Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

DENISE PIPITONE E LA RIDICOLA RUSSOFOBIA (di Franco Marino)

Oggi dovrebbe essere la giornata della svolta. Si saprà se la bambina scomparsa nel lontano 2004 e che in questi giorni in una TV russa ha rivolto un appello dicendo di voler ritrovare la famiglia di origine, sia davvero Denise Pipitone. Fin qui, non svelo nulla di nuovo perchè la notizia campeggia su tutti i giornali, occupa pagine di dibattito e, anche a non essere appassionati di cronaca rosagiallonera, è la cronaca rosagiallonera ad appassionarsi a noi, bombardandoci di notizie, spesso anche insignificanti. Non è certo insulso il dramma della sparizione di una bambina, ho una figlia di quell’età e la semplice prospettiva che possa accaderle qualcosa di brutto mi manda totalmente nel panico. In questo caso, ad esserlo è la polemica che, sul solco della costante russofobia, vede i media italiani scagliarsi contro la TV russa dalla quale sarebbe partito l’appello di Oxsana, tacciandoli di sciacallaggio. L’accusa di voler speculare sulla vicenda sembrerebbe imparabile e non lo è.

Da quanto ho capito – se sbaglio, voi mi corigerete (cit.) – la trasmissione russa sarebbe un equivalente di Chi l’ha visto. Una gran bella trasmissione, una delle più storiche della tv italiana. Non sono un appassionato del genere – lo era la mia bisnonna, per dire la longevità del format – ma è un programma ben fatto, condotto da una bravissima conduttrice come Federica Sciarelli che si fa rispettare per la sua professionalità e, cosa che non guasta, buca lo schermo col suo fascino. Ma non si offenda se diciamo che non è il conduttore la parte più importante di programmi di questo tipo. Non conoscendo l’equivalente russo, c’è tuttavia da immaginare che la struttura sia simile: un ariete mediatico e, dietro, un nutritissimo e silenzioso staff di giornalisti d’assalto, veri e propri bracchi della notizia, specializzati nel fiutare ogni minimo dettaglio che serva per risolvere veri e propri enigmi.
Naturalmente, essendo professionisti, vanno pagati e dunque – elementare Watson – il programma stesso avrà sicuramente costi altissimi. Non si capisce perchè trasmissioni che, offrendo un costoso servizio, si tengono in piedi solo se generano utili, debbano rinunciare ad una grossa fetta di audience che poi si tradurrebbe in sponsor, in vista di quello che si preannuncia un grande evento. Per quale motivo la Russia dovrebbe danneggiare un proprio canale informativo, facendo un favore ad un paese che, aderendo alle sanzioni, di fatto si comporta come un nemico? D’altronde, sarà grazie al programma – non certo alle Polizie italiane e russe nè tantomeno ai moralisti da tastiera – se si risolverà questo dramma. Se, dunque, ci vogliono lucrare sopra, fanno solo bene.
Oltretutto, l’esitazione della tv russa potrebbe – dico potrebbe – anche essere un segnale positivo. E’ possibile che loro già sappiano l’esito delle analisi che confermino la compatibilità del DNA e che vogliano fare il botto con l’annunciazione in diretta del verdetto. Poi per carità sono ipotesi aleatorie. Presto scopriremo se Piera Maggio potrà riabbracciare sua figlia e dunque la straziante agonia che questa povera madre vive da quasi vent’anni avrà fine oppure se sarà destinata a durare.

Quello che già sappiamo con certezza è la stucchevole pretestuosità di questa polemica. E, dunque, se si può avere il dubbio che siano sciacalli i gestori russi del programma, che lo siano i russofobi d’accatto italiani è cassazione.

FRANCO MARINO

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