Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

RICCIARDI E’ UN MEDICO. DUNQUE UN CRETINO (di Franco Marino)

Non ce l’ho con i medici. Da ragazzo ringraziai con tale calore un medico che mi aveva curato che questi si sentì in dovere di dirmi: “E’ solo il mio mestiere”.
Neanche in seguito mi sono lamentato. Non aspettandomi l’impossibile da un medico, mi riesce anche facile perdonarlo quando fa un errore. Per esempio del mio medico di base sono solito dire che non ha voglia di fare niente ma che è un genio. E lo è davvero. Ma lo dico bonariamente. Passa la maggior parte del tempo in barca a vela. Passione meravigliosa. Ed è forse per questo che è un genio: non è uno che consacra la sua vita al lavoro. E pazienza se a volte devo rincorrerlo quando ho bisogno di lui.

In generale, la categoria mi è simpatica ma con delle riserve. Ho un cugino che è un ottimo medico ma umanamente è un totale cretino. La cosa potrebbe sembrare clamorosa se non avessi conosciuto molti medici, competentissimi, riscontrando analoga cretinaggine.

E la cosa ha una spiegazione.
Medicina è una delle facoltà più difficili che esistano. Una volta che il giovine vi entra, vi rimane per moltissimi anni avendo come unica possibilità di riuscita che trascuri tutto il resto. Una volta che esce dalla scuola secondaria studia moltissimo, ma soltanto medicina. Che occasione ha di completare la sua cultura? La medicina non ha niente a che vedere con la storia, con la letteratura, con la geografia, con la filosofia, con l’arte, col diritto. È pura tecnica che rende i medici semplici supermeccanici del corpo umano, che cercano di ripararlo per quanto possono; ed è un compito così difficile, che non hanno il tempo di occuparsi d’altro. Dunque culturalmente sono dei liceali che non aprono un libro da decenni.

Un altro difetto dei medici è che, avendo a che fare con dei malati – indeboliti, preoccupati, piuttosto supplichevoli che aggressivi – finiscono col dimenticare, come ragazzini, che esiste il diritto, e che certe cose addirittura costituiscono reato. Li ho visti sorridere dicendo e facendo cose che mi avrebbero fatto rabbrividire. Sono e si sentono naturalmente supra legem o, se si vuole, sub lege. Certo non allo stesso livello. Un giorno un medico, alla vista di mia cognata incinta di tre gemelli – non sapendo che fosse mia cognata – le disse con assoluta nonchalance di “non essere allegra che tanto li avrebbe persi”. Era il mio cugino cretino. Quando, anni dopo, venne a fare il certificato di morte di mio padre, mia cognata lo riconobbe e mi disse “è lui quel medico” e io le dissi “Non devi avercela a male, è un medico, quindi un cretino”. Sbagliò il certificato, tanto che fummo costretti a farlo rifare da un altro medico e sull’uscio di casa, con aria trionfante, raccontava agli altri cugini attoniti del suo prossimo viaggio alle Maldive.

Ma non finisce qui. Conoscevo un chirurgo ed eravamo in buoni rapporti. In qualche occasione gli avevo anche fatto dei favori. Così, quando ho avuto bisogno di una banale operazione, sono andato nel suo ospedale. Il giorno dopo l’operazione, mentre ero ancora degente (una coronarografia è un’operazione di routine ma comunque non totalmente esente da rischi) il dottore insistette perchè gli facessi un sito web. Ma quando, settimane dopo, chiesi d’essere pagato, vidi che mi evitava. Ore di lavoro, in ospedale, lavorando col portatile e dovevo farlo gratis? Alla fine me lo disse chiaramente, che non intendeva pagarmi. Addirittura mi rimproverò per iscritto di averlo chiesto. Perché? Perché lui mi aveva “operato gratis”. Gratis? In ospedale? In altri termini non si rendeva conto d’avere messo nero su bianco che, per essere operati da lui, in un ospedale pubblico, bisognava pagare. Ecco in che senso i medici sono ignoranti e per qualche verso infantili. Non si rendono conto del mondo in cui vivono e dei rischi che corrono.
Finì che rinunziai al pagamento. Ed anche a denunciarlo. Insomma lo assolsi per incapacità di intendere e di volere.

Ecco perchè le parole di Ricciardi che invoca un lockdown totale mi fanno sorridere. Ricciardi è un medico e dunque naturaliter un cretino. Un signore che non si rende conto delle scemenze che dice, che quando apre bocca pensa che non ci siano conseguenze proprio come un medico che, di fronte ad un paziente, non può certo esimersi dal dirgli che gli mancano pochi mesi di vita, se un tumore metastatico invade tutto il suo corpo. Solo che quando si esce dall’ospedale, fuori ci sono tantissime persone sane che non sono malate di nulla, tanti disperati che hanno un lavoro da mandare avanti, tanti dipendenti che vengono licenziati per via di questa farsa.
Insomma, se le idiozie di Ricciardi non riguardassero la vita di milioni di persone, lo assolverei chiedendo per lui una specifica attenuante. Quella di essere un medico.
E dunque un cretino.

FRANCO MARINO

4 commenti su “RICCIARDI E’ UN MEDICO. DUNQUE UN CRETINO (di Franco Marino)

  1. Non sono d’accordo con lei. Il nostro è qualcosa più di un medico. È un gran Comis di stato. E, per questo, crede di essere verbo di Dio. Purtroppo non è l’unico che non capisce .

  2. È un bell’articolo che porta avanti un discorso sensato, ma mi sentirei di spezzare una lancia in favore del mio medico di base, che professionalmente non mi ha mai dato motivo di dubitare delle sue capacità, ma è anche una persona di vasta cultura, capace di dipingere tele nello stile di Matisse o Van Gogh e di mettere dischi di classica per allietare l’atmosfera in sala d’aspetto (raccogliendo in genere solo lamentele lagnose dai poveri cristi che non riescono a capire neppure che quella sia Musica). Poi, chiaramente, un’eccezione non fa la regola, anzi.

    1. Si, articolo che ho letto con gusto.

      Purtroppo il “sapere” sempre più settoriale, sempre più compartimentato, ha prodotto questo tipo di sapienti ignoranti. E il discorso si può estendere a tutte le categorie professionali iper-specialistiche.
      Io sono un semplice magazziniere…

  3. Un solo commento riguardo a Ricciardi: lo detesto. Detesto la sua aria arrogante, le cose che dice, la sua posa da gran scienziato. Detesto tutto di lui

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