Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

QUESTI SCALTRI PERSONAGGI DEI SOCIAL (di Chiara Volpe)

“Santi, poeti, navigatori” e… scaltri.

L’incomparabile scaltrezza che distingue chi cerca una scorciatoia per saltare fuori, emergere, soddisfacendo tutta una cinica lista di luoghi comuni dal profumo moraleggiante, “pizzo” inevitabile da pagare, ma senza mai ammetterlo, anzi, mostrandosi infastiditi da eventuali insinuazioni.

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Scaltri ma anche scrocconi: sono coloro che, fidanzatE o fidanzatI con personaggi famosi, avvolti dal manto della sacralità, dato in dotazione a chi persegue una “giusta causa”, sopravvivono in questo mondo di insensibili e prevaricatori, fingendo umiltà mentre affrontano battaglie inenarrabili per portare alla conoscenza di tutti temi altrimenti ignorati per sempre. Perché ciò che non ha visibilità social semplicemente non esiste per nessuno e non esisterà mai.

Eroi ed eroine giunti per elargire nuova dignità. Ma dove finisce la coscienza e inizia il vantaggio?

Quanti semi-sconosciuti alla ribalta che per giunta, poi, si incazzano se identificati come “la fidanzata di”, vedi per esempio il caso di Giorgia Soleri (appunto la compagna di Damiano dei Maneskin, il quale a sua volta viene identificato con la band di cui è leader); o “il figlio di”, come per tutte quelle grandi donne che, avendo il cognome del padre (un uomo), vorrebbero allora inventarne uno per lasciare un’impronta di sé che abbia un peso.

Ma ciò che più urta di questi modi spiccioli e patinati è la distanza che queste persone vorrebbero improvvisamente segnare da chi le accompagna, nell’esatto momento in cui, proprio grazie a loro, riescono a raggiungere la visibilità che hanno, l’eco mediatica, l’ascolto e la presa in considerazione, a volte il proprio posto nel mondo.

Si accontentino delle nicchie che occupavano prima, allora, che una certa notorietà alle battaglie di cui si fanno portavoce la garantiscono comunque. Che non ricerchino e richiedano un costante esercizio verso l’ipocrisia, un muro invisibile e di gomma contro cui ogni sistema nervoso rimbalza e ogni pensiero spontaneo torna indietro.

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Invece no, dovremmo prendere come proprio riferimento la vita e le azioni di questi “paladini”, confrontarci con i drammi che mettono in luce di volta in volta e, al momento per loro opportuno, dissociarli dai cognomi e dalle personalità alle quali si sono accostati e che hanno usato come trampolino di lancio, in nome di un’etica tutta particolare. Che comodità!

Siamo tanti “homo globalis” creati da sistemi mediatici apparentemente perfetti che, senza la nostra partecipativa sopportazione, avrebbero solo evidenti limiti.

Chiara Volpe

L’AUTRICE

Chiara Volpe nasce a Palermo, nel 1981. Laureata in Storia dell’Arte, ha svolto diverse attività presso la Soprintendenza per i Beni Culturali di Caltanissetta, città in cui vive. Ha lavorato per una casa d’Aste di Palermo, ha insegnato Arte, non trascurando mai la sua più grande passione per la pittura su tela, portando anche in mostra le sue opere. Attualmente, collabora anche con il giornale online Zarabazà.

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