione dell’autorazzismo, incassando la replica stizzita e vagamente pre-mestruale dell’interessato, ha dimostrato savoir-faire. Mentre l’altro lo insultava con i vari “coglione” e “svalvolato con la patente”, lui è rimasto impassibile, incassando a mani basse e facendo la parte del signore. Capezzone, pur nel suo essere sostenuto, ha reagito con fare da consumatore abituale di birra al bar. Brutta mossa. Raimo ha fatto emergere il suo lato peggiore – che potrà pure galvanizzare un certo pubblico da casa, ma certo fa scemare la classe di un politico navigato come lui.

Il momento topico, però, è arrivato quando il conduttore ha lanciato il servizio su Montanelli. A quel punto, è stato citato un passo della famosa rubrica che quest’ultimo teneva sul “Corriere della Sera”, La Stanza – un passo scelto ad arte. Errore madornale! C’è addirittura da meravigliarsi che uno come Porro si sia fottuto con le sue stesse mani. Se c’è qualcosa di controverso e che avrebbe dovuto evitare anche solo di pensare – non solo di menzionare – è quell’episodio della produzione del noto giornalista. Contiene, infatti, dei passaggi aberranti che il compilatore del servizio aveva accuratamente evitato di citare. La cosa non è sfuggita a Raimo che, in allerta come un predatore in prossimità di una tana, ha sferrato il morso: “Perché non leggete l’articolo fino in fondo?”. Da sudare freddo. Gliel’ha tirata in culo senza sputo e senza vasellina. Fuor di dubbio, il conduttore ha fatto la figura dell’allocco, fino a risultare addirittura patetico quando ha fatto finta di non essere in possesso del pezzo in questione…

Ok, qualcuno si sarà beato che gli abbiano liberatoriamente dato del coglione, ma Raimo è riuscito nella non facile impresa di perdere per la Destra e vincere per la Sinistra. Li ha accontentati tutti ed è caduto in piedi. Ancora tanto di cappello. Non tutti riescono a tornare a casa perdenti, ma con il bottino. Conviene insultarlo di meno e studiarlo di più.

Matteo Fais

2 commenti su “L’EDITORIALE – C’È POCO DA PRENDERE IN GIRO: RAIMO CI HA FREGATI

  1. Ho sorriso durante tutta lettura e ancora sorrido… grande capacità di scrittura che hai Fais… di rigirare a tuo favore le debolezze di chiunque ti serva all’articolo. Ti devo fare ancora i Complimenti. Leggerti mi insegna. E io ho parecchio da imparare.
    Titti Amoretti

  2. Ho seguito la trasmissione sinceramente Raimo penso abbia perso 6- 0 …sei zero …..alla fine a mio parere ha recitato sino in fondo la parte di quello che credo sia anche nella realtà un emerito coglione come ben gli ha fatto notare Capezzone .

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