Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

AVERE UNA “PRESIDENTA”? (di Clara Carluccio)

Confesso, condividere con Michela Murgia e Luciana Litizzetto gli stessi cromosomi, mi fa venire voglia di sottopormi a una cura ormonale. Sarebbero perfette per un remake al femminile del film con Jim Carrey: Scema e più scema. Una mette sullo stesso livello di gravità un fischio per strada e uno stupro. L’altra, dopo vent’anni di onorata retribuzione – non certo di carriera -, ha fatto dello svaccamento sulla scrivania di Fabio Fazio il climax del suo umorismo. 

Le suddette intellettuali si sono unite ad altre suffragette in una raccolta firme per proporre l’incoronazione di una PresidentA della Repubblica: “è giunto il momento di eleggere una donna”. Non poteva essere altrimenti, dopo un anno di asterischi unisex e schwa all inclusive. 

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Gioisce il maschio femministO, il migliore amico delle donne – dopo il gatto. Quello che spera di aumentare le possibilità di copulare prestando servizio come autista, psicologo, consigliere e tappabuchi nelle ore morte della padrona. Ma, soprattutto, dando ragione alle donne in qualunque cosa dicano e facciano. Con il risultato di un rapporto simile a quello tra un educatore e una bambina disagiata. 

“Non ci sono ragioni accettabili per rimandare ancora questa scelta” incitano perentorie le firmatarie del sollecito. Ho una brutta notizia: numerosi sono stati i commenti negativi proprio da parte delle donne. Questo porre continuamente l’attenzione su questioni puramente anatomiche, comincia ad essere mal sopportato. Si nota, infatti, che l’esortazione a scegliere una donna, non contiene nomi di candidate degne a occupare il ruolo, mentre esalta la mera presenza di un’esponente femminile. La giustificazione sarebbe che l’appello scritto non rappresenti la condizione idonea ad esprimere preferenze esplicite: “non è questa la sede per fare un elenco di nomi”. Eppure, in passato, sono state menzionate Rosy Bindi ed Emma Bonino, per esempio. Evidentemente, oggi, si fa urgente la richiesta di una donna al Quirinale, chiunque sia. 

“Le donne vanno rispettate!”. Peccato che, se una si azzarda ad uscire dal pensiero dominante, può tranquillamente rinunciare alla vita professionale e sociale per farsi chiudere in un sarcofago. 

Prendiamo, per esempio, Diana Del Bufalo. In epoca di guerra tra sessi, e di nuovi reati come, per esempio, dire “Ciao bella” ad una ragazza di passaggio, o emettere fischi di apprezzamento, la giovane attrice ha dichiarato di non essere affatto contraria a questo comportamento, anzi, di gradirlo. Come da programma, le sono arrivate sfilze di insulti e critiche – anche da parte dei femministi che tanto difendono le donne – accusandola di essere una pazza che favorisce la violenza di genere. Certo che, la cura Murgia, si riconosce subito

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Sempre Diana, di recente, ha espresso il suo scetticismo sull’efficacia del vaccino anti Covid. Neanche a dirlo, si è presa della sciacquetta, stupida, analfabeta e negazionista – immancabile elemento nel guardaroba lessicale del politicamente servile. Non contenti degli insulti relativi alla sua forma mentis, alcuni si sono buttati su giudizi di natura estetica, declassandola a tipa “tutto sommato bruttina”. Alla faccia della campagna di accettazione fisica di Freeda, che ogni giorno ci sbatte davanti la foto di qualche chiappa moscia o viso foruncoloso, perché le donne “sono tutte belle”. Insomma, donne sì, ma come vogliono loro. C’è da scommettere che, una PresidentA non avrà niente di così pericoloso da mettere in crisi il Sistema, o migliorarlo. Esiste solo un ideologia a cui tutti, indistintamente dal nostro genere, dobbiamo sottostare.

Clara Carluccio

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