Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

SENSO CIVICO? AHAHAHAHAH (di Matteo Fais)

“Quanta inutile buona educazione”, dice un verso di Pasolini. Quanta ipocrisia, si potrebbe aggiungere. Il senso civico – o meglio il presunto tale – è divenuto una nuova moda. Tutti che si vaccinano per gli altri, per tutelare la salute pubblica.

Io non ho mai visto, francamente, tutto questo interesse per gli altri. Non mi pare che la povertà sia tenuta sottocontrollo dalle donazioni di milioni di anime pie, eppure si potrebbe. I disperati in fila alla Caritas aumentano nel disinteresse generale – disinteresse che io dovrei scongiurare accettando di vaccinarmi per gli altri.

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Questa puttanata del senso civico è semplicemente un giochino di prestigio di tipo psicologico. Proprio come quando vi dicono che l’Africa versa in una certa condizione anche a causa dei vantaggi che noi europei abbiamo tratto da essa. Noi europei chi, esattamente? Non conosco neppure i nomi di tutti gli Stati Africani, figurarsi se ho delle responsabilità. Io, perdonatemi, mi chiamo Matteo e non possiedo una multinazionale.

Eppure, non sottovalutate mai la leva del senso di colpa con cui la retorica domante cerca di muovere le fila e far agire le persone. “Lo dovete fare per gli altri”, vi dicono. Cioè, fatemi capire, io dovrei farmi inoculare un siero sperimentale, per il quale loro mi chiedono di assumermi la responsabilità, per salvare un novantenne? Per carità, non che abbia niente contro il povero nonnino, ma voi siete pazzi se credete che io mi faccia finire nel sangue qualcosa su cui persino i competenti non danno garanzie, per quel che riguarda le eventuali ripercussioni future – leggasi cancro –, nella remota speranza di aiutare un signore a fine corsa.

Sul serio, ma senso civico de che? Se sentissimo veramente questa urgenza, ogni volta che abbiamo un incontro fortuito con un rappresentante dell’altro sesso, dovremmo prima sottoporci a una cosa come 250 euro di test dei più disparati. Non so se lo sapete, ma una qualunque interazione biblica vi mette a rischio, anche usando il profilattico, alle più disparate malattie. Non c’è solo l’HIV. Esiste la candida, la gonorrea, l’herpes, la dermatite, la mononucleosi – questa, addirittura, si può trasmettere con un semplice bacio. Ve lo immaginate che casino che sarebbe, prima di ogni chiavata, fare tutta sta trafila. Cosa fate, poi, vi mettete a scopare in terapia intensiva, usando i macchinari come sex toys? Dai, è grottesco anche solo paventarlo.

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Comunque, se volete che io mi vaccini per voi, io voglio che in cambio la smettiate di usare la macchina, se non per spostamenti assolutamente necessari. Perché, signori miei, quando vi spostate su autoveicolo, voi inquinate e inquinando mi potreste causare un cancro. Similmente, avviene con i viaggi. O credete forse che un aereo non sparga merda per aria?

Per farla breve, andate a fanculo. La vostra libertà finisce dove inizia la mia di non prendermi il cancro, perché voi non potete muovere il culo senza che questo venga comodamente trasportato. Se volete che io vi tuteli, voi dovete tutelare me. Si chiama reciprocità.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

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