Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

PEGGIO DI QUALSIASI VIRUS (di Franco Marino)

E’ stato detto che il miglior modo di danneggiare una tesi è difenderla con cattivi argomenti e con pessimi interlocutori. Senonchè il dibattito tra vaccinisti e antivaccinisti, traslato come era prevedibile anche nella querelle del vaccino anticovid, è stato condotto in maniera da screditare l’infallibilità della scienza – e questo è SEMPRE un bene – di screditare la scienza stessa, con conseguenze potenzialmente molto pericolose, ma anche di screditare le tesi che combattono l’infallibilità della scienza al punto che persino Conte, nel presentare il decreto che ufficializzava la decisione di sequestrare gli italiani per le feste di Natale, concludeva il suo discorso dicendo “ci rimettiamo alle decisioni della scienza”.
Quando un uomo che occupa un gradino così elevato delle istituzioni decide di delegare ogni autonomia decisionale “alla scienza”, viene naturale provare un brivido soprattutto se, studiando la storia – che molti non conoscono – si pensa a quanto la scienza abbia legittimato le mostruosità delle tirannie del passato.
Così di fronte all’arrivo di febbri gialle e varianti d’Albione – e non si capisce quale credibilità abbia una classe di medici che a Febbraio ci disse che il covid era una semplice influenza salvo poi abbracciare il terrorismo mediatico per azzardare nuove previsioni – la cosa peggiore che si potrebbe fare è ingaggiare un duello con gente che comunque queste cose le ha studiate, ignari che proprio per questo giocano in casa e possono adeguare la narrazione alle strategie di difesa dell’opinione pubblica.
L’idea che esista una supervaccino in grado di proteggerci anche se l’RNA del virus muta e il ceppo è diverso smutanderebbe decenni in cui ci è stato detto che il vaccino contro il virus dell’AIDS non si trovava proprio perchè anche il virus dell’HIV muta. Ma tant’è, esiste la superproteina Spike, sia lode a Spike Lee. Quindi ora anche l’AIDS è curabile?

Più importante è spiegare che il problema non è che non ci fidiamo del vaccino ma che non ci fidiamo di quelli che lo producono. Che non è che non crediamo che esista un virus potenzialmente pericoloso ma che non condividiamo l’idea che questo giustifichi la distruzione dell’economia e dello stato sociale di un paese. Che non è che non ci fidiamo in generale della scienza ma che non crediamo che la scienza debba sostituirsi alla politica, perchè già altre volte è accaduto e sono successi disastri. Che la questione non è che vogliamo discutere su come funzioni l’RNA o il DNA nè tantomeno che chi abbia la terza media debba dare lezioni a virologi e immunologi ma che crediamo che i vaccini siano il pretesto per inocularci altra roba, di dubbia provenienza. Che la presenza di una pandemia sia sufficiente a giustificare la distruzione di ogni libertà personale e non che invece la libertà, compresa quella di cura, venga al primo posto.
Tutte queste questioni non hanno a che vedere con discussioni tecniche, sanitarie, scientifiche – cosa che legittimerebbe (ma anche no, a dirla tutta) la spocchia dei medici – ma con un problema che è meramente politico e che si riassume nelle seguenti domande. E’ giusto delegare alla scienza la regolazione della nostra vita? La scienza è lo studio della verità o è semplicemente un’assieme di informazioni di cui la politica dovrà decidere l’uso da farne? L’emergenza sanitaria di cui molti parlano – e che la Cina ha risolto costruendo in meno di un mese ospedali con tantissimi posti e con un lockdown totale ma limitatissimo nel tempo – è figlia del virus o di anni e anni di politiche distruttive di ogni forma di sanità pubblica?
Inserirsi in una diatriba virologica francamente è stucchevole. Credo che non esista disciplina più vomitevole del wrestling mediatico tra virologi di sinistra e virologi di destra che sta tormentando il dibattito pubblico. Perchè alla fin fine, vaccino o no, mortalità o no del covid, la vera questione è se ci sia da fidarsi di questi scienziati che vanno a braccetto col potere. Se la risposta è sì e però siamo tra coloro che non si allineano, basterà un’epidemia ancora più violenta e saremo nelle loro mani. Se invece non ci fidiamo, se rifiutiamo l’autorità scientistica, nessuna epidemia, anche violenta, ci convincerà che sia giusto distruggere l’economia di un paese.
Anche perchè alla fin fine, numeri alla mano, il covid-19 è stata un’epidemia relativamente minore. Questi hanno i mezzi per creare un virus molto peggiore, molto più violento.
A quel punto, come la metteremo con chi ci avrà accusato di aver sottovalutato il primo virus?

La cosa da capire è che, covid o non covid, variante inglese, svedese o russa, febbre gialla o febbre rossa, noi siamo finiti nelle mani di nemici che ci renderanno la vita impossibile fin quando non li toglieremo da lì con le maniere cattive e che questi nemici ormai hanno il controllo militare di tutti i mezzi di comunicazione, informazione ed infotainment, che poteri e contropoteri navigano verso un pensiero unico peculiare di ogni dittatura e che in sostanza l’unica speranza per ribellarsi resta la lotta, anche violenta.
Quando si capisce questo, ci si rende conto che il vero problema è che tra poco noi la vita non la rischieremo per un virus, ma per la fame. E che morire per aver tentato di ribellarsi sarà molto più conveniente che obbedire e subire nella speranza di sopravvivere ad un qualsiasi virus, più o meno grave.
La politica ha deciso di abiurare il proprio ruolo in favore di una scienza che non risponde a nessuno del suo operato.
E questo è molto più pericoloso di qualsiasi virus.

FRANCO MARINO

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