Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

FESTEGGIA PURE, PICCOLO ITALIANO, TANTO A OTTOBRE TI RICHIUDONO… NEL MENTRE, A CUBA, LA GENTE È SCESA IN PIAZZA (di Matteo Fais)

Tu festeggia, festeggia, che la mamma ha fatto gli gnocchi. Te la sei goduta la partita? Spero per te, perché tanto, col cambio di stagione, dunque tra ottobre e novembre, vedrai come ti richiudono.

Come ti fanno un cenno dal Tg1, tu, piccolissimo italiano, chini la testa e taci, come quando ti sgridava la maestra. Sì, lo so cosa stai pensando, che sono il solito rompicoglioni, che la gente aveva solo voglia di fare festa. Odio le feste, sono solo per i coglioni che vogliono rilassarsi e accettare meglio il sistema entro cui vivono. Io sono in guerra e un soldato non dorme mai. Per questo non mi limito solo a romperti le palle ma, come Jep Gambardella in La grande bellezza di Sorrentino, “Io non volevo solo partecipare alla feste, io volevo avere il potere di farle fallire!”.

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Perciò, auspico il disastro, spero che non riesca neppure a mettere in tavola una pastasciutta al burro, perché tanto tu non ti svegli se non ti portano allo stremo. Mentre a Cuba la gente scendeva in piazza contro la dittatura, in un regime ben più oppressivo del nostro, tu ti sollazzavi per la vittoria di una serie di multimilionari. 

Ma vai a cagare! Cosa ti devono fare ancora? Non c’è neppure bisogno di importi le privazioni di un regime: tu ci stai, comunque. Povero e felice, di una stupidità ottusa, di una povertà che non è privazione scelta contro il consumismo. 

In verità, non ho neppure la sicurezza che tireresti su la testa se ti dovessero togliere il necessario. Secondo me e per come ti conosco, accetteresti di mangiare una volta ogni due giorni. Basterebbe farti credere che c’è carenza di risorse, che dobbiamo destinarle ad altri che in precedenza abbia sfruttato. Te la berresti, sicuro! Se poi ti dessero il calcio a gratis, la domenica, saresti disposto anche a farti fottere la moglie – no, dai, per quella basterebbe aggiungere un tatuaggio di cittadinanza. 

La realtà supera la fantasia: l’Italia è felice anche quando non dovrebbe esserlo, per alcun motivo. Io mi dedicherei alle cose serie, alla lotta. Io preferirei essere a Cuba, oppresso e vessato, a lottare con gli altri, tra gli agenti che picchiano duro e le persecuzioni per i dissidenti, invece che tra questo popolo di morti e ignavi. 

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È tutto legato: diamo credito ai Ferragnez, alla Carrà come al calcio. La morte di una grande filosofo non desterebbe neppure i tg dal sogno e dal torpore che ogni giorno ci propongono. Ma non mi stupisce: il simile cerca il simile – in questo caso, il nulla cerca il nulla.

Già, caro connazionale, sei il nulla. Quando sento le tue trombette e i tuoi clacson, quel tuo volgare e osceno voglia di festeggiare, mi viene solo voglia di mettere mano al fucile. Chiunque sia a suo agio in mezzo a una folla che urla di gioia è sicuramente una persona che non sta bene.

Matteo Fais 

Canale Telegram di Matteo Fais: https://t.me/matteofais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

3 commenti su “FESTEGGIA PURE, PICCOLO ITALIANO, TANTO A OTTOBRE TI RICHIUDONO… NEL MENTRE, A CUBA, LA GENTE È SCESA IN PIAZZA (di Matteo Fais)

  1. Sei un grande!
    Purtroppo la gente è pecora. Bastano quattro pastori tedeschi che abbaiano e loro sono felici di brucare l’erba secca del campo dove le portano a pascolare. Ma almeno le pecore rispondono al loro istinto.
    Noi dovremmo avere un po’ di zucca nel cervello e ribellarsi a questa dittatura chiamata democrazia

  2. Che Cuba sia un regime più oppressivo del nostro è tutto da vedere. Intanto Cuba si trova nei Caraibi, giardino di casa di zio Tom. Intorno a Cuba c’è la felicità, il paradiso sulla terra. Bisogna contestualizzare se si vuol essere onesti.
    Io penso che nel nostro paese la democrazia sia ormai un bel ricordo.
    L’asino mangia la paglia perché si ricorda quando era erba (detto calabrese).

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