Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

IN PIAZZA, NOI C’ERAVAMO (di Clara Carluccio e Matteo Fais)

IDIOZIA PRO GREEN PASS (di Clara Carluccio)

Da cosa si distingue una persona favorevole al green pass? Semplice, dagli insulti. Non usa la logica, non osserva, non si informa, non ha dubbi, non pensa.

A Desenzano del Garda, la manifestazione a cui ho preso parte è stata più volte interrotta da urla e frasi offensive: “studiate, coglioni!” Il gentile invito proveniva da un gruppetto di ragazzi in bermuda e camicia sgargiante che, a petto in fuori, dito puntato, vena giugulare prossima all’esplosione, e un’imbarazzante camminata da gangster, decantavano le loro erudite motivazioni: “io devo andare in Sardegna, cazzo!”. Dunque, uno che ha in mente solo le vacanze si permette di interrompere un evento organizzato da laureati con il doppio dei loro anni. Siamo messi bene. Per lo meno, i poliziotti in borghese hanno prontamente allontanato questi pozzi di scienza, affinché il pomeriggio di protesta proseguisse senza rogne.

Invece, successivamente, è arrivato il turno di una ragazza, più nuda che vestita, con fare da reginetta di bellezza, ha salutato la piazza con il più banale dei pochi pensieri che poteva avere in mente: “ignoranti! Siete solo degli ignoranti!”. Non ha aggiunto altro. Di fronte alle nostre reazioni indignate, la miss ha elegantemente alzato il dito medio, potendo così completare il discorso senza dover scomodare ulteriormente il suo laborioso cervello. Scommetto che era d’accordo con i grandi studiosi di prima. Chissà se hanno mai letto qualcosa all’infuori dei post di Saviano, Scanzi e Lucarelli. I modi spocchiosi e vessatori, in effetti, coincidono.

Va bene, ammettiamo per un momento di essere noi gli ignoranti. I favorevoli al green pass potrebbero, per una volta, usarci la gentilezza di esporre le loro fondate motivazioni, esprimendosi con un discorso civile e razionale? Parlano di studio, ma ignorano categoricamente i premi nobel che sconsigliano di farsi il vaccino, per pendere dalle labbra perfide di Burioni o Bassetti, che sanno solo darci, guarda caso, degli ignoranti, trogloditi, cretini, delinquenti e sorci. È evidente cosa ha più importanza, tra la vera cultura e le comparse del mainstream.

Ma la medaglia d’oro se la merita il cinquantenne dallo sguardo viscido e sprezzante, che si è avvicinato alla moderatrice, mentre stava parlando, e le ha mostrato il marchio verde sullo smartphone. Ha attraversato la piazza con il braccio teso per sfoggiare il passepartout davanti a noi, come un trofeo. Si, decisamente, il primo posto è suo, di uno che si è fatto iniettare una terapia genica sotto ricatto e mantiene un sorriso beffardo davanti a una folla di persone che consultano medici e avvocati per tutelare la propria salute e i propri diritti.

A turno, hanno preso la parola più persone per esprimere il loro dissenso. Ma la testimonianza più significativa è stata quella di un’insegnante che, pur avendo preso il Covid in forma pesante, essendosi vaccinata e usando la mascherina, è dell’idea che nessuna terapia farmacologica vada imposta – soprattutto sui minori – e che il green pass sia una gravissima violazione dei diritti umani.

Fortunatamente, il minuto di silenzio in ricordo del Dott. De Donno – il medico ideatore della cura al plasma, riconosciuta anche all’estero, ridicolizzato e minacciato da più parti – è trascorso in pace, con il dovuto raccoglimento, senza i fischi dei lobotomizzati.

Non disperiamoci, siamo una minoranza, ma siamo comunque tanti. Se la dittatura verrà ultimata, sapremo come aiutarci a vicenda, da uomini liberi e consapevoli. Questo è il tempo degli attacchi e delle umiliazioni contro chi cerca verità e giustizia, ma il vaccino farà il suo corso e, allora, gli arroganti cadranno uno ad uno.

