Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

QUELLO CHE I POLITICALLY CORRECT NON CAPISCONO (di Franco Marino)

Personalmente, quando Michela Murgia indisse il suo fascistometro, ho fatto il mio progressistometro e ho ricevuto responsi che essendomi sempre ritenuto un conservatore, mi hanno decisamente sorpreso. Ho scoperto di essere più progressista di quanto mi aspettassi. Leggendo i miei articoli e i miei post, si sarebbe indotti a pensare che io sia omofobo, razzista, fascista e maschilista. In realtà, con l’omosessualità non ho problemi: non che si corra il rischio di vedermi a qualche Gay Pride ma riesco a frequentare tranquillamente persone omosessuali, a stringere loro la mano senza poi andare a lavarmela e ad essere persino amico con alcuni di loro, senza contare che fu per difenderne uno che, da ragazzino, fui gonfiato di botte da un gruppo di naziskin. Mi trovo perfettamente a mio agio con persone di razze diverse (sì, razze, le razze esistono), siano essi neri, ispanici, asiatici e quant’altro. Ho un’opinione sul femminismo che sorprenderebbe tutti quelli che conoscono la mia avversione al nazifemminismo: ritengo giusto che le donne studino, lavorino, si affermino professionalmente, che caccino a pedate mariti e compagni violenti e, se fossi stato britannico e fossi vissuto negli anni Ottanta, sarei stato uno sfegatato fan della Thatcher, senza certo pormi il problema di essere governato da una donna. Amo la natura così tanto che il mio sogno è quello di ricomprare la campagna che fu di mio nonno e vivere di quello.

Naturalmente poichè non sono un progressista, anche il mio progressismo ha dei limiti. Ad esempio, sono un netto avversario del clandestinismo: ritengo che l’invasione di migranti provochi sistematicamente una reazione dei locali contro i gruppi allogeni. Sono convinto che il femminismo, a fronte di indiscussi meriti storici, sia sfociato in una pericolosa deriva misandrica. Sono contrario alla piega totalitaria dell’ecologismo che trasforma l’uomo in un abusivo obbligato dal ricatto morale del dito puntato a mangiare insetti magari intimorito dal severo sguardo di una povera bambina psicotica usata come testimonial. E sono convinto che ai gay non debba essere minimamente concesso di adottare un bambino: non perchè non siano in grado, in quanto persone, in virtù dello loro stato, di educarlo ma perchè ritengo che quel bambino abbia il bisogno di un padre e di una madre.

Ovviamente, poichè io e le mie convinzioni non siamo la misura di tutto il sapere di ogni spazio e tempo, il mio conservatorismo può essere sottoposto ad obiezioni. In un paese normale, di fronte ad opinioni come le mie, ne nasce un civile dibattito al termine del quale io posso rimanere delle mie convinzioni oppure tu mio interlocutore potresti parlarmi con dolcezza, civiltà, modestia, senza animosità, senza sentirti migliore di me, aprendo così uno squarcio nella mia weltanschaung. Analogamente, spesso e volentieri mi sono trovato nella condizione di sentire il dovere intellettuale e morale di spiegare ai tanti amici europeisti, omosessualisti, multiculturalisti, perchè ritenessi erronee le loro convinzioni. Credo di averlo sempre fatto in maniera educata e civile. Spesso questo non è bastato ad evitare che mi togliessero il loro saluto ma in alcuni sono certo di aver seminato dei dubbi. Domanda: sarei riuscito in analoga impresa se mi fossi posto in maniera altezzosa, esibendo spocchia e superiorità culturale? Ovviamente no, avrei ottenuto come inevitabile conseguenza quella di farmi odiare ancora di più.

A tutte queste riflessioni giungo dopo aver visto e ascoltato il delirio di questi giorni attorno a Fedez, alle manifestazioni in favore del DDL Zan e quant’altro.
Credo sia stato Nietzsche a scrivere che il miglior modo per delegittimare una tesi è difenderla con argomenti sbagliati: avrebbe potuto scriverla nel 2020 e sarebbe diventata virale su tutti i social, se non fosse che i nove decimi della sua produzione letteraria – che oggi verrebbe definita “politicamente scorretta” – gli sarebbero valsi una miriade di ban su Facebook e su Twitter.
Non è tanto questione che questi signori dicano cose sbagliate. A ripugnare è il modo con cui essi si pongono. L’arroganza senza limiti, le pulsioni autoritarie, la propaganda a reti unificate e a tutte le ore, la perenne cancel culture che si propone e che arriva sino al delirio di ritenere Biancaneve e Cenerentola vittime di sessismo. E’ tutto questo che allarma delle battaglie progressiste, la violenza con cui si cerca, con argomenti sbagliati, di difendere questioni che in linea di principio sarebbero anche giuste ma propagandate con tesi sbagliate e soprattutto con toni sbagliati.
Nessuna persona con un briciolo di personalità e di rispetto per se stesso accetterebbe di farsi convincere a suon di insulti da uno come Burioni, di farsi offendere in diretta televisiva da un rapper da quattro soldi, di farsi fare la lezioncina col ditino puntato dalla Boldrini ed è esattamente in quel momento che chi conserva uno spirito critico, viene definitivamente perduto.

La radice di persuadere discende dal latino “soave” e indica per l’appunto la necessità di convincere le persone con dolcezza, senza porsi su un piedistallo, senza offendere chi in teoria dovrebbe essere portato dalla propria parte.
Ma già, chi è che studia ancora il latino?

FRANCO MARINO

4 commenti su “QUELLO CHE I POLITICALLY CORRECT NON CAPISCONO (di Franco Marino)

  1. Intanto , che gran piacere rileggerti, ciò che scrivi è sempre per me stimolante e induce alla riflessione. Normalmente non commento , mi limito al “mi piace “ perché sono quasi sempre in accordo con il tuo pensiero,come in questo caso ,non cambierei una parola di ciò che hai scritto, è esattamente ciò che penso. Forse siamo diversi in campo religioso ma sei comunque e sempre rispettoso. I vari Fedez , Murgia, Boldrini e compagnia cantante sono il nulla, probabilmente gli di da anche troppo spazio, da giorni e giorni sui social il loro faccione con i loro deliri sono come un ram tam. Grazie di avermi inviato questo messaggio, spero di leggerti ancora…. ho studiato il latino, bellissimo 😘

  2. C’è un gran bisogno di regolare il confronto in senso formale (in diritto si direbbe di regole processuali) ma soprattutto di abbandonare il punto di vista egocentrico che affligge molti, da più parti

  3. La misura, la giusta misura. Quella che non deve mai mancare. Le propensioni estreme non portano mai nulla di buono

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