Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

LA GENTE COME NOI PUÒ MOLLARE, ECCOME (di Clara Carluccio)

A cantare “La gente come noi non molla mai” ci riesce chiunque, come a radunarsi in centro, suonare il fischietto, battere il bongo, fare il girotondo e intonare mantra scoordinati. Esattamente come, poi, a tornare a casa, soddisfatti per aver contribuito alla ribellione. Tutto questo, è semplice.

Stringersi la fede al dito e sposare davvero un ideale, portarlo avanti, nel dolore e nella povertà, invece, è decisamente per pochi. Anche in questo caso, l’idiozia dell’italiano medio, non ha mancato a manifestarsi.

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All’ultima manifestazione di Brescia, era atteso con grande eccitazione Stefano Puzzer, in tutta la sua magnificenza. Per qualche arcano motivo, il leader della resistenza, non ha potuto presenziare. Risultato: la gente che “non molla mai” ha preferito rimanere a casa sotto una calda copertina e, chissà, magari mettendosi spontaneamente a visionare una qualche serie Netflix, come auspicato dal viscido Burioni.

Avevamo un potenziale grandissimo, ma sta rischiando di spegnersi. Questo dissenso faceva paura. Gli uomini al comando avevano ignorato le manifestazioni iniziali, perché si aspettavano un flop come per quelle dei forconi nel 2016. Non a caso, hanno aizzato le loro bestie bavose – giornalisti e influencer vari – contro il movimento solo quando hanno visto che non si arrestava. Non rimaneva che frantumarlo dall’interno. Ed ecco zampettare fuori dal cilindro figure salvifiche e angelicate come Puzzer e la Schilirò, con il suo femminismo new age. E guai a chi ne parlava con sospetto.

Presto, ci siamo ritrovati con donne da una parte e portuali dall’altra. E menomale che i no pass erano quelli che sapevano pensare con la loro testa. Stronzate se ne sono sentite e non poche. Ci si è messa di mezzo anche la solita spiritualità modaiola importata dall’oriente e arrangiata ai gusti locali. Buddismo spiccio. Karma. Resilienza. Tanto amore. Risvegliati contro dormienti. Salti quantici ed energia venusiana.

Chiariamo un punto: noi non siamo la razza eletta. Non siamo migliori, né superiori. Non c’era bisogno di possedere chissà quali elevate vibrazioni per accorgersi dello stravolgimento a cui volevano indurre la società, con il pretesto sanitario. Non servivano sedute spiritiche per predire le mosse che il Governo ha attuato e persegue tutt’ora, per toglierci ogni volta un pezzo in più di vita, dignità e diritti. Non andavano scomodate le sfere celesti, per riconoscere il ricatto di Stato.

Noi, cari “ribelli”, siamo unicamente i normali. Sono gli altri, quelli che chiedono il tampone ai parenti per Natale, che gioiscono per i lavoratori sospesi, o aspettano il permesso dei virologi per stringere la mano a qualcuno o copulare con la fidanzatina, a essere malati di mente. Tiratevela di meno perché, la gente come noi, può mollare, eccome. Impariamo la vera libertà e indipendenza, che è, prima di tutto, quella di pensiero. Se rimanete a casa appena l’amico Puzzer diserta una piazza, significa che siete schiavi, tanto quanto i bimbi di Draghi o Speranza.

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Per quanto il leader dei portuali, o la VicequestorA, possa piacere, bisogna capire che il potere è nelle masse e non nei singoli. Nunzia, Puzzer, loro o altri non cambiano le cose. Cercheranno sempre qualcuno che incanali il dissenso per murarlo dentro movimenti o ideologie secondarie.

Se avete spento la televisione per santificare altre figure, a cui avete messo in mano il vostro futuro e la vostra capacità critica, beh, a questo punto, mettetevi pure in fila agli hub. Fatevi vaccinare trenta volte e fatevi selfie compiaciuti per celebrare il vostro senso civico, perché lo spirito ribelle era, chiaramente, solo un abbaglio. Chissà, magari, solo un po’ di energia positiva in corpo, dopo l’ultima lezione di yoga.

Clara Carluccio

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