Il Detonatore

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FREGATI! – ELOGIO DI ELON MUSK (di Davide Cavaliere)

Miliardario, cofondatore di PayPal, amministratore delegato di SpaceX e Tesla, fondatore di OpenAI, padre di sette figli, lettore di Ernst Jünger e Barbara Tuchman, William Golding e T.S. Eliot, Isaac Asimov e soprattutto J.R.R Tolkien, che ama citare nei suoi tweet criptici e oracolari. Stiamo parlando, ovviamente, di Elon Musk, ossia l’anti-Zuckerberg. 

L’imprenditore statunitense, però di origini sudafricane e canadesi, ha acquistato Twitter, in declino da anni, al costo abnorme di 44 miliardi di dollari, scatenando le ire della Sinistra mondiale: da Carola Rackete ad Amnesty International. 

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Musk ha acquistato la casa dei cinguettii per rilanciare la libertà di parola, quel free speech minacciato dall’empia alleanza tra l’ideologia Woke e le potenti Big tech companies, specificando che: «Per “libertà di parola”, intendo semplicemente ciò che corrisponde alla legge. Sono contro la censura che va ben oltre la legge. Se le persone vogliono meno libertà di parola, chiederanno al governo di approvare leggi in tal senso. Pertanto, andare oltre la legge è contrario alla volontà del popolo». 

Insomma, l’imprenditore vuole riaffermare la legalità contro le censure arbitrarie, la suscettibilità e il moralismo degli ultimi anni. Musk ha battezzato tutto questo col termine «Woketopia», ovvero l’utopia di un mondo depurato da espressioni ambigue, offensive e presuntivamente discriminatorie, paritario e livellato come un cimitero

Il miliardario è odiato dalla Sinistra perché, da anni, si scaglia contro i dogmi e le idee sacre del leftism con uno stile sarcastico, patibolare e dileggiatore, che ricorda quello di Donald Trump. Ha spostato la sede di Tesla dalla California al Texas dopo essersi scontrato con i funzionari locali in merito al fatto che la fabbrica dovesse rimanere chiusa durante la prima fase della pandemia. Se ne è andato sbattendo la porta, accusando la colonia progressista californiana di essere preda di «burocrati socialisti, ideologi anti mercato, pro tasse e regolamentazione». Sembra Ronald Reagan durante la campagna elettorale che lo incoronò 33° governatore della California. 

Musk è un tecnocrate ma non uno scientista. Sebbene abbia definito la scienza «inequivocabile», ha condotto una campagna contro i vaccini anti-Covid obbligatori e messo in guardia tutti contro «l’erosione della libertà» prodotta dalle norme sanitarie. Durante la protesta dei «truck» canadesi, gli enormi camion col muso che paralizzarono Ottawa, l’imprenditore ha paragonato Justin Trudeau ad Adolf Hitler per il suo modo di reprimere il dissenso. Musk ha postato, proprio su Twitter, una foto, poi rimossa, di Hitler con scritto «Basta paragonarmi a Trudeau. Io ho un budget». 

Mentre i suoi ex colleghi della Silicon Valley spendono miliardi in progetti d’ingegneria genetica e Intelligenza Artificiale, abbacinati dal sogno di un’immortalità tecnica, Musk si dimostra scettico rispetto alle possibilità aperte dai sopra citati settori. Sebbene abbia creato Neuralink, un progetto per l’integrazione uomo-macchina, ha definito l’AI «più pericolosa delle armi atomiche e della Corea del Nord» e l’ha paragonata alla «convocazione del demonio». Discutendo dell’editing genetico, ovverosia quel tipo di manipolazione genetica in cui il DNA è inserito, cancellato, modificato, ha dichiarato: «Hitler era tutto concentrato sulla creazione dell’Übermensch e della purezza genetica, come si fa a evitare il problema di Hitler? Non lo so». 

Ma, ancora più scandaloso per i benpensanti, è rimasto in silenzio quando il governatore del Texas, il repubblicano Greg Abbott, ha varato una contestatissima legislazione antiabortista, inserendo ulteriori restrizioni. Tra i due sembra esserci una certa sintonia. Abbott ha più volte citato in pubblico il miliardario. 

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Il vero cruccio di Musk sembra essere il destino della civiltà occidentale. Ha definito lo «schwa», impiegato al posto della desinenza maschile per «desessualizzare» il linguaggio un «incubo estetico»; come il suo adorato Tolkien ha in odio lo Stato moderno: «lo stato è semplicemente la più grande azienda con un monopolio della violenza, contro cui non hai possibilità di ricorso; quanti soldi daresti a questa entità?»; ha definito Biden come «burattino dai calzini umidi» e la cancel culture un «virus mentale». 

Musk è un pessimista storico. «Le lezioni della storia suggerirebbero che le civiltà si muovono in cicli», ha scritto. Aggiungendo: «La lezione che ne ho tratto è che dovresti provare a intraprendere azioni che potrebbero prolungare la civiltà, ridurre al minimo la probabilità di un’età oscura e ridurre al minimo la durata di un’età oscura, se ce n’è una». L’acquisto di Twitter, probabilmente, è ispirato da questa convinzione.

Davide Cavaliere

L’AUTORE 

DAVIDE CAVALIERE è nato a Cuneo, nel 1995. Si è laureato all’Università di Torino. Scrive per le testate online “Caratteri Liberi” e “Corriere Israelitico”. Alcuni suoi interventi sono apparsi anche su “L’Informale” e “Italia-Israele Today”. È fondatore, con Matteo Fais e Franco Marino, del giornale online “Il Detonatore”. 

Un commento su “FREGATI! – ELOGIO DI ELON MUSK (di Davide Cavaliere)

  1. Io l’ho definito un trickster.
    Ha investito a rimorchio della Propaganda, su cose improbabili ma che Wall Street poteva solo sostenere.
    Se Twitter diventasse davvero un luogo di libertà, sarebbe un Robin Hood.
    Finora, di sicuro, ha tolto ai ricchi.
    Ex post sapremo se avrà anche dato ai poveri.

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