Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

L’EDITORIALE – HA RAGIONE LA PRESIDENTA: LE DONNE NON DEVONO STARE IN CUCINA, MANDIAMOLE NEI CANTIERI (di Matteo Fais)

La Boldrini non la si può prendere in giro. Su di lei grava la tragedia dello scemo del villaggio. Se uno va in giro e burlescamente si dichiara Napoleone, fa ridere e la gente giustamente ne approfitta per rilassarsi con uno spettacolino comico. Se, invece, uno si riconosce tale e crede realmente di essere il Generale di Francia, l’unica cosa da fare è compatirlo ed evitare di motteggiarlo per il suo disturbo psichiatrico.

Naturalmente, non è agile comprendere se lei ci sia o ci faccia – e, di conseguenza, se lo scemo del villaggio abbia trovato compagnia o qualcuno che gli ha sottratto semplicemente la parte. A ogni buon conto, è sempre bene presupporre la buona fede altrui e mettere da parte i sospetti sulla sua scaltrezza.

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Ipotizziamo dunque che la PresidentA abbia ragione e, in Italia, vi sia un problema con tutti questi spot pubblicitari che trasmetterebbero un’immagine degradante del gentil sesso – non so neppure se questo sinonimo di donna sia a sua volta da bandire, ma lasciamo correre.

Insomma, la paladina della giustizia rosa non tollera che si veda una femmina nell’atto di servire colazioni, pranzi e cene a uomini adulti, infanti o adolescenti. Ciò sarebbe imbarbarimento civile e antropologico. Mi è oscuro a questo punto come mai la Senatrice non dia corso anche a una battaglia per la chiusura di tutti i siti porno. Voglio dire: voi preferireste vedere vostra figlia che mette davanti a suo marito un piatto di spaghetti o il consorte che le dice, magari dopo essersi mangiato proprio gli spaghetti, mentre lei lo scruta vogliosa, come accade in certi film, “avanti, troia, in ginocchio e succhiami il cazzo”? Spero di non aver dato spunto alla AltissimA per qualche nuova folle crociata, ma confido nel suo scarso senso per il paradosso.

Volendo essere seri, però, corre l’obbligo di far presente a Sua Maestà la Regina che quelli non sono gesti di sottomissione e degradazione, ma di amore. È lei ad avere una visione piuttosto distorta dei rapporti umani. Lo schiavo-schiava, nelle piantagioni della Louisiana, era costretto con la forza e percosso se non portava i pasti a tavola al suo padrone che, tra parentesi, lo possedeva alla stregua di un oggetto. La moglie e la madre di oggi non hanno obblighi di quel tipo, non sono possesso del marito e, salvo perversioni strane, non vengono frustate. Il loro è spesso uno slancio, un gesto di affetto e abnegazione. Se poi la moglie fa la casalinga, quello è in un certo senso il suo lavoro. Lei provvede a certe faccende, nella fattispecie quelle domestiche, perché il marito possa procacciarsi il denaro per garantire il sostegno alla famiglia. Niente di strano, si chiama divisione del lavoro.

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Ma, se vivessimo in un Paese serio e se i maschi avessero ancora le palle, prenderemmo il genere femminile – anzi, no, il genere femminista – e lo costringeremmo a vivere una settimana da portatori sani di pene. Noi in cucina, loro a spaccare pietre, spargere catrame per le strade, svolgere lavori di muratura, sistemare tubi ed impianti elettrici. Considerato che dobbiamo solitamente aiutarle anche per aprire un barattolo di confettura, io credo che il novanta percento capitolerebbe dopo mezza giornata. Al mattino successivo, si presenterebbero in massa al nostro cospetto e, inginocchiandosi, chiederebbero a gran voce il perdono. E sapete una cosa? Noi maschi ci meriteremmo proprio le loro scuse.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Da ottobre, è nelle librerie il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

3 commenti su “L’EDITORIALE – HA RAGIONE LA PRESIDENTA: LE DONNE NON DEVONO STARE IN CUCINA, MANDIAMOLE NEI CANTIERI (di Matteo Fais)

  1. Intanto è bene notare come anche lei, esimio Fais, nonostante le sue certe posizioni, sia stato indotto dal femminismo che combatte, ad usare “maschio” anziché Uomo, Uomini..proprio la medesima distinzione che attuano gli zerbini mediatici che lei stesso deplora, e non mi dica che sia satira o riflesso di ciò che dicono le nazifemen, non è la prima volta che usa “maschio” nei suoi interventi, ed è proprio uno dei motivi per cui le nazifemen non ci chiedere no mai scusa, ci saranno sempre gli “allineati” zerbini morti di fregna che, per scarsa capacità di gonadi, carattere debole o semplice tornaconto, preferirà no fare gli zerbini per intucciare il biscotto o una semplice sniffata di eroTina.

    Cordialità.

    1. Intanto, lei dovrebbe cominciare a scrivere in italiano. In secondo luogo, lei riesce a comprendere che maschio è un sinonimo di uomo?

  2. Sarò un perverso, e ovviamente un retrogrado maschilista, ma associo ad una solenne abbuffata un altrettanto sfrenato accoppiamento, con profusione di varianti contronatura e pratiche implicanti la sottomissione della donna ai piaceri del maschio (e, anzi, la sua entusiastica partecipazione). Cibo e copula: l’apoteosi del Patriarcato.

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