Il Detonatore

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DA ZAIA A DE LUCA: QUANDO LA TIRANNIA E’ NELLE PAROLE (di Franco Marino)

Non so voi ma personalmente ho come l’impressione che questa pandemia abbia dato a molti personaggi che pure erano da ritenersi in principio stimabili, un’accattivante vetrina per sperimentare l’eccitazione del potere assoluto.E anche quando il profilo è apparentemente dimesso, il linguaggio tradisce sovente le reali intenzioni.Quando Zaia verga coram populo (veneto) la sentenza che “E’ finita la ricreazione”, non realizza di paragonarsi automaticamente non al rappresentante delle istituzioni qual si converrebbe in una democrazia ma al maestro che ritiene le libertà dei suoi allievi una ricreazione perchè tanto poi ha un campanello da suonare.La dittatura, giova ricordarlo a chi ne sa poco sia di democrazia che di totalitarismi, si costruisce con le parole. Con De Luca che non si limita a decidere qualcosa che, nella sua sgradevolezza, purtroppo rientra nelle sue facoltà, ma si spinge oltre: ritenendo Halloween un’americanata di fatto delegittimando una festa che sì, potrà essere anche sgradevole ma che rientra nei diritti di ogni cittadino, su cui *nessun rappresentante delle istituzioni può proferire verbo*.

Ma questo è ciò che il popolo ha consentito ai suoi rappresentanti, anche grazie a chi come Crozza, caricaturandolo ma sotto sotto con venature di complice sfottò, ha reso certi orrendi personaggi più umani. Lo stesso popolo bue che ha riso di fronte alle caricature di De Luca, gli ha consentito – forse proprio perchè influenzato dalla smitizzazione burlesca – di utilizzare termini che se fossero provenuti da CasaPound, avrebbero fatto scendere per strada centinaia di migliaia di persone. E, tanto per confermare che destra e sinistra sono la stessa cosa, Zaia usa i medesimi toni, consacrando il progressivo disfacimento dell’anima rivoluzionaria leghista – alla quale peraltro io non ho mai creduto – e usando toni che sono chiare provocazioni, evidenti manifestazioni di intenti.Ma soprattutto deve essere chiaro che la svolta governativa della Lega – che non ha nulla di “pragmatistico” ma è solo la scelta di sedersi ad un tavolo pieno di miliardi che arrivano dal recovery fund – costituisce un monito che fungerà da stella polare per chiunque non se la sia bevuta e abbia deciso di scaricare la Lega. Da oggi in poi, ad ogni leader che si proclami aedo della ribellione antisistema, sarà necessario operare uno scan analogo a quello che gli antivirus compiono su un pc.
Altrimenti l’alternativa è uno Zaia che prima fa il compagnone e poi, una volta al potere, si atteggia a preside.
Decidendo che i nostri diritti siano da considerarsi una ricreazione e non semplicemente l’elemento distintivo di una civiltà giuridica.

FRANCO MARINO

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