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IL PASSO FALSO DI DE LUCA E L’INIZIO DELLA FINE DELLA SINISTRA IN CAMPANIA (di Franco Marino)

L’inizio dell’epopea della sinistra a Napoli ha un anno ben preciso ed è il 1995 che coincide anche con il mio ritorno a Napoli. Ho vissuto per venticinque anni immerso in una cappa che dalle stanze del potere partenopeo, dipanandosi nei giornali e nei salotti culturali della città, giungeva finanche in quell’avvilente vivaio di conformismo che possono essere le scuole partenopee.
E pur tuttavia, il momento preciso in cui inizia il rapido declino di un potente o di un sistema di potere è quando il popolo vi tributa un consenso plebiscitario. Capitò a Giulio Cesare che, poco prima di essere accoltellato a morte nelle famose Idi di Marzo, si era appena preso tutto il potere a Roma, fu il caso di quel grande genio militare e politico di Napoleone che, proprio per aver sottovalutato la battaglia in fondo facile di Waterloo, vide finire la sua epopea storica. In anni più recenti, De Gaulle fu rapidamente abbandonato dai francesi pochi anni dopo aver stravinto le elezioni presidenziali, stesso discorso per il padre della salvezza britannica, vero vincitore della Seconda Guerra Mondiale, Winston Churchill. Silvio Berlusconi all’apice del suo successo politico, quando sembrava aver avviluppato persino il consenso di parte della sinistra, si fece infinocchiare da quattro mignotte, Renzi dopo il 41% delle europee del 2014 avviò un precoce declino e Salvini si è sfarinato a due passi dal raggiungere il potere assoluto.
Nessuno dei superpotenti impara mai la lezione che “i cimiteri sono pieni di persone che si credevano indispensabili”.
Potrebbe essere il caso di De Luca che, alle elezioni di Settembre, ha raccolto un consenso semiplebiscitario in Campania, frutto di una narrativa sostanzialmente truffaldina, quella dello sceriffo che aveva protetto i napoletani dal Covid. Si tratta di un falso con cui ora i campani stanno facendo i conti ma è bastato loro per rivotarlo in massa.



Tutto ciò ha una spiegazione.
Il vero problema di quando si sta troppo tempo al potere è che si perde il senso della realtà. Se De Luca avesse praticato il Judo come Putin, oltre a sapere che la prima cintura è la bianca, saprebbe anche che l’ultima è….bianca. Infatti, la lezione principale per la quale il Judo nasce è la capacità di saper sfruttare le debolezze di un avversario più forte. Chi è un campione di Judo, può battere qualsiasi avversario anche molto più forte fisicamente perchè il presupposto è proprio questo: sfruttare la forza dell’avversario a proprio favore. Così, il senso di un’ultima cintura uguale alla prima è proprio questo: nella vita puoi arrivare ai livelli più alti ma basta un banalissimo Osoto Gari per riportarti col culo per le terre. Se De Luca avesse frequentato Andreotti, quest’ultimo gli avrebbe spiegato che in politica “i tempi del sole e della pioggia sono rapidamente cangianti”.



Chi mi legge, sa che non penso cose molto positive delle rivolte di Napoli. Voglio ripeterlo, so benissimo che il 90% è composto da moltissime persone perbene. Ma l’infiltrazione camorristica tra coloro che le organizzano c’è, purtroppo. E in generale, non ho una grande fiducia in una città che non si è mai ribellata per i bambini morti ammazzati dalla camorra ed esce allo scoperto solo quando viene toccata nel portafoglio. Di chi si ribella solo per interesse, non ho grande fiducia. Perchè se è l’interesse a muovere una ribellione, comprato quell’interesse la rivolta finisce. E lo Stato (qualsiasi stato) ha mille modi per far naufragare queste ribellioni e soffocarle con i nastrini di seta.
Ma l’impressione è che a Napoli si respiri un’altra aria e che neanche a sinistra siano più così incrollabili nel difendere sia il loro pupillo De Luca che Giuseppi Conte detto Er Mastrota. Compaiono i primi sfottò che negano le narrazioni ufficiali sul covid anche in pagine di sinistra e anche ad opera di VIP. L’opinione pubblica partenopea comincia a palesare un palpabile malcontento. E quindi è possibile che De Luca abbia fatto un passo falso con la sua grossolana comunicazione da ducetto da un euro al chilo.

La vera lezione che a sinistra non hanno ancora imparato è che il cuore sta a sinistra, sì. Ma il portafogli sta sempre a destra.
E purtroppo questo è un paese a cui si può toccare tutto, meno i danari. Quando sono le proprie casse a languire, l’italiano riscopre tutto quel machiavellico pragmatismo che se da un lato ne ha frenato l’ascesa nell’Olimpo delle grandi potenze, dall’altro ha sempre consentito, in fin dei conti, a questo straordinario popolo di cavarsela sempre, sia quando era una Nazione non ancora fattasi stato, sia quando poi lo è diventata.
Chiunque ci sia dietro le rivolte, se queste hanno trovato una così ampia partecipazione, questo significa che la misura è colma.
Se Churchill fosse in vita, direbbe “Non è la fine, non è neanche l’inizio della fine. Ma forse è la fine dell’inizio”.

FRANCO MARINO

2 commenti su “IL PASSO FALSO DI DE LUCA E L’INIZIO DELLA FINE DELLA SINISTRA IN CAMPANIA (di Franco Marino)

  1. ma forse è la fine dell’inizio?
    così come gli abbiamo rotto le uova nel paniere disobbedendo al non fare le AUTOPSIE trovando di conseguenza le cure ( che essendo realmente risolutive, vedi il plasma, gliele hanno fermate con scuse che avrebbero dovuto fare insorgere l’OPPOSIZIONE ASSENTE)
    la ribellione prematura potrebbe segnare la fine dell’inizio ( chè la tragedia si deve consumare ancora…)
    ma la tua seconda opzione circa i fatti di NAPOLI, purtroppo suffragata dalla botta d’ingegno del PdR che convoca GLI STATI MAGGIORI DELLE FF.AA per fare il punto sulla DIFESA…ci dice la correttezza della tua impressione.
    D’altro canto se la Camorra non avesse avuto ordine, non è a lei che questi DPCM creano il problema..anzi…
    difesa da CHI? abbiamo un nemico che ci sta attaccando?
    saluti, grazia.

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