Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

CONTRO IL LIBERALISMO – UN LIBRO PER TUTTI E PER NESSUNO DI ALESSIO MANNINO (di Matteo Fais)

Ci sono libri che, come certi uomini, ambiscono a essere dinamite, a smuovere “il sangue, invogliandoti ad agire”. Possono essere mastodontici, ma scritti in modo semplice. Pesanti come pietre, ma solo per fare più male quando piovono sulla testa dei nemici. 

Sono testi per tutti e per nessuno – perché è vero che in molti potrebbero comprendere, ma quasi nessuno desidera farlo realmente. Sono volumi come quello di Alessio Mannino, Disciplina del caos. Come uscire dal labirinto del pensiero unico liberale (La vela). Hanno un bersaglio ben definito – il dannato liberale, nel nostro caso – e si muovono come una torma di cani rabbiosi, su e giù nel tempo, fiutando selvaggiamente alla caccia di questo.

Il nuovo libro di Alessio Mannino

“Sono libero, penso agli affari miei, sono l’idiota liberale” dice l’autore al principio, motteggiando l’idiozia generalizzata, ma rivolgendosi a colui che “provi quell’insoddisfazione che brucia le viscere, quel pulsare rivoltoso che fa sentire così deboli e contemporaneamente così forti”. Perché, se ci vuole un nemico, come nella dialettica schmittiana – parlo di Carl Schmitt, ovviamente -, bisogna contemporaneamente sapere chi è il proprio amico, ovvero colui che ha compreso che “nessuno si libera da solo”.

Un atto d’accusa quindi, ma non un soliloquio da individuo assoluto, da stirneriano sul lettino dell’analista . Da una parte, il liberale da scovare e vivisezionare, lungo tutta la storia del pensiero; dall’altra, colui che ha nostalgia della comunità, di una certezza che va oltre la mestizia dell’individualità.

Insomma, è a tutti noi che Mannino si rivolge, a coloro che sono nauseati dall’idea di  poter “invertire il sesso anagrafico o commissionare una creaturina umana scegliendola da apposito catalogo, colore dei capelli compreso, con regolare contratto d’affitto dell’utero di madri surroganti”. La libertà non è questa e ne siamo consci, mentre fissiamo dal mirino come cecchini pronti ad aprire il fuoco. Semmai si tratta della “libertà dei liberali” che “funziona come quando a dettar legge erano un solo dio e un solo re: stessa mentalità religiosa, stessa curialità intollerante, stesso settarismo da crociati”.

Basta! Tanto, poi, per questi cacasotto “è sufficiente un micronesimo di vita biologica, un virus che fa strage dello zero virgola zero della  popolazione”, per smarrire il contegno senza sostanza e la grottesca sicurezza, mentre la “modernissima sanità va a farsi benedire con un amen, cancellando dal mattino alla sera le libertà più scontate e il diritto più basilare: un posto in ospedale”.

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Sono tantissimi i temi affrontati in questo viaggio temporale e spaziale a caccia del peggior fantasma che si aggiri per i canali di scolo della storia delle idee, il liberalismo. Il nostro polemista comincia dagli albori del pensiero in un lungo percorso che non necessariamente dovrete affrontare con una lettura lineare: l’antiliberale saprà trovare la sua strada tra i vicoli del testo – ogni vera opera di riflessione è, in fondo, un modo per cercarsi, smarrirsi e ritrovarsi.

Ovviamente, come già visto, c’è anche il virus dei virus, con ciò che questo ci ha fatto scoprire di noi stessi: “All’uomo globale, sole in fronte e progresso in tasca, il  covid-19  ha tolto la presunzione di  immunità dal pericolo. La grande mistificazione che lo avvolgeva era il regalo malefico del comfort medicale fondato sull’abolizione del rischio di morire, di ammalarsi, di veder saltare la propria sicurezza fisica e psicologica […] nel giro di poche settimane ha visto crollare abitudini consolidate, certezze date per scontate e il presunto diritto alla comodità”.

Ma l’obiettivo fisso resta lui, il liberale, o forse meglio il liberal che, dal professore d’America pro cancel culture al solito progressista italiano di importazione, “non tollera chi liberale non è. Non lo capisce, non lo ammette. Anche nelle sue varianti più aperte al dissenso, il liberalismo è intimamente illiberale. Anzi, a rigor di termini è anti-democratico, dato che non sussiste alcuna incoerenza in un paradosso da sempre professato e confessato”.

L’Occidente da lui creato è la terra del nichilismo e della sterilità (“Dopo l’ultima guerra mondiale la natalità è schizzata all’insù, poi si è arrestata. Non figliamo più. Una volta c’era il proletariato, oggi c’è lo  sproletariato: una classe che ha sempre meno, e meno di ogni altra cosa ha figli da lasciare dopo di sé […] I miseri e gli ultimi vivono per riprodursi e continuare la specie, noi viviamo per la miseria individuale dei nostri porci comodi”). Il suo unico valore è “la  scomparsa di valori  assoluti”. Ciò l’hanno capito bene tanti filosofi e pensatori, ma “sono gli scrittori a fornire la sismografia della crisi istintuale”. Chiaramente, a tal proposito, non poteva non essere citato Houellebecq… Poi, tra le righe, compaio anche io, con il mio Storia Minima, ma non mi dilungo per non degenerare in una manifestazione pubblica di autoerotismo.

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Meglio tornare al “povero Cristo crocifisso alla Statua della Libertà”, a cui Mannino cerca di suggerire una via non di fuga, ma di rivoluzione. Purtroppo, “non basta la  pancia vuota per spingere gli affamati alla rivolta. Prima, a cadere, dev’essere il tabù della rivolta. Ma dopo decenni di ammansimento, perché ribellarsi, se possiamo sfogarci su Internet?”. Resta il punto che “indignarsi con garbo non fa per noi”, visto che non siamo “moralizzatori per professione”. Dunque che fare? Forse, riscoprire una dimensione più ampia del politico, più filosofica e aperta al tragico. Ma qui dovete arrivarci da soli, con il suo aiuto.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

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