Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

COME SI COMBATTERA’ LA TERZA GUERRA MONDIALE? (di Franco Marino)

Quando un blogger ha una “linea editoriale” molto netta – e questo è il mio caso – finisce inevitabilmente per attrarre una massa di nemici e di fan scalmanati. Con buona pace di chi crede che io abbia aperto un blog per farmi elogiare, io non amo i primi – che banno all’istante, da nessuna parte sta scritto che io debba sopportare chi decide, non avendo argomenti, di attaccarmi sul piano personale – ma ancor meno amo i secondi, che non assecondo mai. Anche perchè sono i primi ad abbandonarti appena ti allontani un millimetro dai loro centri di gravità permanente.
Ho, invece, una certa predilezione per chi, pur non pensandola come me, intanto esprime i suoi dubbi con civiltà ma soprattutto pone obiezioni mentalmente e dialetticamente stimolanti. Quel tipo di lettore è ORO. E’ la base di qualsiasi blog che voglia ambire ad essere interessante.
Andrea Nemesi, storico frequentatore della mia pagina, è tra questi e spesso interviene a contrappunto dei miei articoli, scrivendo obiezioni che, anche quando magari non sono imparabili – e nell’ultimo articolo non lo sono, per varie ragioni – sono comunque stimolanti. Insomma, se sei un portiere che ama il movimento, un conto è giocare contro Cristiano Ronaldo e un conto è giocare contro un attaccante da dopolavoro. Andrea Nemesi è Cristiano Ronaldo: lo ammiri e ti dispiace perchè ce l’hai come avversario e non in squadra.
La sua obiezione ha ispirato il mio articolo che prosegue quello di ieri. Come si combatterà la Terza Guerra Mondiale?

Lui è convinto che io creda che si combatterà come le altre due, cosa che io non penso e che non ho mai scritto. Difatti scrive: “Una terza guerra mondiale in senso stretto, in questo momento, non se la può permettere nessuno: e infatti vedrai analoghi commerciali, cibernetici, etc., ma molto difficilmente un vero conflitto armato su scala mondiale”.
Infatti io non ho mai detto che il conflitto che ci sarà, si combatterà con eserciti, bombe nucleari e cose di questo tipo. E non tanto perchè ormai, gli ordigni atomici siano divenuti così potenti da distruggere il pianeta non uno ma diecimila volte ma perchè questa guerra non impegna più le nazioni propriamente dette ma le correnti antropologiche.
Fin quando il problema fosse degli USA che entrano in guerra contro la Corea del Nord o Israele contro Iran o India contro Pakistan, la questione sarebbe presto risolta: il paese A sgancia un cioccolatino contro il paese B, il paese B risponderebbe con un pocket coffee al paese A e chi subisce i danni maggiori, si arrende.
In questo caso, in guerra non è la nazione in senso classico ma una corrente antropologica: che può evolvere in nazione, anche a fronte di etnie, lingue, usi e tradizioni diverse. Se chiedeste ad un leghista se preferisce condividere una nazione con uno statunitense trumpiano o con un nazionalista del PD, vi risponderebbe con un trumpiano. Così come un elettore del PD si unirebbe volentieri in una nazione i cui valori fossero rappresentati dall’universo liberal dei Dem americani.
Ma proprio per questo, saltano i concetti più archetipici della nazione propriamente detta, aprendo la strada alle nazioni digitali, di cui i social mainstream sono forse il primo esemplare più evidente anche se non ancora evoluto. Questo rende la sua obiezione giusta in linea di principio ma rivolta ad uno che ha sempre detto che la guerra che si combatterà esulerà dagli schemi canonici anche perchè si va sempre più verso una digitalizzazione del conflitto tra correnti socioantropologiche opposte.
Si va insomma nella direzione delle nazioni digitali.

