Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

PERCHE’ LA CRISI DI GOVERNO PROPRIO ORA E SCENARI FUTURI (di Franco Marino)

La pallanuoto è uno sport meraviglioso, a patto di conoscerne la reale essenza. Sopra le acque sembra uno sport molto simile al suo ben più famoso cugino calcio, con cui ne condivide la struttura di base (due porte e una palla da buttare in rete) e alcune regole. Sotto, la battaglia si svolge in una selva furiosa di cosce ipertrofiche che duellano per conquistarsi quello spazio necessario a sferrare il tiro in porta, che è poi il vero fascino di uno degli sport tra i più aggressivi che conoscano.
La politica non è molto meravigliosa ma funziona in maniera simile. In apparenza c’è una maggioranza che governa e un’opposizione che dice “non sono d’accordo col governo” ma la vera lotta, che sfugge alla maggioranza degli astanti, è sott’acqua dove si nasconde la vera rissa selvaggia tra le squadre che si affrontano in piscina.
Così, l’idea che possa cadere un governo che finora si è allineato a ciò che volevano i padroni della finanza, può apparire assurda. Ma solo se si è abituati a vedere la pallanuoto e dunque la politica per quello che è: un giuoco la cui battaglia è sott’acqua.

In realtà, è perfettamente razionale. In una prima fase, una maggioranza di governo composta da un partito in crollo verticale che nel 2018 era divenuto il primo partito ma che già nel 2019 era in crollo verticale, doveva prendere le misure impopolari tra cui i lockdown prima generalizzati e poi quelli locali. Successivamente, si doveva chiamare qualcuno ad assumersi il peso della crisi finanziaria, scaricandogli l’onere di dover ricostruire dalle macerie.
Questa è una minestra ben nota ed è la minestra della Troika. La quale prima ha massacrato la Grecia e poi ha chiamato Tsipras a gestire la ricostruzione, costringendolo a dover affrontare il peso di una situazione creata dalla Troika stessa. Poi ha rifatto lo stesso giochino in Italia con una tempesta finanziaria che dapprima ha visto arrivare Monti a fare tagli lineari di diritti e danari per poi scaricare sulle regioni il peso di questi tagli. Tanto per la cronaca, chi accusa la Lega dell’emergenza in Lombardia, mente sapendo di mentire. Se quei tagli sono stati fatti è perchè le regioni dovevano obbedire ai diktat della tecnocrazia usuraria di Monti.

Adesso il giochino si ripete. Ufficialmente c’è un governo politico sostenuto da una maggioranza parlamentare. Nei fatti c’è un governo tecnico, nelle mani di una dittatura sanitaria, che sta distruggendo l’economia. I guai verranno raccolti dai governi futuri i quali si troveranno di fronte alla necessità di ottenere l’approvazione dei 200 miliardi previsti dal MES. I quali arriveranno solo se un governo sorretto da una forte maggioranza parlamentare e da un gran consenso popolare, dunque ancora non sputtanatosi davanti agli elettori, si mostrerà disposto a fare ciò che dice la Troika. Ragione per cui, per esempio, più che parlare di Conte-ter, non vedo improbabile un’ipotesi che al momento nessuno menziona, un ritorno alle urne, che vedrebbe la vittoria del centrodestra. Una vittoria che non servirebbe a nulla perchè Salvini e la Meloni, messi alle strette da una tempesta finanziaria, dovranno a quel punto eseguire i diktat della Troika, contando sulla fedeltà degli elettori. E con Movimento 5 Stelle e PD che stanno a guardare, strofinandosi le mani.
Impossibile? Complottistico? Ad ora può apparire così ma solo se non si considera che è esattamente quello che è successo in Grecia con Tsipras, identico.
E, del resto, tutti noi abbiamo potuto vedere fin troppi grillini antisistema, fare gli stessi identici discorsi che anni prima facevano quelli del PD. Così come abbiamo visto tanti “negazionisti” della sinistra all’esordio del covid, diventare fedeli aedi della narrazione covidiota oggi. E il contrario. Tanti leghisti, quando la tesi della chiusura totale era di moda, si allontanarono dalla mia pagina.

Ecco, se qualcuno mi chiedesse di descrivere uno scenario futuro, di fare una previsione, questa è al momento quella che mi sembra più probabile.
La dittatura giallorossa ha avvelenato i pozzi e adesso scarica l’onere di gestire l’emergenza finanziaria a quelli che verranno dopo, chiunque essi siano.
Il che potrebbe anche spiegare perchè Salvini nell’estate del 2019 abbia fatto quella scelta che a molti – ma non a me – sul momento è parsa e ancora oggi pare scellerata, ossia dimettersi. Forse aveva capito il casino che sarebbe arrivato e non voleva metterci la firma.

FRANCO MARINO

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