Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

UN ALTRO UOMO VITTIMA DELLA VIOLENZA FEMMINISTA – MARCO MONTEMAGNO (di Matteo Fais)

Potrà sembrare ovvio a una persona di buonsenso – sono poche le persone tali, purtroppo -, ma c’è un motivo se io vi posto quest’articolo e non la foto del mio uccello. Nell’espormi a mezzo di uno scritto, io chiedo di essere considerato in quanto essere caratterizzato da un intelletto. Persino se le mie parole fossero di natura erotica, con queste io andrei a toccare prima di tutto il vostro cervello e ciò, solo successivamente, nel caso, sortirebbe un effetto anche a livello fisico.

Se, invece, io postassi la mazza, inevitabilmente, verrei ridotto al suo centimetraggio, al rilievo più o meno virile delle sue vene, al pensiero della potenza che da esso può prendere corso e manifestarsi.

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Per questo ha ragione Marco Montemagno nel video in cui sostiene che «È pieno di ragazzette che mostrano le pere su TikTok e fanno girare il culetto così. Apro parentesi, amiche mie, credete allo zio vecchio. Questo non è un modo di esprimere la vostra libertà, è purtroppo un modo di dimostrare una grande inferiorità perché una non è in grado di fare nient’altro che far girare le chiappette. Anche perché immagina quando poi, cazzo, crepi e sulla tua lapide c’è scritto “Eh come faceva vedere le pere su TikTok era da numero uno”. Non lo so se vuoi essere ricordata così».

Buonsenso, tutto qui! Se mandi in avanscoperta il culo, tutto ciò che sei verrà appiattito sulla linea curva delle natiche, anche se Valeria Fonte, la femminista che gli ha risposto, fa finta di non capirlo. Lei potrà anche essere colta, laureata e Dio solo sa cos’altro, ma se posta una foto in perizoma non può pretendere che io la consideri in prima istanza come faccio con Oriana Fallaci, che pure fu anche una bella donna. Se entro in una libreria, o cerco il nome online, trovo la mole sovrumana delle sue opere; se cerco notizie della Fonte trovo unicamente foto discinte. E, allora, per carità, lei avrà pure in curriculum la scoperta di un virus, o un romanzo pari solo a Ulisse di Joyce, ma io massimo penso a farmi una sega. Capite? C’è un motivo se la Fallaci non ha lasciato ricordini fotografici del suo orifizio vaginale o del suo fondoschiena di ventenne, ma testi memorabili da cui emerge uno stile e una lucidità ancora ineguagliati.

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Ma la Dottoressa Fonte dice che la sua è libertà. Bene, siamo tutti felici che lei si senta libera come una farfalla, cionondimeno questa sua assenza di catene, mi si permetta, è ben poca cosa. È la libertà di mostrare un culo, come fanno tantissime, quasi tutte – bisogna tristemente ammetterlo. Tant’è che sovente sorge il dubbio se la nostra sia una società anche femminile, o unicamente una società di culi femminili. Più probabilmente, è una società di femminucce che fanno finta di contrapporsi al Sistema, quando questo, in realtà, le sostiene e le manda avanti perché funzionali alla sua idea di una donna anch’ella preda dei tentatocoli del mercato.

Non c’è da parte nostra alcuna manifestazione di una “mascolinità fragile”, se suggeriamo alle femmine di non mostrare solo le tette o il culo. Il solito patriarcato che fa capolino nel suo monologo in risposta a quello di Montemagno, poi, è ridicolo. Anzi, è proprio perché non siamo patriarchi e non vogliamo ridurvi a un ruolo da povere troiette incapaci di pensare, se vi consigliamo di non lasciare online solo tracce del vostro sedere. Ci vuole molto a capirlo? L’Oggettività del proprio corpo non è libertà, ma peso della carne, per la donna come per l’uomo. Ed è assurdo sostenere che a noi dia fastidio il fatto che una possa imporsi usandolo. Anche perché non si impone, ma casomai si fa notare per poi scomparire in un baleno al passaggio del prossimo deretano. Suvvia, potete fare di meglio, credete a un altro vecchio zio.

Matteo Fais 

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

Un commento su “UN ALTRO UOMO VITTIMA DELLA VIOLENZA FEMMINISTA – MARCO MONTEMAGNO (di Matteo Fais)

  1. ma quella a sinistra è stata presa a pugni?Crede che con quella foto io possa avere la benché minima stima del suo Intelletto? non mi dice nulla se non sul piano fisico!

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