Non sono ovviamente il primo a dire ciò. Tremonti l’aveva già previsto nei primi anni Duemila quando i social network non erano neanche in calendario. E con l’avvento di mezzi di comunicazione capaci di accorciare le distanze, di dare la possibilità a persone che viceversa non avrebbero mai avuto modo di conoscersi, di costruire collaborazioni lavorative (non conosco personalmente il 99% delle persone con cui lavoro) di trovare persone affini ideologicamente, in qualche caso di trovare la donna della propria vita, sino all’avvento dei vari Uber, Just Eat e tutti i social vettoriali, era inevitabile che prima o poi anche le organizzazioni comunitarie si adeguassero al cambiamento.
A tal proposito, nel 2021 dovrebbe entrare in funzione Libra, la moneta digitale che costituisce semplicemente l’ennesimo passo che Facebook sta facendo verso il raggiungimento dello stato di “Nazione Digitale”. Non quello decisivo ma un passo importante. Che rischierà di soppiantare gli stati nazione tradizionalmente intesi se questi non troveranno delle contromisure.
Il punto è che gli stati democratici come prodotto dell’idealismo, ossia le forze del Bene che, in un sistema democratico, soffocano le forze del Male, non esistono praticamente più. Sì, esistono sicuramente il poliziotto e il carabiniere che vengono a prelevarvi se fate i cattivi, tradotto se mettete in pericolo i cardini dello stato democratico idealistico, ma ci saranno sempre un poliziotto e un carabiniere fin quando ci sarà la percezione da parte di un gruppo nutrito di persone che valga la pena obbedire a poliziotti e carabinieri.
Tuttavia, nel paese dove Tiziana Cantone vede un suo video privato divulgato sui principali social media ed è costretta a suicidarsi perché oltre al danno subisce anche la beffa di dover risarcire Facebook di ventimila euro PUR AVENDO VINTO LA CAUSA; nel paese dove una popolare blogger ha il potere di far licenziare dipendenti statali, far dimettere politici per qualche cretinata scritta su facebook e non a fronte di una regolare denuncia (come si converrebbe negli stati di diritto) ma con post sputtanatori su Facebook, dove divulga dati RISERVATI (si chiama Doxing ed è un reato, tanto per la cronaca, ma figurati se qualcuno si “suicida” denunciandola) senza contraddittorio, senza avvocato, facendosi forza dei propri enormi numeri; nel paese dove tantissimi esercenti pagano il pizzo – cioè una tassa non dovuta – per avere il diritto di lavorare in santa pace, con lo stato – e parlo di cose che ho vissuto personalmente – che fa di tutto per scoraggiare le denunce; ebbene in un paese così, quando si avrà la percezione che la legge è uguale per tutti ma qualcuno è più uguale degli altri, è solo questione di tempo prima che qualcuno decida di rappresentare un’ampia comunità di persone meno uguali che, non vedendosi rappresentate dal diritto “tradizionalmente inteso”, deciderà di costruire una società completamente diversa, imperniandola in uno stato digitale a misura dei propri valori.

La guerra inizierà in quel momento. L’intrinseca specularità delle correnti antropologiche non permetterà loro mai una convivenza civile, soprattutto man mano che, dopo lo tsunami pandemia, le condizioni socioeconomiche peggioreranno. E non dico nulla che non si veda già nei dibattiti su social, nei quali naufragano amicizie di vecchia data, persino parentele.
Oggi come oggi, gli stati ormai sono al collasso. Gli Stati Uniti sono nei guai e, con essi, tutto l’Occidente. E mano mano che questa incapacità si acuirà, se i social mainstream proseguiranno nel voler rappresentare la voce dei padroni, finanche creando meccanismi produttivi ai quali accederete solo se aderirete a certi valori, è inevitabile che nasceranno comunità virtuali che, almeno programmaticamente, si proporranno di difendere gli interessi di coloro che sono usciti sconfitti dalla globalizzazione.
Della corrente antropologica globalistica sappiamo tutto. Essa è imperniata sui GAFAM (Google, Apple, Facebook, Amazon, Microsoft) e difende i valori dell’omosessualismo militante, del monoidentitarismo – sia pure nascosto dietro una facciata pluriculturale – e del meticciato. Ma se nascerà una nazione digitale – o un’alleanza di nazioni – altrettanto forte, sviluppata, in grado di proporsi come contrappeso ma, stavolta, di difendere gli interessi dei sovranisti, sarà ben presto evidente che il risultato finale vedrà miliardi di utenti facebook che si troveranno a dover combattere contro miliardi di utenti di un immaginifico social network chiamiamolo come nome di fantasia Sovranbook, una vera e propria guerra civile, non necessariamente dai tratti convenzionali, tutta da immaginare ma silenziosa.

