Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

L’editoriale – L’EMERGENZA SANITARIA SPIEGATA DAL COMMESSO (di Matteo Fais)

“[…] e loro semplicemente… obbediscono. Nessuna domanda. Nessuna deviazione. Non un momento di pausa per contemplare l’eternità, la bellezza o la morte”. (Manhunt – Unabomber 1×01 – Pilot Episode)

No, non cominciamo con Goebbels e la menzogna che, ripetuta mille volte, diviene verità. Partiamo invece dal commesso della Conad.

Ero al market. Il ragazzo dietro di me viene apostrofato dalla sessantenne che gli sta a un metro di distanza. “La mascherina, per favore, metta bene la mascherina”. Basta un secondo, e la tensione nell’aria è già palpabile. “Non respiro”. Quella non demorde. Cominciano a volare parole grosse. Fisso la situazione come interdetto. Non mi ci sono abituato e non mi ci abituerò mai, non c’è niente da fare. Controllati e controllori che si confondono, gente mascherata, distanze di sicurezza. La mia psiche lo rifiuta. Mi sento come al cinema. Mi pare di assistere a uno spettacolo a distanza di sicurezza dalla realtà – come fissando uno schermo, appunto.

ACQUISTA il nuovo romanzo di Matteo Fais, Le regole dell’estinzione, Castelvecchi.
AMAZON: https://www.amazon.it/regole-dellestinzione-Matteo-Fais/dp/8832828979/
IBS: https://www.ibs.it/regole-dell-estinzione-libro-matteo-fais/e/9788832828979

Il giovane si difende bene. Replica colpo su colpo. Non credevo esistessero persone del genere, se non su Facebook, gente che proprio non gliela vuole dare vinta. Io per primo, al contrario, indosso la mascherina: non voglio sentirli, replicare ai loro ammonimenti spiegandogli quanto siano cretini. 

Viene chiamata la sicurezza. Un’altra commessa, dal banco salumi, si scalda più del dovuto. Invoca “le regole” – chissà poi chi le avrà stabilite. Io continuo a sentirmi come alienato da tutto. Non riesco a credere a tanto casino per una mascherina che cade leggermente sotto il naso. Manco avesse rubato qualcosa, violentato un bambino, o circolato con un coltello insanguinato in mano. La mia mente continua a dirmi che è tutta una follia, una psicosi collettiva, una situazione che fino a oggi avevo unicamente letto nelle distopie pensando si trattasse di esagerazioni narrative

Arriva il responsabile. Attacca con la solita solfa: “Mi dispiace, è fastidioso per tutti, ma bisogna portare la mascherina per salvaguardare…”. Il tizio lo fulmina: “Ma lei può provarmi che questa mascherina ci protegge da un eventuale virus?”. Quello casca dalle nuvole. “No, non posso, ma queste sono le regole e lei le deve rispettare”.

Il discorso mi colpisce nella sua aberrante e stupida ottusità. “Non importa ciò che è vero, io neppure me lo chiedo, perché questo è ciò che mi hanno detto di fare”, ecco cosa sembra dire il responsabile. La banalità “del bene e del male”, mi si palesa senza possibilità di equivoci ulteriori. Insomma, se domani Draghi dovesse imporre tassativamente di non indossare niente di fronte alla bocca, lui si toglierebbe lo straccetto sanitario con la stessa facilità con cui l’ha indossato dall’inizio della fantapandemia. 

In un attimo, il problema mi è chiaro: il commesso responsabile è la rappresentazione plastica di tutti gli italiani. Nessuno si pone domande. Con una giusta campagna pubblicitaria li si potrebbe indurre a fare qualsiasi cosa, anche bere il proprio piscio, o evitare di fare sesso per tre anni. La gente vuole ordini e uno che glieli impartisca, desidera essere sollevata dalla necessità di ragionare. Le persone sono come i follower della Ferragni. Se lei indossa un abito, loro lo comprano e, se lei va agli Uffizi, loro vi si recano con altrettanta accecata spinta.

CONTRIBUISCI ANCHE TU A SUPPORTARE IL NOSTRO GIORNALE
Caro amico lettore, come potrai immaginare, dietro questo blog ci sono diverse persone che collaborano agli articoli che tu quotidianamente leggi. Se desideri supportare la nostra attività, ti saremmo grati se volessi dare il tuo sostegno all’Iban IT53E3608105138290082390113. L’intestatario è Matteo Fais. Grazie di cuore, La Redazione.

Ripenso a quando, alcuni anni fa, l’OMS sostenne che la carne rossa non doveva essere consumata perché causerebbe il cancro. Alla fine, furono costretti loro stessi a ritrattare perché era crollato pericolosamente il consumo. In una Nazione piena di laureati, nessuno si era chiesto, per esempio, se ci fosse una qualche differenza tra la carne di un discount milanese, o quella del paesello di nonno. Niente di niente. Ipse dixit e tutti agiscono di conseguenza. E, sempre senza farsi alcun problema, di lì a un paio di settimane, il consumo riprese come se niente fosse stato. 

Pensate cosa accadrebbe se le imposizioni fossero ancora più assurde, tipo fermare tutti quelli col naso adunco e pestarli a sangue, o segnalarli alle Forze dell’Ordine. E non importerebbe chi ci fosse al potere, Stalin, Hitler o Pol Pot. Loro obbedirebbero a qualunque assurdità. “Queste sono le regole”. Già, ma se fossero altre?

Matteo Fais

 Canale Telegram di Matteo Fais: https://t.me/matteofais

Chat WhatsApp di Matteo Fais: +393453199734

L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Da ottobre, è nelle librerie il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

7 commenti su “L’editoriale – L’EMERGENZA SANITARIA SPIEGATA DAL COMMESSO (di Matteo Fais)

  1. E’ peggio: i mascherinomani non possono accettare che ci sia qualcuno ancora libero e che lo dimostra con la sua faccia scoperta, qualcuno che non aderisce al loro culto suicida di balle e umiliazioni rituali. E soprattutto ci godono a fare gli aspiranti guardiani del campo di concentramento in cui ora ci ritroviamo, gli da’ un senso di potere fare i piccoli kapo’, e un certo piacere ostentare la loro presunta virtu’ dell’obbedienza.
    Non c’e’ nulla al mondo che mi faccia + schifo di questa feccia. Neanche i vermi o i parassiti + schifosi. Non vedo l’ora che si vaccinino tutti o schiattino prima per la mancanza di ossigeno.

  2. All’aperto la mascherina si può togliere, ma al chiuso è da irresponsabili stare senza, dai… Non è che si può fare sempre il Bastian contrario

    1. Se la ritieni utile è sufficiente la tua. Fino a prova contraria decido io per la mia salute, la tua maschera protegge solo da evidenti conclusioni

  3. Eccone un’altra. La mia faccia da culo ben visibile fa già da deterrente e quando non basta mi esce la rabbia perché è questo sistema che mi ha rovinato la vita. Se domani la regola è buttarsi dal decimo piano, che fai esegui chiedo sempre.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *