Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

IL SISTEMA E PALAMARA, UN LIBRO INUTILE. E’ TROPPO TARDI (di Franco Marino)

Bisogna sempre resistere alla tentazione di scrivere su ciò che si è già scritto. Non che aggiungere nulla alla realtà fattuale, si corre il rischio anche presso gli amici più affezionati, di sentirsi dire “Sì ok, ma queste cose ce le hai già dette. Perchè le ripeti?”.
Questo è il motivo per cui la mia attività sia come postatore che come articolista si è drasticamente ridotta negli ultimi mesi. Si parla sempre e solo del Covid. E per quanto uno possa avere tutta la facilità di scrittura di questo mondo, non può ogni giorno scrivere ciò che pensa da diverse angolazioni. Alla fine la gente si scoccia e se ne va.
Così al libro di Palamara dedicherò questo articolo non per spiegare ciò che in esso sia contenuto ma per mostrare come un popolo intero possa, se cotto a puntino, credere per decenni a balle clamorose e come, per dubitare di una narrazione ufficiale, non occorrano prove ma basti la logica.
Certo, fino a quando Palamara, oggi cacciato dalla magistratura e dunque interessato a riciclarsi come cavallo di Troia di qualche politico o giornalista in rotta con Magistratura Democratica, stava dall’altra parte, su ciò che accadeva all’interno della giustizia non c’erano prove certe. Solo voci di corridoio, deduzioni logiche, sospetti, voci. Ma nessuno ha mai sorpreso un magistrato parlare con qualche politico e dire “Oggi attacchiamo Tizio o Caio”.
Ma che la magistratura italiana fosse e sia ancora oggi una cosca mafiosa ed eversiva e che il giornalismo le abbia tirato la volata era noto a chiunque non abbia la sveglia al collo. Che tutto ciò abbia condizionato la politica degli ultimi trent’anni è cosa nota.

Il libro è inutile – e non me ne voglia Alessandro Sallusti, che è un bravo giornalista – non perchè non siano vere le cose contenute ma perchè ormai è troppo tardi. I retroscena, i giudici collusi, i giornalisti compiacenti servono soltanto a rodere il fegato di chiunque non abbia bisogno di vedere la propria donna a letto con un altro, per capire di averla persa. Io ho deciso sin da ragazzino, usando la logica, di diffidare del magistrato oplita del bene, della narrazione della magistratura impegnata in una perenne palingenesi morale rivolta ad un non meglio precisato bene.
Così come sin dal Gennaio dello scorso anno ho deciso di non credere ad una parola di ciò che le autorità dicono sul Covid.
Compirò presto quarant’anni, ho fatto in tempo ad assistere all’evoluzione di Mani Pulite e a capire il funzionamento delle bolle mediatiche in un regime tirannomediatico. Dapprima l’unanimismo di massa impone la visione dominante, criminalizzando ogni dissenso. Poi, passo dopo passo, la gente rinsavisce, mano mano che i padroni diventano sempre più arroganti, prevaricatori, censori. Fino a quando, i tiranni mediatici sgamata la balla, la trasformano in verità compiuta, facendo credere di averla sempre sostenuta.
Nel lontano 1993, chiunque avesse espresso dubbi sul pool di Mani Pulite come pure dell’Antimafia, oltre a rischiare sul piano personale, sarebbe stato appellato come fiancheggiatore dei ladri e dei mafiosi: un negazionista ante litteram, si direbbe. Oggi nessuno, salvo i fan di Di Pietro e tutto quel giornalismo che gli è sempre andato dietro, crede più all’autenticità di quell’operazione.
Che il covid – non il virus ma il panico scatenato – sia una grande montatura non avrò bisogno di scoprirlo tra vent’anni da qualche virologo pentito e che inveirà contro Burioni, Galli e compagnia siringante. Io già lo so. Ho le prove? No, uso la logica. Mi basta osservare ogni giorno la disonestà intellettuale di chi amministra i flussi di pensiero, gli errori logici di chi sostiene una farsa che, anzitutto, viene sostenuta dagli stessi che hanno nutrito le più bieche messinscene mediatiche e poi, prima ancora di traballare sulle voci di medici minacciati, di retroscena diffusi da infermieri, è proprio sul piano logico che non sta in piedi.

Comprare questo libro significa avallare il malvezzo tipicamente italiano di aspettare di scoprire la propria donna a letto con un altro, casomai mentre ci si va a letto e si piglia pure l’AIDS. Se qualcuno ha bisogno di Palamara per capire che la magistratura vada riformata, che Salvini sia saltato perchè si è messo di traverso alle lobby dell’immigrazionismo, che Berlusconi è stato perseguitato non in quanto delinquente ma in quanto Berlusconi il problema è di chi, per decidere da che parte stare, aspetta prima che succeda tutto il peggio che debba succedere.
Così come il problema è chi ancora crede, dopo che in nome del profitto, è stata devastata la sanità italiana, che ai creatori della farsa covid interessi qualcosa della salute dei cittadini. Quando tra dieci anni qualcuno certificherà tutto lo schifo che c’è attorno al covid, chi ne scriverà non avrà per me dignità maggiore rispetto a chi, oggi, sfidando venti e maree, prendendosi insulti, litigando con parenti e amici, si oppone alla psicosi dilagante che sta distruggendo questo paese.
Chi voleva capire cosa fosse la magistratura italiana, non ha bisogno di leggere Palamara, così come chi voleva capire che razza di mafia sia la sinistra e quante balle siano state raccontate sulla Resistenza, non aveva bisogno di Pansa. Così come chi vorrà capire cosa ci sia dietro il covid non avrà bisogno di qualcuno, magari io, che fra una trentina d’anni, quanto ormai i danni saranno compiuti, scriva un libro.
D’altra parte questo è il paese dove nel 1939 nessuno era antifascista, nessuno nel 1945 era fascista e dopo 1989 tutti avevano capito che il comunismo era una feroce tirannia.
Non c’è bisogno di prove, di testimonianze. Per chi ha logica, per chi ragiona, non c’è bisogno di prove.
Chi ragiona, ha sempre ragione.

FRANCO MARINO

Un commento su “IL SISTEMA E PALAMARA, UN LIBRO INUTILE. E’ TROPPO TARDI (di Franco Marino)

  1. Ai tempi di mani pulite, mia madre disse: “Se non lo ammazzano, è d’accordo” riferendosi a DiPietro.
    Poi è sceso in politica.

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