Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

L’EDITORIALE – LA MAESTRA CHE SI FA I VIDEO EROTICI: NON CAPISCO PIÙ IL MONDO INTORNO A ME (di Matteo Fais)

Fu tanto tempo fa. Ero poco più che bambino. Pensate che stavo inserendo nel videoregistratore – il videoregistratore? – un VHS. Vi ricordate? Era il periodo in cui esistevano anche le musicassette. Mio nonno materno era ancora vivo. Aveva oltre novant’anni. Era vecchio e male in arnese. Non ci vedeva quasi più o, come diceva lui, “per me voi siete ombre, sagome scure”. Nella sua sordità – tra gli altri acciacchi –, ci sentì parlare di videocassette e mi chiese cosa fossero. Giuro, mi trovai in sincera difficoltà a spiegare ciò che per me era ovvio, ovvero vedere un film o uno spettacolo televisivo precedentemente registrato.

Miracolo – si fa per dire – dell’attualità, oggi mi sento come quel vecchio signore nato nel 1903. Mi capita, per esempio, leggendo la notizia di questa maestra d’asilo che ha girato un breve clip erotico per il fidanzato e questo l’ha diffuso nel suo gruppo di amici, fino a che qualcuno non ha riconosciuto insegnante della figlia e non ha denunciato la cosa alla Preside. Adesso, per carità, la diffusione di filmati privati e il licenziamento a cui la giovane donna è andata incontro sono chiaramente una violazione, oltre che un esecrabile abuso. Eppure… Eppure qualcosa non mi torna…

Ripenso, per esempio, alla mia maestra elementare, lì alla scuola gestita dalle suore, vicino a casa. Era una signora molto composta e morigerata. Anche alla mano, devo riconoscerlo, ma comunque pur sempre una donna che svolgeva il sacro ruolo pedagogico nei confronti di teneri e innocenti bambini. Nella sua grande disponibilità e materna dolcezza era in ogni caso ferma, all’occorrenza severa. Insomma, certo non ci saremmo mai sognati di cantare canzonacce da marinai in classe, urlare parolacce, se non di nascosto, e via dicendo. Allora – e sto parlando su per giù del 1987-88, mica di un secolo fa – c’erano dei ruoli ben definiti: la maestra era la maestra, gli studenti erano studenti e chi faceva il cretino si prendeva un bello schiaffone a mano piena. Nessun genitore sarebbe mai insorto contro la docente, allora relativamente giovane – circa cinquant’anni –, che esercitava la sua autorità.

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Provo a immaginarmi cosa sarebbe successo se, di quella affettuosa e democristiana signora, fosse venuto fuori un video in cui, per la gioia del marito – non riesco proprio a pensare che nella vita sia andata se non con lui, perdonate il mio bigottismo –, si fosse sditallinata, o ficcata un cetriolo in culo. O – il Signore me ne scampi, e lo dico da ateo – , un filmato in cui la coppia avesse consumato un rapporto sessuale completo. Santo cielo, che scandalo!

Adesso, direte voi: ecco il solito reazionario del cazzo, quello che è convinto che i bambini li porti la cicogna, che le donne non abbiano un desiderio sessuale, che possano esistere i bordelli ma le signorine da sposare debbano essere tutte brave casalinghe. Sì, forse sono proprio un reazionario ottuso e mentalmente ottuagenario, ma mi pare davvero che qui si sia trasceso, che qualcosa sia sfuggito di mano.  

Nel mondo in cui mi trovo a vivere da ormai uomo, me ne rendo conto, è avvenuto un rovesciamento totale, soprattutto grazie a una certa mentalità dissolutoria diffusa dalla Sinistra, per cui ogni stortura è bene che si tramuti in normalità per non discriminare nessuno. Quando ero bambino, c’erano già le pornostar, anche in Italia. Erano poche e conosciute da tutti, come Moana e Cicciolina. Loro erano il SESSO, quello estremo, la porcata, l’orgia. Oggi, praticamente, di Moane e Ciccioline non ce ne sono più, perché tutte sono Moana e Cicciolina. La stessa Sasha Grey, per quanto iconica, non è una pornostar nel senso in cui lo erano loro che sembravano proprio aliene scese sulla terra per farci conoscere la troiaggine. Sasha Grey ha, invece, l’aria della girl next door, la ragazza della porta accanto. E, infatti, oggi i filmati porno vedono come protagoniste non quelle strane creature di un altro pianeta, ma ragazze qualsiasi, che potresti incontrare per strada, al market – magari pure maestre elementari o dell’asilo che, parallelamente all’attività didattica, si fanno schizzare in faccia da uno sconosciuto. Forse aveva proprio ragione Montanelli nel suo pamphlet in difesa delle case di tolleranza, Addio Wanda, uscito negli anni ’50: se non esisteranno più le sante e le puttane, tutte diventeranno puttane. Poi, non so, a voi sembra tutto normale? Nel caso, andate a comprare i cetrioli per le maestre dei vostri figli e amen. Lasciatemi con i miei ricordi di una normalità perduta.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Da ottobre, è nelle librerie il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

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