Clara Carluccio

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CREDIAMO A OGNI AUTISTA DI AUTOBUS NUDO (di Matteo Fais)

Immagina che uno ti stupri. Intendo proprio che te la metta in culo senza pietà, tra lacrime e merda. Compreresti, poi, un’auto da un simile soggetto? Se sei italiano, secondo me, sì. Credo che per i miei connazionali valga non solo il principio di “essersela andata a cercare”, ma proprio la logica del masochista.

Woody Allen, in un suo simpaticissimo film, Anything Else, fa dire a un personaggio da lui incarnato “non credere mai a un autista di autobus nudo”. Insomma, parafrasando, bisogna proprio essere dei fessi per andare incontro a una sicura fregatura. Ribadisco, a meno che non si sia italiani.

Noi ci fidiamo di tutti. Governi su governi che si sono succeduti, sodomizzandoci senza neppure usarci la gentilezza della vaselina, e noi stiamo al gioco ogni volta. Mi è oscuro come si possa credere a della gente che ha devastato la sanità pubblica, il mondo del lavoro, che ci subissa di tasse senza darci nulla in cambio, quando, adesso, vorrebbe pure imporci – pena non avere il green pass, quindi la libertà di circolazione – l’obbligo vaccinale. Eppure, loro lo fanno. Veramente, è come salire su un autobus vedendo che l’autista è nudo.

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Io ci rinuncio. Gli italiani mi ripugnano. Secondo loro, mi si dovrebbe togliere il diritto alle cure mediche – che, per inciso, esiste ormai quasi solo a pagamento anche da noi –, perché mi rifiuto di andare a farmi inoculare un siero sperimentale – lo dicono loro stessi –, dopo aver firmato dieci fogli in cui mi assumo tutta la responsabilità di tale scelta, sollevandoli da ogni dolo. Ma andate a cagare!

Cionondimeno, con tutto il mio disfattismo, sabato sono sceso anch’io in piazza per dire no al green pass e alla lotta di potere in atto, all’odio degli altri verso quelli come me che rifiutano la magica sostanza ormai giunta alla terza dose. C’era abbastanza gente, ma sempre troppa poca per ciò che stiamo subendo – persino fossero stati il triplo, non sarebbe bastato.

Sui giornali, in compenso, non solo i giornalisti, ma anche gli anonimi cittadini commentatori ci hanno insultati senza pietà. Dicono che dobbiamo starcene a casa, se non vogliamo vaccinarci, e che dovremmo pagarci noi le cure mediche. Chissà chi paga le cure mediche per tutti coloro che si ammalano di cancro a causa del fatto che loro, per comprare le sigarette dietro casa, prendono la macchina. No, davvero, con questa gente non si può e non si deve ragionare. Lo dico e me ne assumo tutta la responsabilità: la violenza, ormai è l’unica soluzione. Non ci vogliono cortei, né slogan. Ci vogliono morti e noi dobbiamo vendere cara la pelle. La reazione non può più avere niente a che fare con la democrazia.

Matteo Fais

Canale Telegram di Matteo Fais: https://t.me/matteofais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

Un commento su “IN PIAZZA, NOI C’ERAVAMO (di Clara Carluccio e Matteo Fais)

  1. sono assolutamente d’accordo con la conclusione a cui sei giunto. Da tanti anni osservo questa misera umanità distruggere se stessa e soprattutto rovinare la vita alle persone come noi con la loro mediocrità, superficilità, bruttezza e stupidità da fare paura. Già da piccolo avevo capito che sarebbe andata a finire così, non poteva essere diversamente con un popolo di handicappati servili e perennemente piegati a 90. Esistono 2 tipi di esseri umani: questi zombie senza anima che adesso vogliono ucciderci imponendoci il siero malefico e il frutto della loro pazzia ( che ha rovinato le nostre vite fin dall’inizio) e gli esseri umani autentici dotati di raziocinio e sentimento. Non si può contiuare a convivere, noi odiamo loro e loro odiano noi. Abbiamo sopportato fin troppo la loro rumorosa medicrità e qualunquismo, la loro saccenza, le loro lauree e titoli imbevuti di conformismo e ottusità. Io spero che i sieri facciano effetto così, questi esseri ora in maggioranza, arrivino quantomeno al numero inferiore che caratterizza noi così che la battaglia sia più equa. ( ho letto il tuo libro, le regole dell’estinzione, una delle cose più belle che abbia mai letto.. )

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