Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

LO TSUNAMI AMERICANO IN ARRIVO (di Franco Marino)

Se si avesse la certezza dell’insincerità dei movimenti antisistema, il Movimento 5 Stelle non sarebbe arrivato in Parlamento con 13 milioni di voti, Tsipras non sarebbe diventato presidente della Grecia, Salvini non sarebbe il primo nelle intenzioni di voto e Trump oggi non sarebbe un leader eletto da 75 milioni di americani. E potremmo proseguire oltre. Invece il successo di questi partiti ha dato luogo a dibattiti durati almeno dieci anni all’interno dei media mainstream. In gran parte dei casi, questi movimenti sono stati cooptati all’interno del sistema, nella minor parte ancora non si è assistito a questa conversione solo perchè i leader in questione non hanno ancora avuto modo di governare.
E dunque non ha neanche senso chiedersi se Trump sia sincero o se sia l’ennesimo gatekeeper, termine col quale si designa un finto rivoluzionario il cui scopo è radunare il dissenso affinchè venga sterilizzato o comunque che rimanga dentro l’alveo democratico.
I meccanismi su cui si forma il consenso, non sono del tutto conoscibili. Peraltro con Putin scopriamo che a volte una rivoluzione può avvenire anche mantenendo formalmente intatta la democrazia. Non se ne esce. Nessuno di noi ha i mezzi per capire cosa guidi le azioni di questi signori e per giunta mosse che possono far presagire una strategia, magari rivelano imponderabilmente l’opposto.

Quando la situazione è di questo tipo, l’unico faro sono i fatti nella loro incontestabilità.
In primis, un’America irreversibilmente divisa in due mondi che possono sopravvivere solo se uno distrugge l’altro, dal momento che esiste un’America ufficiale, hollywoodiana, patinata, metropolitana, espressione della finanza delle grandi corporate multinazionali e un’America reale, basata sulla piccola e media impresa in crisi. E dunque due mondi che si odiano, che non si riconoscono alcuna dignità perchè ognuno dei due nasce come reazione all’altro.
In secundis, un popolo oltre Trump. Che non è dunque rappresentato solo da un anziano signore col testosterone – ormone dello scontro fisico – in fisiologico calo e dunque timoroso, oltre le minacce, di trasformare l’America in un campo di battaglia, quindi improvvisato calmieratore di bellicosi istinti. Ma popolato anche e soprattutto da ventenni, trentenni e quarantenni per nulla disposti a passare il resto della loro vita a dover chiedere scusa per ogni parola fuori posto, soprattutto quando in ognuna di queste si delinea il linguaggio del potere.

Per finire, non bastasse quanto sopra, la paradossale quanto sempre più violenta recrudescenza antidemocratica dei democratici, i quali, in tutto il mondo, ogni giorno che Dio manda in terra, fanno passi in avanti nella brandellizzazione delle libertà fondamentali dei cittadini, col prevedibile risultato di autorizzare l’America trumpiana a reagire in maniera violenta. Perchè quando tutti i giornali di area Dem di tutto il mondo occidentale nascondono per due mesi le accuse di Trump all’intero sistema mediatico americano, manipolando tutto il possibile, mi sembrano chiari gli esiti: prima o poi, qualcuno vorrà costruirsi un sistema simile ma di colore politico opposto, cosa che chiunque abbia voluto farsi un giro dalle parti di Qanon ha avuto modo di vedere.

Cosa ne sarà dopo Trump è difficile da dire e forse neanche importa. Che il futuro sia inconoscibile è una banalità, ma bisognerebbe sempre chiedersi: quale futuro? Se potessimo prevedere tutto, come per le eclissi, il futuro sarebbe ovvio come sapere che dopo la domenica viene il Lunedì.
Ma se non potessimo prevedere nulla, in medicina non esisterebbe la prognosi.
Non sono un medico e non sono nemmeno un luminare della geopolitica. Ma quando un idiota si riempie di alcool da mane a sera, dire che morirà di cirrosi epatica non è essere iettatori ma realisti.
Anzi, dopo che per decenni i Dem hanno riempito di bugie il mondo e colpito chiunque non si allineasse alle loro imposizioni, personalmente trovo anomalo che le uniche violenze siano quelle che emergono sui giornali e sono dunque convinto che il peggio debba ancora arrivare.
Ma certamente, quelli che parlano dell’onda sovranista che sta arretrando, non capiscono – oltre che di tutto il resto – nulla di ciò che riguardi il mare. Viceversa saprebbero che quando un’onda arretra, è un pessimo segnale.
Vuol dire che sta arrivando uno tsunami.

FRANCO MARINO

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