Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

SCANZI L’IMPERDONABILE (di Franco Marino)

Nel corso di quasi vent’anni di blogging, ho ricevuto non pochi inviti a partecipare a talk-show, radio e TV. Non erano di alto lignaggio ma spesso sono state levatrici di personaggi dell’infotainment poi divenuti giornalisti di un certo livello. Tutti sistematicamente rifiutati.
La prima ragione ha a che fare col fatto che io “ci credo veramente”. Chiunque assista ad un dibattito televisivo, sarebbe portato ad avere la sensazione che i duellanti spesso nutrano reciprocamente un odio feroce l’un per l’altro. Nulla di più falso. Dopo le singolar tenzoni, non è raro che i due si ritrovino a cena insieme. Casomai facendosi i complimenti su quanto sono state brillanti le loro prestazioni. Una roba che a me darebbe il voltastomaco. Non perchè io non sia capace anche di coltivare rapporti con chi la pensa diversamente da me ma perchè mi conosco e non riuscirei a sostenere certi teatrini. Non riuscirei – ben conscio che la cosa sia reciproca – ad andare a cena con persone come la Lucarelli. E non c’entrano niente le loro idee. Sono le persone a non piacermi.
La seconda è che ci sono personaggi completamente incapaci di confrontarsi sugli argomenti e che, quando beccati nel vivo, la buttano sul personale. “Sono un essere umano, niente di ciò ch’è umano ritengo estraneo a me”, vergava immortalmente Terenzio. In quanto umano, ho anche io le mie contraddizioni, i miei errori, i miei scheletri nell’armadio. L’idea che, mentre si discute di qualcosa, io debba beccarmi la provocazione di qualcuno che casomai, essendosi informato sul mio conto, tira fuori qualche episodio imbarazzante risalente ai tempi del liceo, sarebbe sufficiente a chiudere la discussione e risolverla con una sana scazzottata. Sono disposto a discutere con chiunque ma nel momento in cui la cosa prende una piega personale, una persona si banna automaticamente da ogni possibilità di confronto con me e da ogni speranza di tessere un rapporto personale.
Ci fu un momento in cui, per colpa di Scanzi, solidarizzai con Renzi: quando il giornalista aretino, per delegittimarlo, tirò fuori che l’ex-Presidente del Consiglio da ragazzo, veniva definito dai compagni di scuola “Bomba” per sottolinearne la natura menzognera.
In quel momento, realizzai la tossicità di Scanzi che, del resto, sia prima che dopo si rese protagonista di alcuni comportamenti che se l’Ordine dei Giornalisti fosse qualcosa di serio e non una congrega di pagliacci quale è, lo avrebbe già radiato.
Quello di prendere il passato di una persona, attingendo ai suoi errori di ragazzino, e ritorcerglielo contro è un atteggiamento a metà tra il cyberbullismo e la character assassination. Di cui, del resto, Scanzi ha fatto larghissimo uso nel corso di tutta la sua carriera, quasi interamente consacrata al fango contro chiunque non gli fosse gradito.

Tutto questo per dire che l’ultima vicenda in cui sarebbe stato coinvolto il famoso giornalista del Fatto Quotidiano non mi interessa minimamente, come non mi interessava il caso – dove peraltro presi anche le sue difese contro quelli del Primato Nazionale – della macchina parcheggiata in uno spazio riservato ai disabili.
Ognuno di noi ha le sue contraddizioni, le sue meschinità. Se qualcuno andasse ad indagare la vita della quasi totalità degli esseri umani, del loro passato, degli errori commessi da ciascuno – alcuni anche gravi – non di rado troverebbe un autentico percorso di guerra. Proprio per questo, mentre sul piano squisitamente contenutistico, non risparmio mai critiche violente, sul piano personale sono estremamente tollerante con gli errori altrui. Puro e semplice paraculismo: una volta o l’altra tutti abbiamo bisogno di essere perdonati.
La persona saggia sa benissimo che non è infallibile, che non è invulnerabile. Dunque pur non risparmiando i suoi attacchi, cerca sempre di evitare di colpire dove sa di poter essere colpito. Politicamente può sentirsi assolutamente all’altezza di criticare chiunque. Sul piano personale, prudentemente il saggio sta zitto.
Scanzi non merita di essere perdonato. Non perchè il suo non sia – come è – un caso davvero di lieve entità. Ma perchè non merita alcuna indulgenza chi costruisce la sua carriera sulle contumelie rivolte ai suoi avversari. E non la merita neanche quando i suoi peccati sono di pochissimo conto.
I talk-show, i giornali, ormai non meritano di essere nè letti nè ascoltati nè guardati proprio perchè radunano il peggio dell’umanità. Scanzi non va condannato per gli episodi discutibili di cui si rende protagonista e la cui reale essenza non ci interessa. Ma perchè è un esempio di come non ci si deve comportare con gli altri e di come non deve essere il giornalismo.
Scanzi non va condannato per quello che eventualmente fa o non fa ma per quello che è, per la tossicità che ha portato nel dibattito pubblico, per come ha involgarito la dialettica dei lettori.
E’ questo a renderlo imperdonabile.

FRANCO MARINO

3 commenti su “SCANZI L’IMPERDONABILE (di Franco Marino)

  1. Purtroppo le devo dare torto, poiché il signor Scanzi per quello che è si comporta e per come si comporta scrive. Se questo genenere di giornalisti hanno il piacere di gettare la comunità italiana nell’eterna rissa perché loro devono guadagnarci è bene dire agli italiani: guardate chi sono, loro vogliono dividerci per farsi i loro comodi. Poi vedremo se nelle piccole comunità, famiglie, paesi, si avrà voglia di far rissa per un qualcuno che appare in tv a calunniare un intero popolo. E così deve essre per le sardine, la boltrini, travaglio, grillo, Mizzica appena pescano dimaio mi scatenerò.

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