Il Detonatore

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IL NARCISISMO DI TRUMP VISTO DAGLI OCCHI DI UN CANDIDO (di Franco Marino)

Sulle pubblicità di La7 viene annunciato uno speciale su Trump, di Purgatori, dedicato al suo presunto narcisismo patologico. Ho apprezzato molto questa pubblicità così che essendomi appuntato il giorno in cui si terrà la trasmissione, avrò cura di cambiare canale che oltretutto stasera c’è anche la Champions League.
Non è che io abbia qualcosa contro chi ritiene Trump un narcisista patologico e neanche ho granchè contro Purgatori, che è solo l’ennesimo caso di giornalista agganciato al potere nè più nè meno dei colleghi. E’ che tutto ciò che è character assassination mi respinge automaticamente.
Io, che pure passo per essere un cinico o un realista, ho una visione molto infantile e candida del dibattito pubblico. Per me, in un paese normale, due candidati alla presidenza di questa o quella carica si confrontano in un civile dibattito nel corso del quale uno vanta le proprietà nutritive del prosciutto crudo, l’altro quelle del prosciutto cotto e alla fine il popolo, a guisa di giuria, decide se è più buono il prosciutto crudo o il prosciutto cotto. Tutto il resto, mi ripugna, mi dà la nausea. Sono nato nell’era in cui, da Craxi a Salvini, passando per Berlusconi, il dibattito sulla grandezza o sulla piccolezza di questi uomini ha sostituito temi molto più importanti. E questa è una cosa di cui non sono mai riuscito a capacitarmi. Se un giorno mi dessero l’incarico – poveri pazzi – di rivoltare la Costituzione, inserirei tra gli articoli che non è consentito nei dibattiti politici di accennare a caratteristiche psicofisiche dell’avversario. Il che ovviamente farà aggrottare le ciglia a qualche giurista e chiarisco che la mia è una proposta abbozzata.

Questo come premessa, poi si arriva alla domanda: Trump è narcisista? Risposta. Come ogni essere umano che abbia l’ambizione di fare qualcosa.
Io mi sono messo in testa di creare un social network che faccia concorrenza a Facebook. Sono narcisista? Direi di sì. E tuttavia questo non rileva. Quello che faccio è positivo o negativo? Avrà un impatto favorevole o no sulla società? L’idea è buona o cattiva? Queste sono le uniche domande che contano e sulle quali magari regolarsi.
Il narcisismo è la benzina inevitabile di chiunque voglia avere successo nella vita e ha a che fare con l’ambizione che è il nutrimento di qualsiasi grande impresa. Per riscattare delusioni passate, per sentire l’amore delle persone – tutto ciò che noi facciamo, lo facciamo per sentirci amati e chi lo nega è un ipocrita – al punto che Michael Jackson, nel corso di un suo discorso ad Oxford disse che “se non puoi dire di essere amato, sei condannato a cercare qualcosa che riempia quel vuoto. Non importa quanto ingente sia il tuo reddito lavorativo o la tua fama. Stai solo cercando amore incondizionato, vuoi solo essere accettato per quello che sei”.


Qualcuno obietterà che è importante decriptare la personalità di Trump perchè una sua decisione più o meno figlia della sua natura potrebbe portare delle gravi conseguenze. E questa è una ciclopica fesseria. Intanto, Trump in questi quattro anni non ha mai dato prova di squilibrio mentale, che anzi ha messo la firma (più che porre fine) ad alcune guerre scatenate da quel meraviglioso esempio di equilibrio mentale che a questo punto doveva essere Barack Obama, riuscito nell’impresa di prendere un Nobel per la pace e scatenare quattro guerre. Il che apre un altro punto: è narciso solo chi si presenta con un’immagine eccentrica o anche chi vuole dare l’immagine di sè di uomo buono, moderato, mite, che fa del bene?
Se si discute di questo, non se ne esce più.
La domanda sulla pericolosità di un uomo politico, intendiamoci, non è priva di senso. Ha certamente dignità la questione se egli sia un pazzo scatenato o una persona sana di mente. Ma Trump non è arrivato lì dov’è per caso, non si è visto cadere la ricchezza dal cielo. E’ un signore che ha lavorato tutta la vita per arrivare dove è arrivato, dapprima come albergatore di lusso e poi come presidente. E se ha evaso qualche tassa come gli rinfacciano gli avversari, questo nulla toglie alla grandezza delle sue imprese. Dietro qualsiasi grande fortuna, c’è sempre un delitto.
Trump è quindi, a dispetto dell’immagine, un uomo molto pragmatico, carico di buonsenso che certamente avrà anche una personalità molto particolare ma come chiunque arrivi a quei livelli.
La frustrazione e l’invidia dei suoi avversari non tiene conto peraltro che qualsiasi grande personaggio della storia ha avuto una vita personale tutt’altro che irreprensibile. Perchè quello stesso ego che poi porta a fare grandi imprese, nel privato si sfoga con grandi bizzarrie. Di Berlusconi conosciamo i gusti sessuali eufemisticamente alternativi. Di Clinton sappiamo bene come amasse farsi dilettare nelle parti intime dalla sua Lewinsky. E chiunque voglia indagare sulla vita personale di Trump, si faccia prima un giro dalle parti di Biden, sul quale girano voci – e non dal Giornale del Complottista – su una sua pedofilia che, e non me ne vogliano le sfigate che ogni giorno affollano le pagine sfogatoio dedicate al narcisismo, è una cosa ben più grave del narcisismo patologico.

In sintesi, non mi interessa se Trump sia narcisista o meno. Mi interessa se ciò che fa, fa il bene del mondo. Non essendo mio padre, mio zio e, non essendo io diventato gay e non essendolo neanche lui, non è il mio amante, di come sia come persona, se cioè sia dedito a perversioni varie o faccia la comunione ogni mattina, ho un interesse che è pari allo zero. Quindi non sono tenuto ad interessarmi se sia lo psicopatico che i suoi avversari dipingono oppure no.
Il 4 Novembre si terranno, come è noto, le elezioni presidenziali negli USA. In una democrazia, chi vince governa, chi perde fa l’opposizione e non cerca di screditare la figura dell’avversario con scandali, provocazioni, atteggiamenti insultanti. Cerca semplicemente di proporre idee migliori, casomai cercando di delegittimare quelle dell’avversario. Ma le idee, non l’avversario. L’antiberlusconismo mi ha sempre fatto preferire un personaggio come Berlusconi, verso il quale non ho mai avuto troppa simpatia e stima, rispetto agli avversari, verso i quali io avrò sempre una profonda avversione. Il che si estende di riflesso anche agli antisalviniani nei confronti dei quali anche i profondi dubbi che ho su Salvini svaporano.
Non mi piace chi scredita la vita privata delle persone per fini politici.
In questo, sono rimasto un candido.

FRANCO MARINO

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