Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

L’EDITORIALE – DDL ZAN – LEGGI SIMILI CI SONO IN TUTTA EUROPA? BENE, ANDATECI (di Matteo Fais)

Ogni volta che in Italia si vuole dare credito a una misura del menga, spunta fuori il coro di “Ma è già così in tutta Europa”. E quindi?, verrebbe da rispondere.

L’esterofilia è un dramma tutto nostrano che l’europeismo ha esasperato. Noi siamo italiani, non danesi, svedesi, tedeschi, inglesi. Se loro hanno un’antropologia completamente altra dalla nostra, buon per loro e che se la tengano, chi gliela contesta.

Peraltro, io non capisco: se uno ama tanto i modi di vivere del resto d’Europa, cosa gli impedisce di trasferirsi oltre i confini dello Stivale? Se vi piace multietnico, caotico, gender fluid, ecc., fate come si è sempre fatto anche in passato e compratevi un biglietto Ryanair di sola andata. Chi vi ferma?

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Tra parentesi, vorrei sottolineare che ogni volta si cita l’Europa solo quando conviene e sempre per misure particolari, ma trascurando tutto il resto – perché, tra i vari paesi, ci sono differenze sostanziali. Da una parte le droghe leggere sono libere (vedi l’Olanda), da tante altre parti no. Per non parlare delle case di tolleranza, aperte un po’ ovunque, tranne in Italia e Francia.

L’argomento che si fa forza sulla premessa “Accade in tutta Europa” è fallace come pochi altri. Nel resto di questa entità immaginaria accade tutto e l’esatto suo contrario. Impossibile trovare un principio comune tra coloro che ne fanno parte. Pensate che non esiste neppure un contratto europeo del lavoro. In sostanza, un operaio può essere pagato in un paese 300 euro e nell’altro 15000, eppure dovremmo essere tutti parte di un grande organismo. Dunque, davvero, di cosa stiamo parlando?

A ogni modo, chiunque si senta maggiormente rappresentato dalle leggi vigenti in un altro paese, a mio avviso, dovrebbe solo farci il piacere e levarsi dai coglioni. Perché voler mutare il costume di una Nazione che non si apprezza? Andatevene, non vi vogliamo.

Se la vostra idea è di avere un’Italia a misura di socialismo scandinavo, con famiglie devastate e gente ancora ubriaca al lunedì mattina, fate i bagagli che nessuno vi trattiene. Andate pure lì, così eviterete di pulirvi il culo e sciacquare i piatti, almeno risparmieremo un po’ di preziosa d’acqua.

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Lì, tutte le vostre istanze arcobaleno trovano già ampia accoglienza. Infatti, si nota entro che degrado morale e fisico vive la popolazione. Statevene in un casermone ben riscaldato, tra vicini di casa che, ancora dopo dieci anni, fanno fatica a scambiarsi il saluto o a chiedere in prestito un cavatappi per paura di violare la privacy altrui. Prendete il metrò verso la modernità della società liquida, tra solitudine e gente che neppure si guarda negli occhi. Dite no alla provincia che giudica e provvede ai bisogni. Statevene lì, tra torme di disperati in fila per un pasto caldo – vabbè che, oramai, ci sono pure da noi.

L’unica soluzione è dividerci. Togliere l’Italia dalle mani di chi non le vuole bene, ma la vuole serva di poteri falsamente evoluti. Non sono i profughi a dover essere lasciati in mare, ma voi che a dover essere spediti fuori da qui, senza la possibilità di poter fare mai più ritorno.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

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