Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

CHECCO ZALONE NON E’ NE’ DI DESTRA NE’ DI SINISTRA. E’ UN GENIO E BASTA (di Franco Marino)

Accantonate subito ogni dibattito geopolitico, superficiali che non siete altro e rispondete al vero quesito del giorno, quello che cambierà i destini dell’umanità: Checco Zalone è di destra o di sinistra?
Da quando lo scorso anno è uscito il video promozionale del film Tolo Tolo, è sorta una delle più stupide polemiche che abbia mai contrassegnato la storia del cinema, chiedersi cioè se Checco Zalone sia sovranista o no, se si sia convertito al globalismo o se sia sovranista, se sia di destra o di sinistra e se l’ultimo video “La vaccinada” dove Checco Zalone prende per i fondelli la polemica sul vaccino sia un video negazionista o…affermazionista.
Occorre chiarire una cosa. La satira e la comicità *DA SEMPRE* si occupano di politica e questo perchè tutto ciò che ci porta ad uscire dai nostri limitati orizzonti è politica.
Noi anche solo per il fatto di aprire bocca, facciamo politica. Checco Zalone dunque la fa eccome. E la fa a modo suo, dicendo come la pensa nel modo artistico che conosciamo. E’ di destra? E’ di sinistra? La risposta è che in un paese normale non dovrebbe fottercene proprio.
Qualche giorno fa, per dire, hanno riproposto “La vita è bella” e io personalmente non ho bisogno di stabilire che sia di sinistra per definirlo un autentico capolavoro di meschina propaganda filoamericana – viceversa non avrebbe vinto l’Oscar, per dirla alla Monicelli – con annesso carrarmato finale in Germania dal quale spunta un soldato americano quando è noto che fin quando non si sono messi di mezzo i russi, gli americani in Cruccolandia non cavavano un ragno dal buco. Come non c’è bisogno di essere di sinistra per apprezzare moltissimo il Benigni immediatamente antecedente e di destra per trovare il Benigni di dopo mortalmente palloso con l’aggravante di aver criminalmente trasformato Dante Alighieri, il principe del politicamente scorretto, in una sorta di professor Keating, traboccante di poesia e bontà.
A me personalmente Checco Zalone ha sempre fatto scompisciare dalle risate, sia quando faceva Zelig, sia quando si è messo a fare film.
La comicità, quella vera, fa politica ma non ha colore politico. Altrimenti diventa propaganda. Più o meno divertente. E in un paese normale, un film non è bello o brutto, divertente o noioso se il suo autore la pensa come noi ma se è fatto bene, se fa ridere, se fa riflettere, se i suoi attori sono bravi.
Regolare il proprio gradimento di un artista in base all’appartenenza politica non ha niente a che fare nè con l’arte nè con la politica ma con la disonestà intellettuale o, peggio, con la psicopatia.
Che non è per niente divertente.



Anzi, se c’è un comico che prende per il culo a 360 gradi riuscendo ad apparire credibile in ogni caso, è sempre stato Checco Zalone: uno che prende per il culo tutti. Da sempre. Naturalmente, quando a cadere sotto le cesoie della sua urticante satira è la sinistra, passa per essere uno di destra. E quando il popolo sovranista è convinto di esserselo messo sotto la sua ala non meno omologante di quella “de sinistra” ecco che Checco Zalone gli esplode per le mani.
Aver ritenuto Checco Zalone un “comico di destra”, solamente perchè utilizza, sia nei suoi film che nelle sue gag offerte negli spettacoli teatrali e nei programmi di cabaret, un registro linguistico e stilistico poco affine agli stilemi della sinistra, è l’illusione che ha portato alla delusione di molti sovranisti. Che, in tutta franchezza, non ho ancora capito cosa si aspettassero. Che Checco Zalone, in Tolo Tolo facesse qualche battuta razzista, omofoba o sessista? Che nel suo video si mettesse a fare propaganda no-vax?
In realtà, Luca Medici tratta temi di altissima rilevanza nel dibattito geopolitico ma con l’obbligata equanimità del grande dissacratore che voglia definirsi tale. Semmai io rivolgerei le attenzioni allo squallido spettacolo andato in onda ieri sulle TV nazionale con un Fedez che ha ufficializzato la presenza di un’Italia criminalmente divisa in due da una guerra civile fredda che poi è, in realtà, nient’altro che la faida tra le tossicità della cultura DEM e quella neocon che l’Italia, da buon protettorato statunitense, ha riadattato al tessuto socioantropologico italiano.
A me preoccupa molto più questo. Io rivorrei un paese normale dove poter ridere degli spettacoli di un guitto senza dovermi chiedere se sia stipendiato da Salvini o da Enrico Letta.

FRANCO MARINO

Un commento su “CHECCO ZALONE NON E’ NE’ DI DESTRA NE’ DI SINISTRA. E’ UN GENIO E BASTA (di Franco Marino)

  1. Gli americani hanno avuto George Carlin (oggi non potrebbe più esibirsi), gli italiani Checcozzalone…
    Il ruolo di colonia è fin troppo prestigioso.

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