Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

L’EDITORIALE – IL COVID E LA SINDROME DI BATMAN (di Matteo Fais)

Vi ricordate l’uomo pipistrello più famoso del mondo? Da quello di Tim Burton fino alla Trilogia del cavaliere oscuro, più o meno chiunque sia nato negli ultimi cinquant’anni ha visto almeno una trasposizione cinematografica della sua storia.

Pensateci. Se si facesse una veloce indagine, scopriremmo sicuramente che pochissimi italiani hanno letto interamente La Divina Commedia, il Decamerone, o l’opera di Pasolini, ma quasi tutti avranno visto almeno una pellicola riguardante il famoso personaggio mascherato. Ciò vuol dire che, nel nostro immaginario, l’eroe non è colui che si ritrova ad attraversare i regni ultraterreni, o un Ulisse qualsiasi, ma bensì un riccone che, a seguito di una serie di tristi vicissitudini con la malavita della sua città, ha deciso di ergersi a paladino della giustizia.

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Adesso, è noto che Gotham City è una città di fantasia e che non tutti siamo sfondati di denari come Bruce Wayne, ma è evidente che la visione del mondo sottesa a quella storia deve in qualche modo averci segnati, visto il largo consumo che ne abbiamo fatto. I greci, con i testi dell’Iliade e l’Odissea, cercavano di educare il popolo in un certo modo. Mutatis mutandis, noi siamo stati formati dalla narrazione hollywoodiana di un uomo sempre sul piede di guerra, zelante e solerte nel annichilire qualsiasi dissidente, maniaco, malvivente o ritenuto tale secondo la legge vigente nel suo paese.

Batman è, dunque, oramai in ognuno di noi. Per vederlo in azione, basta andare in un qualunque market, al parco, sotto casa, a fare una passeggiata. Non indossa un mantello nero, né una corazza antiproiettile, ma la mascherina sanitaria, lasciando scoperti solo gli occhi. Eccolo l’eroe, o quello che da tale si atteggia. Sa cosa è il bene e cosa è il male. Si sente investito di una missione, far rispettar la Legge – nella fattispecie, l’ultimo DPCM emanato di volta in volta. Proprio come Batman è più attento e tempestivo della polizia guidata dall’ispettore Gordon, così il covidiota è sempre all’erta pronto a segnalare ogni violazione prima che arrivi qualsiasi tutore delle Forze dell’Ordine. Vedasi il caso di Alessandro Gassman – che, quantomeno, seppur in proporzione minore, ha a sua volta molti soldi come Bruce Wayne – che segnala indecorose feste che vanno contro i principi del distanziamento sociale e della sicurezza in tempo di pandemia. Ma egli è solo il Batman vestito meglio, perché come lui sono in tanti.

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Quante volte vi sarete sentiti ammonire con un “metta bene quella mascherina”. E non lo chiedono con cortesia, ma brandendo un indice minaccioso e con gli occhi pieni della rabbia di chi già troppe volte ha dovuto ricordare all’umanità stolta il volere più alto scritto nelle norme. Ogni commessa, sciampista, casalinga, elettrauto, piastrellista, ambulante, tutti sono persuasi di essere l’uomo pipistrello. Forti della loro terza media, o di una corso per il rifacimento delle unghie, additano, parlano e intimidiscono neanche fossero parte di chissà quale platonica idea di un personale sanitario globale. Sentono che il Bene e la Verità della Scienza parlano attraverso i loro gesti stigmatizzanti. Costoro non si sono arrogati un ruolo ma, in pieno delirio psicotico, pensano realmente di essere il tramite di principi più alti che li sovrastano. Normalmente, dovrebbero finire in manicomio, come quello che va cianciando al semaforo di essere Giulio Cesare, ma siccome la follia è diffusa, ognuno si comporta alla stregua di Bruce Wayne – secondo me, se potessero, si arrampicherebbero pure sui tetti dei palazzi per spiare meglio e sferrare il loro attacco finale contro le forze del Male.

E se pensate che io stia scherzando, solo perché vi siete fatti due risate leggendomi, vi sbagliate di grosso. Ognuno ragiona secondo il suo orizzonte culturale e il loro è Batman, per quanto questi ne rappresentino l’incarnazione più sfigata che possa esistere di tale cazzata di personaggio creato per intrattenere i bambini. Ma, del resto, loro cosa sono? Intellettualmente parlando, degli infanti.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Da ottobre, è nelle librerie il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

2 commenti su “L’EDITORIALE – IL COVID E LA SINDROME DI BATMAN (di Matteo Fais)

  1. Avevo messo via gli occhiali di Roddy Piper in Essi Vivono e ora che li rispolvero scopro che invece di zombi sono vestiti col costume da pipistrello!
    Ne abbiamo fatta di strada, dal 1988…

  2. Sarà per quello che io, che leggevo Iliade e Odissea a 16 anni, e ho visto Batman solo a trenta suonati al cinema, sono cresciuto con un immaginario eversivo e deviante e oggi risulto un pericoloso untore che gira senza mascherina.

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