Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

DIETRO IL PARAVENTO DELLA VIOLENZA SULLE DONNE, LA CACCIA AL MASCHIO BIANCO (di Franco Marino)

Dalla Sardegna giunge la storia di un padre di due bambine suicidatosi dinnanzi al posto di lavoro della moglie.
Nei giorni in cui tutti, tra una sciocchezza della Murgia e una cretinata della Finocchiaro, celebriamo le vittime della violenza sulle donne, una vittima maschile ci ricorda che purtroppo la violenza non ha sesso.
Violentare psicologicamente un uomo contempla mille armi ma il più bieco e vigliacco ha un nome specifico: alienazione parentale.
Pare che la moglie ricattasse quest’uomo e, sotto la minaccia di separarsi e di non fargli vedere le bambine, gli impedisse di fare tutto, dal prendere l’auto al vietargli di avere amici, sino a quella ridicolaggine che è il profilo in comune, una delle tante cacate inventate dal patron di Faccialibro, il tutto in una cornice manipolativa che comprendeva finanche l’umiliazione professionale di ricordare al marito il suo superiore stipendio.
Nel leggere tali storie, a fatica sorgono le parole; dovrebbe esistere una giustizia a dirimere il senso di certe tragedie ma forse è proprio l’assenza di giudici davvero responsabili a renderle così frequenti.
Chi mi ha riferito questa notizia auspica che un giorno la moglie si renda conto di certe cose. Ma purtroppo ciò non accadrà. L’unica punizione che questa donna riceverà dalla vita ha un momento circoscritto in un giorno ben preciso che, statene certi, arriverà e sarà quando le due figlie, fattesi grandi e donne, le chiederanno perché il loro papà non potrà assistere alla loro festa di laurea, accompagnarle all’altare o stringere in braccio qualche nipotino. A quel punto, o la madre saprà giustificare l’ingiustificabile o le figlie la odieranno a vita e, in vecchiaia, la lasceranno sola.
In un’Italia senza giustizia, l’unica speranza di una punizione per la propria vigliaccheria viene dalla grande ruota della vita.


E’ sempre con profonda amarezza che osservo la celebrazione di giornate come questa, accanto a tutto il carico di ipocrisia politicamente corretta che ci viene propagandata mediaticamente, tra chi si tinge il viso di rosso, cariche istituzionali che si prestano a questo giochino, dichiarazioni banali e scontate e via dolcificando l’opinione pubblica.
Nel momento in cui una donna accetta di celebrare una giornata mondiale dedicata alla violenza sulle donne, crea la stessa categorizzazione di cui poi sarà vittima perchè è evidente che se si condanna la violenza soltanto verso un genere, si sta implicitamente affermando che l’altro genere non merita tutele, ottenendo come unico risultato di scatenare un focolaio di maschilismo reattivo antifemminista.
Ed è attraverso la strumentalizzazione di tragedie che vedono vittima una donna e di cui è colpevole un uomo non in quanto maschio ma in quanto persona prepotente – e la prepotenza non è una caratteristica di genere ma di specie – che si sta scatenando una pericolosa caccia al maschio.
Soprattutto, sorprende la politicizzazione di questa giornata. Un articolo del tutto innocuo di Feltri scatena contro di lui l’inferno social mentre ogni giorno tutte le donne di destra, la Meloni, la Totolo, la Cuccarini, un tempo la Carfagna – prima che decidesse di convertirsi – venivano fatte oggetto di contumelie da parte della sinistra ma nessuno che per loro scomodasse termini come “sessismo”.
Diciamoci la verità, il femminismo, nato per dare sacrosanti diritti alle donne, è diventato lo sfogatoio di ogni donnicciola acida e repressa che non sa come tenersi un uomo.
E diciamoci anche un’altra verità: osservando il silenzio e il giustificazionismo correlato ai tanti femminicidi in cui il killer è un immigrato africano o un musulmano, si può giungere all’unica vera ed inevitabile conclusione.
Il vero obiettivo è la caccia al maschio bianco.

FRANCO MARINO

Un commento su “DIETRO IL PARAVENTO DELLA VIOLENZA SULLE DONNE, LA CACCIA AL MASCHIO BIANCO (di Franco Marino)

  1. Da qualche anno ormai si usano e si amplificano mediaticamente questi fatti, quando è coinvolto un uomo bianco, per evitare di parlare e per coprire gli stupri e i crimini violenti degli immigrati africani o pachistani che siano. All’estero usano la stessa strategia, Francia, Inghilterra, Svezia, Germania, Belgio solo per fare alcuni nomi. Ma questo lo sapete già e ormai l’abbiamo capito (quasi) tutti. Non mi sorprenderebbe venire a conoscenza dell’ennesimo stupro o più di uno (probabile) avvenuto in questi giorni da parte di qualche “risorsa” ai danni di qualche ragazza, ragazzina, bambina o anziana italiana. E anche qualora in questi giorni non siano avvenuti stupri (improbabile) o aggressioni violente o veri e propri omicidi da parte di qualche africano o pachistano che bisogna coprire, non importa, si implementa comunque la strategia di eliminazione dell’uomo bianco, va bene lo stesso.
    Perchè un ripasso non guasta mai.
    Dominio (anche) attraverso il caos.
    Saluti

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