A quel punto, la nazione digitale meglio armata prevarrà sull’altra e sarà sufficiente che entrambe le nazioni digitali abbiano la forza economica di fare danni agli abitanti dell’una o dell’altra e la guerra potrà dirsi iniziata. Non sarà una guerra termonucleare, come giustamente sostiene Andrea Nemesi, perchè il nemico non sarà più una nazione straniera, al di fuori dei confini. Stavolta si combatterà col vicino di casa petaloso che tenterà di far fuori il condomino sovranista. E proprio per questa sarà molto più cruenta e violenta, perchè la dimensione individualistica dei combattenti la renderà silenziosa.

Molti di voi si chiederanno: “E la sanità? E i servizi? E la scuola? Ti pare mai che Facebook e in generale un social possa sostituire lo stato?”. Può eccome.
Nel momento in cui i social network conquistano ampi pezzi della “vita economica” di una comunità, l’utente potrà prosperare solo iscritto ad almeno uno di essi.
A quel punto, se un social lancia un’offerta per un’assicurazione sanitaria (che vi cura come, dove e quando volete voi, il tutto mentre la sanità pubblica ogni giorno di più perde i pezzi per strada) che renda certe professionalità necessarie per farvi operare nei suoi spazi e dunque crei delle scuole apposite (che voi dovrete pagare come oggi pagate attraverso le tasse) che vi permetta di usufruire di un servizio di vigilanza privata che vi difenda da eventuali aguzzini (e naturalmente pagherete anche quello come oggi pagate la polizia e l’esercito) ecco a voi che Facebook o Google o Twitter hanno creato la loro “nazione digitale”, che inevitabilmente soppianterà quella tradizionale, inefficiente e burocratica.
E ancora molti di voi si chiederanno: “E come reagirebbero la mafia? La ‘ndrangheta? La camorra?”. E io vi rispondo con una domanda: trovate tanto strano e improbabile che aziende in grado di manovrare enormi capitali, protette da una potenza geopolitica che ha influenza in tutto l’Occidente, possano infiltrarsi nelle mafie pagando i “picciotti” del posto e prendendo il controllo del territorio? Io non solo non lo trovo né strano né improbabile ma sono convinto che già stia avvenendo tranquillamente senza che neanche ce ne accorgiamo.

Quando questa guerra inizierà – e qui sono d’accordo con Andrea Nemesi – assisteremo ad una robusta riduzione della popolazione mondiale che non essendo possibile affrontarla attraverso tutti i tossici prodotti dell’idealismo ottocentesco, verrà realizzata secondo lo schema del più classico dei conflitti: una guerra dove vincerà il più forte.
Ed emergerà anche il carattere pretestuoso del conflitto, con un’apparenza e una sostanza. L’apparenza sarà il Bene che duella col Male, rappresentati per i sovranisti da Trump che lotta contro le cattive forze del Male rappresentate da Biden e per i globalisti da Biden, la voce della democrazia che lotta contro i cattivi sovranisti incarnati nel trumpismo.
La sostanza sarà l’ennesimo scontro tra interessi contrapposti come in tutte le guerre. Ed essendo l’Occidente interamente soggiogato politicamente e finanziariamente agli Stati Uniti, questa merda arriverà anche in Europa.

