Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

ELOGIO DELLA DISSIDENZA CONTRO IL “RISPETTO DELLE REGOLE” DELLA SINISTRA (di Matteo Fais)

“ […] queste ideologie ultraminoritarie sono proprio quelle che hanno più probabilità di attirare le intelligenze superiori.” (Michel Houellebecq, Annientare, La Nave di Teseo 2022)

I progressisti sono fantastici, proprio delle facce da cazzo senza eguali. Dopo che Novak Djokovic, il noto tennista, è stato spedito indietro dall’Australia, tutti a esultare con pubblici atti di stomachevole onanismo pseudointellettuale, stile “Le regole vanno rispettate”, “Finalmente si dimostra che le leggi sono uguali per tutti”.

Li hanno schierati proprio tutti: Scanzi, Tosa, Sandro Veronesi sul “Corriere” – con un articolo che si candida già a essere il più cretino dell’anno. Il coro dei Buoni è così, non si stanca mai di intonare la lode della repressione e della morte per i Cattivi, cioè tutti coloro che rifiutano il dettato dominante.

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Peccato solo che questi miserabili siano gli stessi che difendevano Carola Rackete, con la compiacenza di una magistratura corrotta, dopo che la CapitanA, in manifesta violazione delle norme, speronava una motovedetta della Guardia di Finanza ferma per impedirle l’ingresso in porto, favorendo così l’immigrazione clandestina.

Sempre a proposito di clandestini, gli infami omettono di precisare ai loro lettori ignoranti che in Australia la politica migratoria è durissima, tra respingimenti e gente spedita su certe isole del Pacifico, o paesi terzi, in attesa di un visto da rifugiato. Ma provateci ad andare anche solo da turisti, o in cerca di lavoro, sulla famosa Isola, per vedere che trattamento vi verrà riservato. E loro lo sanno, lo sanno così bene da cercare di nasconderlo al meglio.

Il fatto è che il problema siamo noi, noi che da decenni tolleriamo lo squallore e la manipolazione dell’etica perpetrata da questi. In ultimo, è appena il caso di dirlo, in Italia, abbiamo una guerra civile in sospeso e prima o poi dovremo rimetterci mano. Con certe persone, dai giornalisti ai presentatori televisivi, passando per tutta la pletora di regime degli influencer, fino ad arrivare ad accoglioni, mascherati lgbt, ecc., noi non possiamo spartire lo stesso suolo.

Il vero traguardo sarà liberarsi di questa cancrena che opprime l’Occidente post industriale. Per noi e per loro ci vogliono bagni, biblioteche, scuole e bar separati, perché finanche le loro parole sono sporche, piene di marcio tra una sillaba e l’altra – rilasciano miasmi che corrompono il pensiero con la loro devianza malata.

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Anche discutere con questa gente è sbagliato, come prolungare un matrimonio che è palesemente privo di vicinanza fisica ed emotiva. La vera pacificazione nazionale, la sola possibile, starebbe nel dividersi, ma dubito che loro ce lo permettano. La malattia mentale del progressista medio consiste nel voler creare un mondo a sua immagine e somiglianza, come il peggior fanatico islamico. Sentendosi sempre nel giusto, ma essendo sbagliati nell’essenza, vorrebbero imporci a seconda del giorno le loro stupide regole che vanno dal chiudere tutto, il lockdown e il respingimento dei no-vax, fino a porti e culi aperti.

Oramai, è sempre più chiaro che bisogna smettere di tollerare e correggere col napalm questa farsa democratica. C’è un popolo che non si sente rappresentato da nessuno, che detesta la deriva e il declino, dotato di un immenso potere ancora inutilizzato. Bisogna unirlo per creare un mondo parallelo, etnicamente, ontologicamente e moralmente rigenerato.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

4 commenti su “ELOGIO DELLA DISSIDENZA CONTRO IL “RISPETTO DELLE REGOLE” DELLA SINISTRA (di Matteo Fais)

  1. ‘Sentendosi sempre nel giusto, ma essendo sbagliati nell’essenza”.
    Questa frase riassume la storia antropologica evolutiva della mentalità progressista, dagli albori dell’umanità ad oggi.

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