Quello che sta accadendo, come già scritto nel precedente articolo, solo in apparenza è un conflitto tra due candidati politici non disposti a riconoscersi vicendevolmente.
Nella sostanza, è semplicemente una resa dei conti tra due visioni del mondo che si scontrano sin dall’Ottocento – cioè da quando si è iniziato a pagare il conto di uno sviluppo senza sostenibilità, creato nel Settecento dall’illuminismo – e che non possono esistere se non l’una sopprimendo l’altra. Da tutto questo, non si scapperà.
Che poi questo si sostanzierà in guerre termonucleari – che è il pensiero che mi attribuisce l’amico Andrea Nemesi ma che personalmente non ho mai avuto – oppure molto più probabilmente in una guerra silenziosa, alla sudamericana, questo non conta. Il bagno di sangue sarà comunque enorme e realizzerà quella riduzione della popolazione che la sinistra ha tentato di provocare attraverso la costruzione di un’ideologia strampalata e pretestuosa che ha propagandato l’omosessualismo, la conflittualità sessuale, il meticciato, la distruzione identitaria, tutte costruzioni che vanno contro il sistema nervoso umano che, di fronte a tutto ciò che è estraneo, reagisce predisponendosi allo scontro fisico.

La sinistra ha tentato, come al suo solito, di imporsi al mondo mettendosi contro la realtà. L’idealista fa continuamente debiti con la realtà.
Ma la realtà è come un creditore che prima o poi presenta il conto.
Con gli interessi.

FRANCO MARINO

4 commenti su “COME SI COMBATTERA’ LA TERZA GUERRA MONDIALE? (di Franco Marino)

    1. Non c’è egoismo nel preoccuparti per il futuro delle tue figlie. Preoccuparti per loro è un dispositivo naturale di cui tutti, uomini e animali, sono stati appositamente dotati. Io, che non ho figlie femmine, personalmente sono molto molto preoccupato per le figlie, le mogli, le madri, le cugine le sorelle ecc.. di tutti gli italiani, visto il numero abnorme di stupratori, assassini, picchiatori, frustrati e tagliagole negri e mezzi negri di cui è stipata la penisola e che continuano a sbarcare. Anzi andiamo addirittura a prendere i criminali con le forze di polizia. Da vent’anni a questa parte. Vent’anni. Cosa mai accaduta prima nella storia dell’umanità in nessuna parte del mondo : uno stato che importa criminali, andandoli a prendere quasi a casa loro. Un fiume ininterrotto di animali. Incredibile, come parola, non è sufficiente. Coloro che hanno governato e che governano l’Italia e l’europa sono un mix di servi criminali e di disturbati mentali

  1. purtroppo la strada è tracciata nel’indifferenza dei ” governi ” che lasciano fare in nome di una libertà imprenditoriale, che piano piano inizia a modificare le abitudini delle masse …… meno rapporti sociali che in un futuro potrebbero addirittura sparire, come ipotizzato nel film – Equals -, già il sistema di lavoro di Amazon tiene distanziata la gente impedendo così rapporti che potrebbero creare problemi al’azienda,…. ci esprimiamo con le faccette, e brevi giudizi ,..ma sempre con la bontà del politicamente corretto,…non strillare…. lasciare tutto soft…non dire certe parole presenti nel vocabolario,..ma ormai abolite di fatto perchè qualcuno ha ritenuto che fossero offensive,….. questo qualcuno che ti impedisce di parlare senza dirti il motivo,……!! abbiamo visto cos’è successo con i bitcoin …e ora vedremo con Libra,…. potrebbe essere l’inizio di un casino economico senza precedenti,……. ma non ditelo,..anzi…. tutto va ben,…..madama la marchesa,…..!!

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